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Roma: Tafferugli al corteo dell'Alcoa

(ASI) Sono circa 600 i lavoratori dell'Alcoa di Portovesme giunti a Roma per protestare in occasione dell'incontro al ministero dello Sviluppo tra governo, sindacati e i vertici dell'azienda per decidere sul futuro del polo industriale sardo.


Durante il corteo sono stati diversi i tafferugli che hanno portato al ferimento di una decina di persone tra manifestanti e forze dell'ordine. Anche Stefano Fassina del Pd, giunto in occasione per offrire la propria solidarietà ai lavoratori, è stato bersaglio di numerose critiche ed un tentativo di carica da parte degli operai dell'Alcoa.

Le trattative
La procedura di spegnimento dell’impianto sardo slitterà di circa venti giorni: è questa la decisione presa al tavolo delle trattative che si sono svolte per tutta la giornata presso il Ministero dello Sviluppo. "Alcoa è uno dei casi aziendali che seguo più da vicino- ha dichiarato il ministro Passera- vi impegno il mio totale impegno nel trovare una soluzione".
La multinazionale americana fa intanto sapere in una nota che l’impianto sarà definitivamente chiuso entro  il prossimo 30 novembre.

Sassoli (Pd): Crisi morde ma no violenza, solidarietà a Fassina
“E’ inaccettabile che le legittime rivendicazioni degli operai dell’Alcoa degenerino per responsabilità di pochi violenti. La tensione di oggi è senz’altro la dimostrazione di quanto la crisi stia diventando insopportabile per troppi lavoratori e per le loro famiglie, e per questo è necessario e urgente trovare al più presto soluzioni concrete e dignitose, per l’Alcoa così come per le altre realtà industriali in crisi. Una giusta protesta però non può mai spingersi fino alla violenza fisica o verbale. Per questo esprimo a nome mio personale e degli europarlamentari del Pd piena solidarietà a Stefano Fassina, che tutti conosciamo e stimiamo per il suo impegno a favore del mondo del lavoro”.
Lo afferma il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli.

Lupi (Pdl): Protesta dei lavoratoriAlcoa legittima ma non sfoci in violenza

"Comprendiamo lo stato d’animo e le ragioni dei lavoratori dell’Alcoa che stanno vivendo un momento drammatico e che hanno tutto il diritto di difendere il loro posto di lavoro ma dall’altra parte non possiamo che condannare con fermezza ogni forma di violenza che può sfociare in tensioni gravi e ingiustificabili come quelle di oggi". Lo ha dichiarato Maurizio Lupi, vice presidente della Camera Pdl.
"La protesta é legittima ma non deve travalicare assolutamente i limiti della civiltà. La mia solidarietà va al responsabile economia del Pd Stefano Fassina e sono vicino anche alle forze dell’ordine che si trovano a dover fronteggiare una situazione incandescente. Mi auguro che il governo trovi una via d’uscita per evitare il peggio: vanno garantite l’occupazione e la tenuta di una azienda strategica per il nostro Paese".

Belisario (Idv): Accanto a lavoratori per salvare azienda e produzione
"A questo punto ai lavoratori poco importa di chi sia la colpa della drammatica situazione che stanno vivendo, vogliono soluzioni per salvare l'azienda e la produzione". Lo ha dichiarato Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Madama L'Italia dei Valori, che esprime solidarietà alla lotta tenace degli operai dell'Alcoa. "Il governo - prosegue - già in forte ritardo, non può continuare a dire che mancano le risorse economiche, perché il problema è soprattutto politico. Per scongiurare la chiusura dell'Alcoa e delle altre imprese in difficoltà, Monti deve pensare seriamente a una politica industriale diversa volta ad evitare le delocalizzazioni di quelle che sono state fino a ieri vere e proprie eccellenze italiane. Di 'rigore' ne abbiamo visto abbastanza, ora è necessario pensare al lavoro e alla capacità produttiva, compromessa da scelte economiche miopi e fallimentari. Auspichiamo che l'incontro con il ministro dello sviluppo economico ia utile per dare un po' di sicurezza ai lavoratori, per il futuro della Sardegna e anche per quello dell'Italia. Di chiacchiere - conclude Belisario - se ne sono dette già troppe".

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