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Meloni: Deputati a 18 anni e senatori a 25 per adeguarci al resto dei paesi Ue

(ASI) Deputati e senatori piu’ giovani per "adeguarci a tutte le grandi nazioni europee" e "responsabilizzare i giovani".

Sono questi gli obiettivi delineati dal ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, che ha illustrato il disegno di legge costituzionale sulla partecipazione dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione ed equiparazione tra elettorato attivo e passivo che ha ottenuto oggi il via libera del Consiglio dei ministri ed e’ stato presentato in collaborazine con il ministro delle Riforme.

In particolare, il disegno di legge e’ composto da tre articoli e affronta due questioni, "la prima quella di inserire nella nostra Costituzione una specifica previsione per valorizzare la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica con una valorizzazione del merito. Ad oggi la Costituzione parla di gioventu’ all’articolo 31. Noi vogliamo aggiungere l’articolo 31 bis". Ovvero: "la Repubblica valorizza il merito e la partecipazione atttiva dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione" per "promuovere azioni positive che possano ridare centralita’ giovani".

Gli altri due articoli, ha detto ancora il nostro ministro, "riguardano la questione del rapporto tra elettorato passivo e attivo della Camera e del Senato". Quindi, abbassare a 18 anni l’eta’ minima per essere eletti a Montecitorio (oggi di 25 anni) e a 25 quella per diventare senatori (oggi di 40). Un modo "per abbassare anche l’eta’ media di responsabilita’ dei giovani. D’altronde, anche guardando indietro alla storia nazionale, Mameli e’ morto a 22 anni e non sarebbe stato abbastanza responsabile da far parte del parlamento?".

Infine, Meloni ha ricordato che "l’Italia e’ l’unica nazione insieme a Cipro che richiede un’eta’ cosi’ alta per l’ingresso alla Camera Bassa e, con la Repubblica Ceca, l’unica che richiede un’eta’ cosi’ alta per l’ingresso alla Camera Alta. Quello che vogliamo fare e’ adeguarci a tutte le grandi nazioni europee e dare un segnale di attenzione verso i giovani: ’non sei mai troppo giovane per fare delle cose importanti’. Altrimenti rischia di diventare un alibi per non coinvolgere i giovani nelle scelte che contano".

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