Costi di cittadinanza, Federconsumatori: nel 2016  una famiglia di 3 persone ha speso 2.484 Euro per i servizi essenziali. Determinante il peso delle addizionali regionali e comunali

euroaumenti(ASI) L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha realizzato il quarto rapporto sui costi di cittadinanza, analizzando le spese sostenute dalle famiglie nel 2016 per usufruire dei servizi essenziali (assistenza sanitaria, trasporti pubblici locali, raccolta rifiuti, asili nido e fornitura di acqua) con l’aggiunta delle addizionali IRPEF comunali e regionali.

La famiglia tipo presa in considerazione come campione nell’ambito dell’indagine è rappresentato da una famiglia composta da tre persone (due adulti e un figlio che nel 10% dei casi ha meno di 4 anni) che abita in un appartamento di proprietà di 100 mq e con un reddito di 36.000 euro annui (pari ad un ISEE di circa 18.000 euro). Per quanto riguarda il luogo di residenza, sono state considerate le 14 città metropolitane italiane.

La spesa media registrata per i costi di cittadinanza risulta pari a 2.484,00 euro, pari al 3,58% in più rispetto al 2014.

I costi medi più elevati sono stati rilevati a Roma (3.090,6 euro), seguita da Torino con 2.953,3 euro e da Genova 2.868,5 euro. Da segnalare che anche nel rapporto precedente queste stesse città erano risultate le più care, seppure in ordine differente. Le spese medie più contenute, invece, sono state registrate nell’ordine a Venezia (2127,2 euro), Palermo (2.264,2 euro) e Milano (2.266 euro).

A Roma, la città più cara, i costi complessivi sono superiori del 24,4% rispetto alla spesa media e del 31,1% rispetto ai valori rilevati a Venezia, che è appunto la città più economica.

Nel periodo di tempo compreso tra le rilevazioni effettuate nel 2014 e quelle odierne alcune voci di spesa sono rimaste stabili, mentre altre hanno subito variazioni degne di nota. Consistenti, ad esempio, gli aumenti dei ticket per le prescrizioni dei farmaci (+10,86%), per il servizio idrico integrato (+10,47%) e per le addizionali regionali IRPEF (+8,24%).

Il peso delle addizionali comunali si rivela decisivo nel determinare i costi di cittadinanza più elevati ma non sempre pagare di più significa avere servizi migliori, anzi. In diversi casi i servizi risultano carenti o di difficile accesso a causa della crisi dei bilanci comunali: una situazione, questa, determinata anche dai tagli operati dai governi che si sono succeduti in questi anni nonché da gestioni inappropriate e inefficienti.

"I cittadini hanno diritto ad avere risposte concrete in termini di efficienza ed accessibilità ai servizi, quindi non servono più tasse e tagli lineari, ma è necessaria una lotta agli sprechi, ai privilegi e agli abusi." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

 
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