Campagnuolo (Forza Italia): Stiamo in un clima di odio Sociale

Campagnuolo copy(ASI) “Ci sono solo due certezze. La prima è il fallimento informativo fra la classe dirigente italiana e il resto del Paese. Due Italie che sono racchiuse dentro gli stessi confini, ma che si continuano a fare la lotta. La seconda è il clima di esasperazione creatosi negli ultimi anni. Un clima che può essere distruttivo, che può portare gli elementi più vulnerabili ad atti estremi contro innocenti. Ed è proprio questo il momento in cui bisogna fermarsi e riflettere. Ormai non c'è più confronto Politico, c'è solo odio personale, bisogna invertire la rotta questo per il bene di tutti noi! Stiamo in un clima di odio Sociale!

C’è la maggior parte dell’Italia che soffre, che lotta per arrivare a fine mese e che non riesce più a mantenere lo stile di vita che aveva fino a qualche anno fa, non riesce più ad apparecchiare la tavola. Oramai c’è la fine della classe media, la sua disintegrazione. Il problema è che da alcuni anni si vedono i frutti di questo fenomeno. C’è chi ha cavalcato ed ha inasprito la rabbia sociale. È il caso del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo prima, di Salvini poi,ed ieri ancor più scandaloso quello di due magistrati quali sono il Sindaco di Napoli De Magistris e il Governatore della Puglia Michele Emiliano. Si sta facendo un grave errore da parte di chi sta nelle istituzioni, si sta usando e facendo politica dell’odio, tutto questo per racimolare consensi,si sta usando una dialettica politica fatta di insulti e violenza verbale senza motivo. Si sta facendo una politica di attacco all’uomo su basi personali.Tramite i social network e i media tradizionali è passato il messaggio che attaccare la classe dirigente italiana, i simboli del potere e le stesse istituzioni non solo era possibile, ma anche giusto”. “Tuttavia, sarebbe troppo facile prendersela con questa classe Dirigente. Se il Movimento 5 Stelle ha preso così tanti voti è per il completo scollamento dalla realtà della classe dirigente italiana. Ripeto di tutta la classe dirigente, di qualsiasi colore politico. Si è perso il contatto con il territorio! Che si tratti di imprenditori, di politici di destra,di sinistra e/o di centro o di esponenti della società civile,negli ultimi anni hanno contribuito tutti e dico tutti ben poco a creare un tessuto connettivo capace di comprendere le scelte prese dai governi che si sono susseguiti.

Di certo l’avvento del grillismo ha introdotto un nuovo modo di comunicare a mio avviso becero, basso e demagogico, più urlato che ragionato, a cui gli altri partiti politici hanno risposto per le rime, alzando ulteriormente i toni e dando il La al deterioramento sociale dell’Italia.

Ed è chiaro che in un clima di questo genere le persone più vulnerabili possono facilmente trovare la risposta ai loro problemi quotidiani in atti di inciviltà, anche perché il popolo non ne può più è sfruttato fino al sangue. Ovviamente tutto questo non giustifica l’accaduto di ieri e tutte le altre derive sociali che abbiamo assistito, per nostra sfortuna, negli ultimi anni. Condanno sempre la violenza e aimè devo rendere ancora una volta per fatti gravissimi ,Onore al Prefetto,ai tanti civili colpiti e a tutti i Poliziotti colpiti, in particolare il mio pensiero va al disastro economico procurato e soprattutto va ai 28 feriti. Auguro a loro una presta guarigione e la mia più sentita vicinanza.

Questo maledetto clima di odio e invidia sociale che sta distruggendo l’Italia molto probabilmente andrà avanti ancora se non ci fermiamo a riflettere tutti. Che si parli di crisi finanziaria o di stallo istituzionale, la classe dirigente (quel poco che rimane) non può più ignorare i segnali che arrivano. Farlo significherebbe confermare il declino, sociale ancor prima che economico, del Paese. E’ ora che si cambi rotta e si ritorni a parlare dei veri problemi della gente, ne è in gioco il futuro di questa bella Nazione, ne è in gioco il nostro futuro e il futuro dei nostri figli!”. Questo è quanto afferma il Coordinatore Provinciale di Forza Italia Giovani Benevento, Evangelista Campagnuolo.

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