Primo no di Salvini agli sbarchi. Per l'Aquarius si offre la Spagna

(ASI)  L'Italia ha cambiato rotta e da oggi anche l'immigrazione sarà costretta a farlo. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini conferma le attese alla prima prova pratica della sua propaganda. Porti italiani chiusi per l'Aquarius. La nave dell'Ong Sos Mediterranee stava trasportando verso la Sicilia 629 migranti a bordo, fra cui 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte.

 

Al no dell'Italia sono seguite ore drammatiche in cui a bordo dell'Aquarius i soccorritori non sapevano cosa fare. Poi l'annuncio del Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez, che ha permesso alla nave di attraccare a Valencia. Non una traversata facile dal canale di Sicilia, ma il premier maltese Joseph Muscat, oggetto delle critiche di Salvini nel non aver accolto i migranti in altre occasioni, ha promesso di rifornire l'Aquarius con viveri e carburante. «Speriamo episodi simili non si ripetano più, perché l'Italia ha violato le regole internazionali e creato uno stallo che può costare la vita di centinaia di persone», ha detto.
Intanto, a bordo sono scettici sulla possibilità di raggiungere Valencia e si chiedono se sia meglio tornare indietro. Dal Viminale Salvini ha risposto che la prossima nave, si prevede una Ong tedesca che batte bandiera olandese nel Mar Mediterraneo, subirà la stessa sorte.

Dal Governo, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s) hanno inviato un appello agli altri Paesi membri dell'Ue, sperando che altri possano fare come la Spagna, in uno sforzo comune e solidale di fronte all'emergenza migranti. Palazzo Chigi ha predisposto l'invio di due motovedette con medici a bordo, almeno per una prima assistenza. Il gesto di Salvini, da lui stesso definito vittorioso, ha invece sollevato molte critiche da parte dell'opposizione e anche all'estero. In una conferenza stampa Maurizio Martina del Partito Democratico ha definito un «sospiro di sollievo» l'intervento di Sanchez. L'Onu, attraverso l'Agenzia per i Rifugiati, ha diffuso un messaggio perentorio per far consentire lo sbarco immediato. Il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ha parlato di «imperativo umanitario».

Lo scontro politico intorno all'Aquarius è solo il primo caso concreto di una spaccatura che si era già creata al vertice dei ministri dell'Interno dell'Unione europea solo la settimana precedente, appena il governo italiano si era insediato. Salvini in quell'occasione ha detto di rinunciare al processo di modifica dei trattati di Dublino, quelli che obbligano il Paese in cui sbarcano i migranti di accoglierli e tenerli nel proprio territorio, possibilmente integrandoli dopo aver prestato loro i primi soccorsi. In questo modo il voltafaccia dell'Italia ha bloccato le proposte di altri Paesi del Mediterraneo, come la Grecia, e si è schierata con gli Stati del gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), noti per il respingimento dell'immigrazione e il rifiuto della ripartizione delle quote di accoglienza dei migranti fra i Paesi Ue.

Il ministro dell'Interno ha concluso dicendo che «alzare la voce pagherà anche in Europa». A dispetto dello sconcerto di Bruxelles, Salvini sembra seguire solo la linea già dettata in campagna elettorale. Questa sta già pagando, come se coincidesse con la volontà della maggioranza dei cittadini italiani. Basta prendere in considerazione la crescita della Lega, sia nei sondaggi nazionali, sia nei risultati elettorali locali.     

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia

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