Stando a quanto ricostruito dall’ARPAB, Agenzia regionale protezione ambiente della Basilicata, da alcune condutture dell’impianto sarebbero fuoriuscite, nel corso degli anni, sostanze tossiche, tra queste trielina e cromo esavalente, utilizzate per la lavorazione delle barre d’uranio, che avrebbero contaminato l’area circostante. Una condizione di grave emergenza, purtroppo consolidata, con ripercussioni sull’ambiente ad oggi inquinato, falde acquifere in primis, nonché sulla salute delle persone. Una situazione di vero pericolo, venuta alla luce in tempi recenti ma esistente da circa tre decenni. E’ doveroso che il ministero dell’Ambiente faccia chiarezza sull’accaduto, per monitorare, capire ed intervenire, evitando che il danno si diffonda ulteriormente. L’impianto di Rotondella e quanto in esso contenuto devono essere resi inoffensivi, a partire dalle barre d’uranio ancora presenti nella struttura. Lo Stato non può rimanere passivo di fronte ad una palese cattiva gestione di situazioni complesse, come quella in questione. E’ il momento di mostrare serietà per la tutela della salute e dell’ambiente”, lo dicein una nota l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia, componente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati.