Terni, arrestati il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari

comuneterni(ASI) Terni – Questa mattina il sindaco del Comune di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e l'assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari, entrambi esponenti del Pd, sono stati arrestati, ai domiciliari, nell'ambito dell’indagine di polizia e guardia di finanza denominata ‘Spada’ riguardante una serie di appalti di servizi pubblici a cooperative locali.  

L'indagine, ha riguardato nello specifico una serie di appalti di servizi pubblici che hanno interessato la manutenzione del verde pubblico in città e nei cimiteri, la gestione dei servizi cimiteriali e quella dei servizi turistici presso l'area turistica della cascata delle Marmore.

La procura di Terni imputa nello specifico l’illecita gestione della cosa pubblica negli anni tra il 2011 e il 2016, contravvenendo al rispetto delle regole comunitarie e nazionali della libera concorrenza finalizzata alla scelta del miglior contraente, provocando l'alterazione delle regole di mercato secondo un sistema illegale mirato a favorire le stesse cooperative sociali di tipo B operanti nel territorio ternano attraverso l'individuazione e il successivo inserimento nei bandi di gara di requisiti "spaziali" e "strutturali" quali il possesso di un'unità operativa sul territorio e l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Per il sindaco del Comune di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e l'assessore ai Lavori pubblici Stefano Bucari, su disposizione del gip Federico Bona Galvagno, sono scattati i domiciliari. L’arresto del sindaco è stato eseguito in tarda mattinata nella sede comunale di palazzo Spada, mentre la misura cautelare con divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa è stata imputata nei confronti di Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis).

Gli interrogatori di garanzia per il sindaco Di Girolamo, l’assessore Bucari, Corsi e Andreucci partiranno il 4 maggio dalle ore 9.30 in tribunale.

Non sono mancate le reazioni dalla politica:

Dal PD dopo una riunione con le altre forze di maggioranza è stata ribadita la funzionalità dell’amministrazione. «A seguito delle notizie sugli arresti domiciliari per il sindaco Di Girolamo e l'assessore Bucari, si è riunita oggi pomeriggio a Palazzo Spada la maggioranza del consiglio comunale che ha espresso "la convinzione che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari saranno in condizione di chiarire ogni aspetto della vicenda e la legittimità del loro operato. La maggioranza ha deciso di assicurare la funzionalità dell’amministrazione comunale sotto ogni profilo per quanto riguarda la giunta, il consiglio comunale e le commissioni, onorando gli impegni assunti e le scadenze pendenti»

Sarà Francesca Malafoglia, vicesindaco a gestire l’attività della giunta comunale.

Ad intervenire sulla questione anche il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini:

«Ho appreso dei provvedimenti cautelari assunti dalla Procura della repubblica di Terni nei confronti del sindaco Leopoldo Di Giorlamo e dell’assessore Stefano Bucari, esprimo, come sempre, rispetto per le indagini in corso e fiducia nell’operato della magistratura che, sono certa, saprà agire con la rapidità necessaria in un caso in cui le indagini intervengono su una amministrazione comunale in carica. Sono altresì convinta che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari sapranno dimostrare, nelle sedi appropriate, la loro estraneità ai fatti contestati».

Dalla Lega Nord è Emanuele Fiorini a chiedere le dimissioni e il commissariamento:

«Dimissioni immediate, commissariamento e poi subito al voto. Gli arresti del sindaco Di Girolamo e dell’assessore Bucari mettono la parola fine ad un regime di marca PD che ha gettato Terni in pasto ad interessi specifici contro il principio generale e inviolabile della legalità La Lega Nord Terni, fin dal settembre 2015, aveva denunciato delle ‘anomalie’ e ‘vicende poco chiare’ nell’assegnazione degli appalti relativi ai lavori del verde pubblico. Evidentemente non avevamo tutti i torti, anzi. E’ questa l’ennesima dimostrazione di un governo della città basato su scambi di favore e su un meccanismo di reciproco scambio tra sistema economico e sistema politico».

Nel frattempo domani alle ore 12 il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini sarà a Terni nelle sede della Lega Nord in via Angeloni 16.

In seguito alle notizie sugli arresti domiciliari nei confronti del sindaco e dell'assessore Bucari anche i consiglieri comunali Paolo Crescimbeni del Gruppo Misto e Marco Cecconi di Fratelli d’Italia hanno diffuso in serata delle note per esprimere la propria posizione.

