M5S e rimborsi elettorali: ‘ti rendi conto’?

5s(ASI) - È stato un vero e proprio terremoto quello che ha colpito il Movimento 5 Stelle in questi giorni, a ridosso delle elezioni politiche del 4 Marzo.

L’accaduto rischia di far perdere a Di Maio qualche punto nei confronti degli avversari, ostacolando così la sua corsa alla Presidenza del Consiglio. Uno dei cavalli di battaglia utilizzato sempre dai grillini è il fatto di essere stati gli unici a restituire il rimborso elettorale, facendo confluire il denaro dei singoli membri del Movimento nel ‘Fondo per le Pmi’. Qui i parlamentari mettono online le proprie buste paga, comprensive delle proprie indennità, rendendo trasparenti i loro stipendi. Ad oggi, sulla pagina TiRendiconto.it, troviamo la cifra restituita attualmente dal Movimento che è pari a 37.747.980,36 milioni di euro tra Parlamento e Regioni (circa 25 milioni per il primo e 12 milioni per il secondo), cifra che viene messa a disposizione delle piccole e medie imprese italiane in difficoltà. In un servizio di qualche giorno fa de ‘Le Iene’, l’inviato Filippo Roma accusa due parlamentari del Movimento, Andrea Cecconi e Carlo Martelli, di aver fatto solo finta di restituire la parte del loro stipendio ed aver così contravvenuto ad una regola interna del partito. Cecconi non avrebbe versato circa 21.000 euro e Martelli 76.000 euro. I due avrebbero effettuato il bonifico al fondo caricando una copia della presa in carico dell’operazione sul sito; durante le 24 ore successive avrebbero revocato il bonifico, conservando così i soldi ma restando apparentemente in regola con la restituzione. Dal servizio emerge anche che ci sarebbero anche altri grillini coinvolti nei falsi rimborsi.

Di Maio ha annunciato che, se ci sono altre mele marce, verranno trovate e allontanate da Movimento; i due parlamentari in questione invece hanno promesso che, qualora venissero eletti in Parlamento, si dimetteranno. Oramai però i loro nomi sono stati già scritti e approvati nella lista presentata per le elezioni e solo un successivo voto delle Camere potrà permettergli di lasciare la carica dopo l’elezione.

A cifra totale mancante si aggirerebbe intorno ai 226.000 euro (certificazione fatta dal Ministero dello Sviluppo Economico) ma ci sarebbero ancora dei dubbi su ulteriori soldi non restituiti.

Il M5S rimane comunque l’unico partito i cui membri (almeno quelli apparentemente non coinvolti) restituiscono parte del denaro pubblico e questa sembra essere una cosa inusuale nel nostro Paese. È normale quindi focalizzare di più la nostra attenzione sul milione di euro mancante e sulle promesse non mantenute da alcuni grillini? Oppure sul fatto che sono stati gli unici a restituire milioni e milioni di soldi pubblici? Da che parte si schiereranno gli italiani? Il 5 Marzo avremo la risposta.

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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