Difesa: M5S, governo vuole revocare stop vendita armi a Paesi in guerra. "Proposta Azzarello (UAMA) folle e pericolosa, pronti a barricate"

(ASI) "Il governo attraverso la UAMA, vale a dire l'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, ha intenzione di svuotare totalmente la legge 185 del 1990, che regola non solo il divieto di vendita di armi, ma anche il transito delle stesse per l'Italia se i destinatari sono Paesi coinvolti in conflitti armati. Di fronte a una tale scelta siamo pronti a metterci sulle barricate. Se qualcuno vuole trasformare l'Italia in una gigantesca fabbrica militare sappia che noi ci opporremo con ogni mezzo.

Se davvero si vuole rivedere la legge 185 si calendarizzi subito la mia proposta di legge presentata a maggio 2015, che mira a ripristinare il precedente articolo 27 che mira a reintrodurre l'espressa autorizzazione del ministero dell'Economia e delle Finanze per i trasferimenti bancari collegati a operazioni in materia di armamenti". Lo chiede il deputato M5S Carlo Sibilia, evidenziando che su questo aspetto "l'esecutivo, invece di compiere dei passi in avanti, anche alla luce delle lezioni del passato, continua ad applicare il principio dell'economia di guerra: più bombe, più soldi, più crisi dove speculare successivamente. Il caso delle bombe italiane concesse benevolmente ai sauditi, gia' denunciato dal M5S e anche in numerosi servizi delle Iene - prosegue Sibilia - è stato emblematico. Eppure proprio in questi giorni, a quanto pare, il direttore di UAMA, Francesco Azzarello, ha presentato un lavoro volto praticamente ad abbattere ogni vincolo alla vendita e al transito di armi da parte dell'Italia. Senza nemmeno contare già gli oltre 14 miliardi di euro che, per il 2016, corrispondono al valore delle licenze di import-export di armamenti. Un trend che rispetto al 2015 è aumentato dell'84,9 per cento. Non è dunque difficile immaginare il risultato della proposta di Azzarello. La crisi libica può suggerirci qualcosa. Non solo si predispone una violazione del diritto internazionale, ma anche gli ingenti flussi migratori che gli interventismi militari hanno provocato negli ultimi decenni. Purtroppo - conclude Sibilia - si avverte sempre più la presenza di sostenitori di chi vuole meno controlli e più libertà di concludere affari armati. Gli stessi gruppi bancari, che in passato hanno dimostrato sensibilità e attenzione ai temi etici legati a questo particolare commercio, oggi si ripropongono senza problemi in operazioni di appoggio all'export e le nostre autorità, invece di correggere il tiro, colgono la palla al balzo".

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