“L’arresto cautelativo del sindaco non è conferma di colpevolezza in forma definitiva – scrive Paolo Crescimbeni del Gruppo Misto - tuttavia il sindaco Di Girolamo avrà la sensibilità di rassegnare subito le proprie dimissioni che, ai sensi dell’art. 141 D. Lgs. 267/2000, daranno luogo allo scioglimento del consiglio Comunale ed alla nomina di un Commissario Prefettizio. I cittadini dovranno poi essere chiamati ad eleggere nuovi rappresentanti nei tempi minimi possibili. Ogni esitazione e ritardo accrescerebbe il danno già grave inferto alla città”.

Anche per Marco Cecconi (FdI) “Un provvedimento restrittivo della libertà personale non è una sentenza di condanna, tanto quanto non lo era (men che meno) un avviso di garanzia”.“Certo è che le motivazioni addotte dalla Procura nella sua lunga nota sono agghiaccianti: perché configurano una prassi fuori-legge ascrivibile a quello che si chiama “sistema” o regime”, come noi abbiamo sempre denunciato riferendoci innanzitutto a responsabilità etiche e politiche, prima ancora che penali”.

“Certo è che, adesso, dal sindaco e dal suo assessore ai lavori pubblici, anche un bambino si aspetta un sola cosa: che facciano quello che noi gli avevamo suggerito di fare già da mesi, quello che – fatto ieri - sarebbe stato più onesto ed oggi appare comunque imprescindibile, ovvero andarsene, dimettersi, occuparsi del processo, visto che nessuno può governare “da casa” senza poterne uscire ed avere altri contatti se non con i familiari stretti. Certo è – conclude Cecconi - che oggi è un giorno di grande umiliazione per la città: che non si merita un’ulteriore eventuale prolungata agonia”.

Da Forza Italia con un comunicato congiunto del Presidente del Gruppo Forza Italia Regione Umbria, Raffaele Nevi e il coordinamento comunale e provinciale di Forza Italia a Terni oltre che del giovanile si chiedono le immediate dimissioni del Sindaco:

«La particolare e delicata situazione della Città di Terni, soprattutto nel bel mezzo di una procedura di predissesto ancora non conclusa, ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue funzioni e con un Sindaco e una Giunta autorevoli e forti. Terni non può permettersi una amministrazione decapitata a causa di una inchiesta che, tra l'altro, riguarda le responsabilità dell'attuale gestione. Siamo da sempre convinti assertori di un sano garantismo e di certo non cambieremo idea ora, ma pensiamo che sia assolutamente necessario che il Sindaco, anche per difendersi al meglio dalle pesantissime accuse che gli vengono rivolte, rassegni immediatamente le dimissioni, favorendo così una netta separazione tra le sue vicende personali e l'amministrazione cittadina. Certamente non fa piacere che la propria Città assurga alle cronache nazionali per fatti così gravi che, ove fossero dimostrati, sarebbero la conferma dell'esistenza di un sistema di gestione del potere, di cui da sempre sospettiamo, e che ha prodotto cittadini di seria A (quelli vicini al potere) e cittadini di serie B (tutti gli altri) provocando la fuga di tante persone perbene fuori dal nostro territorio. Chiaramente accertare eventuali reati sarà compito della magistratura ma di sicuro a Terni tutti conoscono un sistema da tempo corroso da troppe situazioni poco chiare. Speriamo che la magistratura chiarisca al più presto ogni ombra.

Il capogruppo in consiglio regionale (M5S) Andrea Liberati commenta la vicenda tramite un post su facebook:

«Da decenni imperversa in Umbria un gioco inaccettabile che dissangua le casse pubbliche, ingabbia l’economia, esclude regolarmente chi non si piega al sistema. Liberiamo Terni. Liberiamo l’Umbria e il Paese. Restituiamo la cosa pubblica ai cittadini».

