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Ok agli animali in ospedale, in Emilia Romagna la Pet Therapy è legge

(ASI) Cani e gatti potranno entrare negli ospedali e nelle case di cura, anche private,per stare accanto ai loro padroni anche nei momenti più difficili e nelle fasi terminali di una malattia. Lo prevede la nuova legge sul benessere animale approvata dall'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna , che riforma la precedente n. 5/2005 «Norme a tutela del benessere animale». Il provvedimento rientra nella "pet therapy", la co-terapia basata sull'interazione tra uomo e animale che agisce direttamente sul benessere fisico e psichico della persona malata.

La legge ha avuto un iter non facile, con emendamenti dell’ultimo minuto e proteste da parte di alcune associazioni animaliste. Il progetto di legge ha visto, ad esempio, scomparire  nell'ultima discussione l'articolo 8 che, per gli animalisti, rappresentava un “via libera alla caccia ai piccioni”. Comunque, alla fine, il documento è arrivato in aula dopo il voto favorevole bipartisan in commissione e portando la firma di consiglieri proponenti pressoché di ogni schieramento: dal capogruppo del Pd, Marco Monari, al consigliere grillino Andrea Defranceschi, passando per la consigliera di Sel-Verdi Gabriella Meo, l'esponente del Pdl area ex Fi Giangiudo Bazzoni, quello leghista Mauro Manfredini e Liana Barbati dell'Idv.

Per il momento la novità sarà limitata esclusivamente solo ad alcune strutture predisposte, ma si tratta comunque di una novità assoluta, come spiega Carlo Lusenti, l'assessore alla Sanità della Regione. "Viene riconosciuto ai pazienti ricoverati in ospedale, spesso in condizioni molto difficili, a volte terminali, il diritto di essere visitati dall'animale con cui hanno condiviso la vita. Certo è possibile solo in alcune strutture e in certe condizioni, ma non c'è altro sistema sanitario che riconosce anche agli animali questa pari dignità di visita e ai pazienti il diritto di scelta".

Adesso, l’attenzione si sposta sulla disciplina attuativa della legge che dovrà essere emanata entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge.  Infatti, solo quando la Giunta regionale approverà le regole applicative per l'accesso degli animali alle strutture di cura la legge diventerà operativa.

“Come   conciliare le esigenze di cura e igiene con la legge,  e come trovare spazi per favorire l'incontro tra animali e degenti, è ancora da studiare”,  spiega  Leonida Grisendi, direttore dell'Ospedale Maggiore che assicura: ”faremo, come sempre,  del nostro meglio per applicare la norma  e per rendere fattibili questi incontri”.

Unanimi i giudizi positivi sul provvedimento da parte del mondo politico e animalista. La senatrice Silvana Amati, coordinatrice del Pd per la Tutela animale, la definisce una “normativa di avanguardia e positiva, specie perché introduce la possibilità per i pazienti ricoverati in strutture pubbliche e private di godere della compagnia del proprio animale di affezione nelle ore previste per le visite. Quel che auspichiamo è che i regolamenti attuativi riescano a superare i punti critici segnalati da alcune associazioni animaliste".

Che i regolamenti attuativi potranno costituire un ulteriore terreno di miglioramento del dettato normativo lo hanno peraltro già sottolineato i primi firmatari della proposta. Dello stesso parere è anche Lella Gialdi, presidente della sezione Parma dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) e consigliere nazionale della stessa associazione.  Per lei, “sarà la seconda fase, quella della stesura del regolamento attuativo e della sua applicazione, a darci la misura della reale portata di questo provvedimento normativo”.

La strada per il via libera degli animali in ospedale era già stata sancita nel 2012 da una sentenza del Tribunale di Varese e in Lombardia molti ospedali pediatrici hanno già aperto agli animali. La legge regionale emiliana rappresenta per Gialdi “un grosso passo in avanti, che riconosce  la valenza  terapeutica della compagnia degli animali di affezione e che l'amore per un animale e la sua presenza può consolare e dare motivazioni di guarigione ai malati”.

Per Lorenzo Croce,  presidente nazionale del Tribunale degli animali (Aidaa), associazione  che conta a Parma una novantina di iscritti, la legge è “una vittoria importante” di una battaglia durata sette anni. Anche se, come precisa lo stesso Croce, “la legge è sempre qualche passo indietro rispetto alla società civile nel dare agli animali spazi di libertà e  nel  responsabilizzare gli umani nella loro gestione”.  E, vinta una battaglia, Croce rilancia: “Noi abbiamo chiesto   a Bersani, se riuscirà a formare un governo, di introdurre gli animali domestici nello stato di famiglia, abolire la caccia nei fondi privati, ed equiparare i delitti contro gli animali a quelli contro gli uomini” .

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

 

 

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