(ASI) Roma - Riportiamo l'intervista fatta da A.S.I. a Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia.
Come, quando e perché nasce il Popolo della Famiglia? A chi si rivolge questo Movimento Politico?
Il Popolo della Famiglia nasce l’11 Marzo 2016, meno di due mesi dopo l’ultimo Family Day al Circo Massimo del 30 Gennaio, quando i politici, in particolare quelli del centro-destra, tradirono la piazza votando la famosa legge Cirinnà che regolamentava le unioni civili tra persone dello stesso sesso e contro la quale ci eravamo riuniti. Quel giorno, Gianfranco Amato segretario nazionale di questo Movimento, Nicola di Matteo che era uno degli organizzatori del Family Day e il sottoscritto, Mario Adinolfi presidente nazionale di questo Movimento, hanno deciso di dare vita ad un’assemblea costituente in cui 300 delegati provenienti da tutta Italia, hanno annunciato la nascita di questo soggetto politico. Al centro del nostro programma abbiamo la considerazione valoriale della famiglia naturale contro i falsi miti di progresso della cultura della morte e a favore della cultura della vita, del diritto universale a nascere; siamo contrari all’utero in affitto e non accettiamo che la figura umana sia vista come una ‘cosa’. Queste linee di pensiero sono state portate in precedenza alle amministrative in ben 35 città italiane ed oggi ci presentiamo alle elezioni politiche nazionali.
In che cosa differiscono le vostre proposte da quelle degli altri partiti?
Uno su tutti è il reddito di maternità. Noi guardiamo il problema da un punto di vista valoriale e culturale di impronta cristiana che fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa. La principale tragedia nazionale è che non nascono più figli e senza di essi il nostro paese muore; la differenza tra la natalità e la mortalità è a favore di quest’ultima con 300.000 morti in più ogni anno. Se continuiamo così, tra 30 anni avremo 10.000.000 di italiani in meno e non ce lo possiamo permettere: sarebbe la fine del nostro stato sociale come lo conosciamo oggi. Dobbiamo ripartire dalla famiglia per far nascere i figli, siamo la soluzione e non il problema. Questa proposta darebbe 1000 euro al mese alle donne italiane che vorranno rimanere a casa a curare solo ed esclusivamente la famiglia, per dare possibilità alle mamme che hanno appena fatto un figlio, di poter crescere i propri figli. È un valore che il nostro Movimento riconosce per ridare importanza alla famiglia; dobbiamo cambiare la legislazione di questo paese che purtroppo promuove la cultura della morte favorendo l’eutanasia, il bio-testamento e l’aborto e che noi contrastiamo. Il nostro primo obbiettivo è far nascere i figli e porteremo i nostri ideali nelle Camere dopo aver superato la soglia del 3% di sbarramento; ricordiamo che noi corriamo autonomamente rispetto ai partiti di destra e sinistra che in tutti questi anni hanno tradito l’ideale di famiglia.
La dottrina sociale della Chiesa come può migliorare l’attuazione della politica?
In passato essa ha sempre migliorato le condizioni della popolazione, delle cosiddette ‘classi subalterne’; ha contribuito all’evoluzione dei diritti in questo Paese, dando forza a chi è più debole e non favorendo i più forti come avviene oggi con i nuovi diritti civili. Il più debole viene schiacciato, il sofferente viene ucciso con l’eutanasia e al bambino viene impedito di nascere a causa dell’aborto; si punta solo sull’unione infeconda, cioè quella omosessuale, trascurando così l’investimento sulla famiglia naturale. L’articolo 29 della Costituzione sottoscritto non solo da cattolici, ma anche da comunisti e liberali, sancisce che la famiglia è società naturale fondata sul matrimonio. Il sacramento del matrimonio interessa 29.000.000 di italiani con 15.000.000 di figli che continuano a supportare 3.800.000 di disabili visto che lo Stato si è dimenticato delle persone che hanno bisogno di aiuto; la famiglia si prende carico anche degli anziani non autosufficienti che con l’innalzamento dell’aspettativa di vita, tendono ad essere un carico ulteriore. La famiglia è lasciata sola. La dottrina sociale della Chiesa, quella professata da Papa Francesco, è una battaglia contro la cosiddetta ‘cultura dello scarto’, a sostegno dei più deboli e della famiglia naturale.
La legge elettorale ‘Rosatellum’ presenta alcuni elementi di incostituzionalità, come il fatto che alcuni partiti come voi debbano raccogliere firme e altri no, con la par condicio non rispettata. Le sembra normale questo in un paese democratico come l’Italia?
No, non lo è ma non mi va di fare il vittimista. Noi ne abbiamo preso atto ma altri soggetti come Emma Bonino no visto che ha trovato un trucco per evitare di raccogliere le firme. Noi invece abbiamo incontrato la gente siccome siamo il ‘Popolo della Famiglia’ e in 13 giorni abbiamo raccolto 43.534.000 firme durante il mese di Gennaio. Si vede che nostro Signore abbia voluto creare un ostacolo in più sulla nostra strada per metterci alla prova e vedere se eravamo in grado di superarlo; ce l’abbiamo fatta ma questo è solo il primo passo della nostra campagna elettorale.
Una volta vinte le elezioni quali sono i primi provvedimenti da adottare? Nel vostro simbolo, in alto, c’è la dicitura ‘no gender nelle scuole’. È anche questo un pericolo per la natalità e la famiglia?
Il primo provvedimento è il decreto sul reddito di maternità e successivamente l’introduzione della riforma sul quoziente familiare; ad esempio una famiglia monoreddito che guadagna 30.000 all’anno e ha quattro figli da sfamare, non è paragonabile ad un single che ha lo stesso reddito. Le due cose non vanno trattate allo stesso modo. Un altro punto importante è la riforma sulla libertà scolastica, grazie alla quale i genitori potranno mandare i propri figli nella scuola che preferiscono; queste dovranno adeguarsi al cosiddetto ‘costo standard’ che introdurremo nel caso vincessimo le elezioni, con il quale risparmieremmo molti soldi da poter poi reinvestire nella scuola pubblica statale.
Il cammino è ancora lungo e complesso, dobbiamo fare un gran lavoro di ricerca e consenso per le strade italiane in modo tale da arrivare a questa soglia che è circa di 1.000.000 di voti, che ci permetterà di avere una rappresentanza parlamentare. In ogni caso dal 5 Marzo il Popolo della Famiglia sarà comunque un soggetto politico determinante nello scenario politico del nostro paese perché raggrupperà centinaia di migliaia di cattolici che attraverso di noi torneranno a recuperare voce.
Ettore Bertolini - Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia