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ONU: i prossimi mesi saranno cruciali in Sudan

Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza per mostrare le ultime relazioni in merito al Sudan, il segretario generale per il mantenimento della pace, Alain Le Roy, ha annunciato:"Ci sono stati progressi significativi per la preparazione del referendum nel Sudan del sud, ma abbiamo pochissimo tempo; il paese è entrato in un periodo cruciale, infatti sono solo tre i mesi prima delle elezioni."

 

Sempre riguardo l'elezioni in Sudan del sud e nella regione del Abyei, il segretario ha affermato che l'operazione UNMIS ( missione delle Nazioni Unite in Sudan) ha fornito supporto tecnico e logistico alla Commissione del Referendum che inizierà il 14 novembre a registrare gli elettori, processo che, sempre secondo il segretario, potrà concludersi entro il 31 dicembre prossimo.
Le Roy ha aggiunto come sia essenziale che i governi del Sudan e quello de Sudan del sud creino le condizione affinchè si garantisca agli elettori un voto libero e senza pressioni. Il segretario afferma di essere "profondamente preoccupato" circa la totale mancanza di progressi per la preparazione dell'altro referendum in Abyei sottolineando:" l'assenza di un accordo negoziato tra le parti, accresce la tensione nella zona giorno dopo giorno. E' un fatto molto preoccupante che la commissione del Referendum non sia stata ancora stabilità"
In termini di sicurezza ha fatto notare che l'entità dei rischi legati alle votazioni ha portato a studiare diverse opzioni circa il rafforzamento e la distribuzione logistica del componente militare.""Una possibilità è quella di ridistribuire alle truppe di confine in altre zone del Sudan meridionale", ha detto il segretario, ammettendo che una tale mossa potrebbe indebolire la capacità della Missione per i preparativi per il referendum. "L'altra opzione sarebbe quella di aumentare il numero delle truppe in prossimità di aree sensibili"-ricordando-"Dobbiamo riconoscere che un aumento del numero di truppe non impedirebbe uno scontro tra i due eserciti. La nostra arma migliore contro un ritorno alla guerra è politica".
Riferendosi alla situazione in Darfour, il segretario ha osservato come i processi umanitari per la pace in questa zona, siano stati aggravati dai violenti scontri tra le forze armate sudanesi e i ribelli del Justice and Equality. "Le azioni umanitarie sono ostacolate dall'insicurezza, gli attacchi contro il personale ONU e gli operatori sono diventati la norma, sono fortemente rammaricato per la mancanza di miglioramenti in termini umanitari, dall'inizio dell'anno più di 280.000 persone sono state sfollate in tutta la regione."-concludendo-"Il governo sudanese deve anche adottare misure volte a migliorare la vita quotidiana degli abitanti del Darfur e di conquistare la loro fiducia".

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