(ASI) Terminato il giro di consultazioni che Pier Luigi Bersani, Leader del Partito Democratico ha svolto in qualità di Premier Incaricato. “E stato un giro di ricognizione che ha dato un quadro preciso realistico e pertitente della situazione sociale economica e politica” ha detto il segretario democratico nella sua dichiarazione finale alla Camera dei Deputati. Nulla di fatto è emerso dall’incontro fra Bersani e la delegazione del Movimento 5 Stelle ed ora la palla torna a Giorgio Napolitano. A cominciare da una stretta sui tempi, per evitare che lo stallo si protragga fino allo scadere del suo mandato, sembrerebbe che a preoccupare Napolitano c’è anche la spaccatura interna al Governo Monti dopo le dimissioni di Terzi. Sta proprio qui il perno centrale della questione. I numeri che il Partito Democratico ha, non bastano per ottenere una maggioranza autonoma al Senato, ma soprattutto non sono sufficienti per consentire al centrosinistra una tranquilla elezione del prossimo Presidente della Repubblica, che ricordiamo dev’essere eletto nelle prime tre votazioni con la maggioranza dei due terzi.

Proprio su questo tema ruota il tentativo di dialogo tra Bersani e Berlusconi. Il segretario democratico aveva fatto avere al Cavaliere la lista dei candidati al Quirinale, che includeva Franco Marini, Giuliano Amato, Pietro Grasso e Giuseppe De Rita.
Sembra che insieme alla lista ci fossero due “condizioni”: far partire il governo Bersani in cambio di tre ministri non sgraditi e niente convergenza con il Pdl per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Rilancia però, Berlusconi, proponendo al Partito democratico non più Gianni Letta (come aveva ipotizzato l’altro ieri), bensì Marcello Pera. Alla controproposta, Bersani ha iniziato a sondare gli umori del suo partito sul nome di Pera.
Forte reazione dagli ex margheritini che hanno affermato che il Quirinale spetta a loro, tanto più dopo che persino Sel ha avuto una poltrona istituzionale con Laura Boldrini.