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Italia - Regione Lazio: interrogatorio fiume per Franco Fiorito

 

(ASI) Roma - L’ex capogruppo alla regione Lazio Franco Fiorito, accusato di peculato, nella giornata di ieri è stato sentito dai pm in una caserma della Guardia di Finanza di Roma. Un interrogatorio lungo, iniziato alle 15.00 e terminato alle 22.30 circa. Fiorito era accompagnato dal suo legale Carlo Taormina.

Al termine dell’interrogatorio bocche cucite. Fiorito è uscito da una uscita secondaria, i pm non hanno rilasciato interviste alla stampa. Una giornata frenetica, che oltre al caso Fiorito si paventavano da più parti le imminenti dimissioni della Polverini, la quale ha avuto un incontro a casa di Berlusconi con i vertici del Pdl. Berlusconi, da quello che è trapelato, ha detto alla Polverini di prendere tempo.

 

 

 

Tornando al lungo interrogatorio di Fiorito, i pm Alberto Caperna e Alberto Pioletti hanno chiesto conto all’ex capogruppo del suo patrimonio: appartamenti di proprietà a Roma ed Anagni, terreni in Ciociaria, una villa al Circeo, uno yacht ed i molti conti correnti, alcuni all’estero. Nell’interrogatorio si è parlato anche dei soldi che Fiorito ha dato ai consiglieri del Lazio, in quanto tesoriere del partito, e della documentazione portata da Fiorito stesso per giustificare le spese reclamate. Fiorito ha negato ogni addebito e fornito ai pm tutti i chiarimenti della vicenda. Poco prima di entrare nella caserma della Guardia di Finanza, Fiorito ha detto ai giornalisti presenti di essere “tranquillissimo”. Per l’ex capogruppo questa vicenda sarebbe tutto un equivoco, da quanto dichiarato a La Repubblica, sarebbero gli altri i ladri, non vuole passare per un capro espiatorio. Come già detto giorni fa, Fiorito sarebbe pronto a sparare a zero sui suoi colleghi e spiegare ai giudici come utilizzavano i fondi del partito. Dai pm è andato per mostrare tutte le carte in suo possesso, sempre Fiorito ha detto: “Sono stato io a far partire l’inchiesta, ho segnalato per primo le anomalie”. Ha anche detto ai giornalisti prima dell’interrogatorio queste parole: “Non posso dire di più, per me però l’inchiesta inizia adesso, ma sono altre le persone da indagare. Per ora mi devo difendere e poi non sono uno spione”. La tesi difensiva è quella di mostrarsi come la vittima di questa vicenda che è balzata agli onori della cronaca nazionale. Sempre ieri dicevamo anche delle presunte dimissioni della Polverini, prima annunciate, poi smentite. Insomma giorni davvero caldi quelli che sta vivendo la regione Lazio. Con il vertice ieri sera a casa Berlusconi per discutere del caso Lazio. La Polverini nella giornata di ieri è rimasta chiusa tutto il pomeriggio nel suo ufficio, subito dopo è andata a casa per meditare sulle sue decisioni, su quello che in mattinata aveva annunciato ai giornalisti che le chiedevano commenti sullo scandalo dei fondi del PdL in regione. Le sue parole sono state: “Qui la storia o finisce o la faccio finire io”. Nell’ipotesi di dimissioni da parte della Polverini, queste provocherebbero la decadenza del Consiglio ed il voto anticipato nel Lazio. Il tempo previsto come da norma legislativa va da un minimo di 45 ad un massimo di 70 giorni. In serata l’Avvocatura dello Stato ha fatto sapere che la presidente dimissionaria resterebbe in carica solo per l’ordinaria amministrazione e potrebbe indire le elezioni entro sei mesi dalla data delle dimissioni.

Sulle presunte dimissioni che aleggiavano ieri nelle stanze della regione, c’è stato come detto un forcing di tutto il PdL, Berlusconi in prima linea come detto, che ha avuto in serata un faccia a faccia con la Polverini stessa, consigliandola di prendere tempo e valutare subito dopo. Il ragionamento in casa PdL è quello di non dare l’opportunità di consegnare alla sinistra il Lazio. Inoltre sempre l’ex premier sarebbe molto preoccupato per l’effetto domino che questa vicenda sta assumendo, come già accaduto in Lombardia con la bufera Formigoni. Il pensiero è rivolto anche alle prossime elezioni nazionali che si terranno nel 2013 e presentarsi agli occhi degli elettori come un partito debole. Il PdL regionale in questi giorni con il caso Fiorito è un partito con il tutti contro tutti, lotte intestine all’interno con gli ex An contro gli ex Forza Italia. Per il PdL ieri si è temuto addirittura una scissione, con la creazione di un altro movimento politico autonomo. A casa Berlusconi, oltre la Polverini, erano presenti La Russa, Gasparri e la Meloni, i quali avrebbero deciso di uscire dal PdL visti gli scandali del passato e di questi giorni. Per evitare fratture, scissioni, si stanno evitando appunto le dimissioni della Polverini. Nella mattina di ieri la Polverini aveva difeso le spese sostenute per il funzionamento della Giunta da lei guidata. “La cosa che mi pare non sia stata compresa dal Consiglio, è che bisogna fare. Invece si sta procedendo in una lotta intestina, vogliono cercare di fare capire all’opinione pubblica che il presidente della regione vale un consigliere regionale. Oggi ci sono degli articoli che fanno il conto sul mio staff. Io ho il dovere di amministrare e governare. Ci sono andata io in Consiglio perché non hanno capito nulla. Mi auguro che la smettano con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo per tutti quanti. Io ho molto alto il senso del ridicolo, credo di averlo già superato. O questa storia finisce oggi, o finisce comunque per tutti perché la faccio finire io, perché sono stanca”.

In questa squallida vicenda nelle ultime ore è entrata anche la mamma di Fiorito, Anna Tintori, che è risultata intestataria con il figlio di uno dei conti correnti bancari finiti sotto la lente d’ingrandimento. La mamma di Fiorito ai giornalisti ha detto di soffrire molto per questa vicenda che vede il figlio accusato di peculato. La signora Tintori ha definito il figlio: “Come il migliore figlio del mondo, l’adoro e lui non ha mai rubato. Franco non ha mai fumato una sigaretta, non è mai andato in discoteca in vita sua, è un uomo per bene, intelligente, ha sempre studiato molto”. La signora ha anche detto: “Noi siamo una famiglia benestante, mia madre era una donna in gamba, era una commerciante, sapeva fare affari, comprò diverse case in giro da queste parti. Mio marito, che è morto a 60 anni per un tumore, era un importante dirigente della Winchester di Anagni. Gli americani ogni tre mesi gli pagavano un doppio stipendio. Quando è morto ci ha lasciato una consistente eredità”.

Nell’inchiesta sono entrati anche altri nomi: Pierluigi Boschi, Bruno Galassi e l’ex fidanzata di Fiorito Samantha Reali. Nuove rivelazioni usciranno in questi giorni in questo calderone che ha provocato un terremoto nella regione Lazio, all’interno del PdL e nell’opinione pubblica rimasta basita dallo sperpero di soldi pubblici che questi signori hanno usato per i loro usi personali.

Davide Caluppi per Agenzia Stampa Italia

 

 
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