Consap a favore della proposta di chiusura dei grandi centri per i migranti, ma l’accoglienza diffusa da noi già esiste ed è fallita

Risultati immagini per consap agenzia stampa italia(ASI) “L’accoglienza diffusa in Italia di fatto già esiste ed è fallita” cosi la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia replica all’ennesima ricetta sull’accoglienza ai migranti sfornata dal Ministro dell’interno.

“La Consap plaude certamente alla ventilata chiusura dei grandi centri di accoglienza, proposta che peraltro in seno al Dipartimento della Pubblica Sicurezza era trapelata già da qualche anno – afferma Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – ma non perché siano dei lager ma solo perché sono totalmente inutili se non addirittura dannosi”.

"In questi centri infatti la detenzione è molto sui generis cosicché si finisce per trattenere, e molto raramente espellere, solo chi ha una natura non delinquenziale, mentre i criminali scappano in ogni occasione per andare a violentare e rapinare, come fantasmi, in tutta Italia.

La scelta di ospitare i migranti che giungono i Italia nei grandi centri di accoglienza di fatto è stato uno dei setacci in negativo, che fanno si in Italia ci troviamo a denunciare ogni anno il 30% degli stranieri.

Non di meno poi, la chiusura di questi centri libererebbe risorse per il controllo del territorio, dando ossigeno al’annosa carenza di personale fra le Forze di Polizia e sgravando di compiti dequalificanti molti colleghi e colleghe costretti a presidiare esternamente questi casermoni senza potervi accedere ne entrare in contatto con gli ospiti se non in caso di rivolta e quindi 'solo per beccarsi le botte'.

Per questa ragione – prosegue Spagnoli – la chiusura di centri quali Gradisca, Mineo e altri che ospitano migliaia di persone , verrebbe accolta come una benedizione da tutti gli operaori della Polizia di Stato, anche se la cosiddetta accoglienza diffusa di piccole comunità di stranieri in tutti i comuni di fatto la stiamo già attuando ed è spesso motivi di forti tensioni sociali e causa principiare della percezione di insicurezza e pertanto non sarebbe una soluzione.

Come poliziotti non sta certo a noi dare ricette per risolvere un fenomeno come quello migratorio che è di portata mondiale, ma è netta la sensazione che il sistema Italia fatto di pene irrisorie anche per reati gravi, infarcito di permessi umanitari regalati a chi è arrivato qui solo per commettere reati, di mosse politiche come lo sciopero della fame a tappe ed altre nefandezze che appaiono in assoluta controtendenza con quanto necessiterebbe per garantire la sicurezza appare bacato nelle sua fondamenta".

“Non vorremmo che quest’altra frase ad effetto del Ministro dell’Interno “accoglienza diffusa” o per meglio dire parcellizzata – conclude Spagnoli - costituisse l’ennesimo incentivo a mettersi in viaggio non più dalla Libia ma adesso dalla Tunisia per arrivare in Italia “terra di accoglienza diffusa” e trovare la morte in mare come è accaduto anche in queste ore con la collisione al largo di Tunisi”. Conclude la nota dell'ufficio Stampa della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia.

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