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Presidente della Repubblica. I grandi elettori del Pd acclamano Prodi  nuovo candidato al Colle. Un nome che dividerà l'Italia?
(ASI) Per la serie la storia si ripete e i vecchi leader della politica ritornano prepotentemente conservando il vecchio stantio sapore della sottomissione ai poteri forti. Infatti, dopo la bocciatura del candidato Franco Marini, proposto dal Pd e condiviso dal Pdl, Scelta Civica e Lega, era grande la  spaccatura interna al Partito Democratico che ha costretto Bersani a convocare stamattina una riunione per decidere il nuovo candidato alla prima carica dello Stato. La scelta è caduta su Romano Prodi e questo significa, per ora, la netta chiusura ad  un candidato concordato con Pdl, Scelta Civica e lega.  Senza contare che il nome di Prodi al Colle sarebbe inviso a tantissimi italiani. Quelli che non dimenticano  chi è stato Prodi. Andiamo allora a vedere la sua carriera poltica: membro della Commissione Trilaterale, membro del Comitato esecutivo dell'Istituto Aspen (Istituto di analisi politico-economica internazionale  legato agli Usa). Romani Prodi, voluto  da Andreotti nel 1978 al ministero dell'industria, Nel 1982 fino al 1989 è presidente dell'Iri, finendo nell'occhio del ciclone per la vicenda Sme-De Benedetti. Presidente del Consiglio per 2 mandati (1996-1998 e 2006-2008), Presidente della Commissione Europea nel 1999 fino al 2004. 
Inoltre, gli italiani non hanno dimenticano che è stato proprio Romano Prodi ad avviare la privatizzazione dell'IRI. Uno smantellamento delle grandi industrie pubbliche che fu completato da Amato con l'accordo Van Miert-Andreatta.
Inoltre, non ci si dimentica di cosa accadde nel 1993 sul panfilo Britannia, del primato delle tassazione durante il suo governo, di come venne gestito il passaggio dalla lira all''euro quando era il Presidente della Commissione Europea. Se lui rappresnta il nuovo auspicato da Renzi, allora politcamente in Italia siamo all'età della pietra. In una più sottile ipotesi prospettica, nel caso in cui Prodi non raggiungesse il quorum, c'è chi pensa alle alternative di D'Alema (gradito al Pdl) ed Amato (gradito dagli Usa e parte del Pdl) e caldeggiato dal politologo statunitense Edward Luttwak.

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