Segue il comunicato del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle:

«Almeno che il Partito Democratico non voglia regalare a Terni l’ennesima umiliazione, quella di avere una giunta ed una maggioranza guidata da un sindaco agli arresti domiciliari, riteniamo fisiologico che l’esperienza politica del centro sinistra alla guida della nostra città sia conclusa», scrive in una nota il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Terni. «La notizia è infatti sulle prime pagine di tutte le testate locali e nazionali: di fatto il caso Di Girolamo sta rubando la scena mediatica della riconferma di Renzi alla guida del Partito Democratico. Questo a prescindere dal fatto che il nostro sistema giudiziario si basi sulla presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. Dal canto nostro questo è un sistema che denunciamo da anni attraverso atti, esposti, segnalazioni formali fatte attraverso un lavoro estenuante: oggi non si aggiunge nessun elemento a quanto avevamo constatato cinque mesi fa, quando l’opinione pubblica venne a conoscenza dell’operazione Spada, salvo la certezza che Terni è pronta a voltare pagina. Speriamo che qualcuno non voglia farci assistere ai soliti teatrini volti ad allungare l’agonia di un partito che sta portando nel baratro un’intera comunità». Al di là del prosieguo delle azioni giudiziarie, infatti, «il giudizio politico può essere ormai tratto e vede un’intera comunità tenuta in ostaggio e sfruttata fino al midollo, con servizi scadenti, costi altissimi, lavoro inesistente, cultura depressa, ambiente devastato. Il fallimento è oggi evidente a tutti, ma in realtà sussiste da anni. Un pensiero va al piano di predissesto, di cui attendiamo l’esito: come può un sindaco agli arresti domiciliari pretendere di gestire questa fase così delicata con le limitazioni alla propria libertà personale? O forse vorranno far credere ai cittadini che è meglio una giunta decimata anziché un commissario? In ogni caso è finita, è la Caporetto del PD ternano. Solo un’irresponsabile ostinazione può portare questa maggioranza a proseguire a testa bassa, trasformando in un tragico esito collettivo il loro personale suicidio politico. Tuttavia, proprio in questo momento buio per la nostra città, desideriamo lanciare un messaggio di speranza: coraggio, una nuova alba si avvicina a grandi passi. Possiamo rinascere, voltare definitivamente pagina per liberare le forze propulsive che da anni sono soffocate dal ‘sistema’. Invitiamo i cittadini a stringere i denti, manca poco e poi sarà la liberazione».

Infine anche il consigliere Enrico Melasecche, della lista civica ‘I love Terni’ interviene con una nota sull’accaduto: «Nel corso di questi lunghissimi otto anni, il sindaco che in sede di primarie disse che non era adatto a fare il sindaco, ma poi accettò non certo per il bene dei ternani ma per condurre il proprio partito all’occupazione manu militari dell’intera città, ha ripetuto ad ogni crisi di giunta, ad ogni crisi fra gruppo consiliare ed assessori, ad ogni fatto grave che saliva all’onore delle cronache la frase fatidica: ‘Assumo su di me tutte le responsabilità’, Non l’ha mai fatto. Ha continuato a governare con le logiche di sempre, quelle impostegli dai suoi grandi elettori, con cui è stato succhiato sangue dai bilanci pubblici in modo indecente, con cui sono stati fatti debiti fuori bilancio vergognosi, con cui sono stati nascosti circa 70 milioni di debiti pur di tirare a campare, fatti poi emergere da chi all’opposizione non ha mai fatto sconti a chi ha ridotto Terni in queste condizioni di profonda crisi economica e finanziaria, ma soprattutto di degrado ambientale, civile e morale. Ha continuato, in un distacco sempre più ampio dalla città ma anche dai suoi stessi elettori, a dichiarare che tutto andava bene, che non c’era degrado, che la città era viva, che…che…che…che… Sembrava che vivesse in un mondo tutto suo. Lo paragonai a Maria Antonietta che proponeva di distribuire brioches al popolo che chiedeva pane per sfamarsi. Non voglio entrare oggi nel problema giudiziario, pur essendo tra coloro che non ha mai fatto sconti su tutti gli aspetti, anche indecenti, con cui sono stati negli ultimi diciotto anni favoriti gli amici e danneggiati coloro che non facevano parte del cerchio magico, ma esiste un problema morale e politico enorme. E tutti coloro che adesso, per paura di ridare la parola al popolo, si trincerano dietro calcoli di puro cinismo, spiegando in modo dotto che ben tre assessori su cinque possono tirare avanti, rispondo che questo costituisce un gioco scellerato sulle spalle della città. Chi rimane attaccato alle poltrone con l’attuale situazione, ormai degenerata oltre ogni limite fa un calcolo di puro interesse personale che pagherà caro. Perché i ternani sono brave persone, ma non sono fessi».

Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia

 
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