Elezioni Israele, Netanyahu verso la vittoria

(ASI) - Con il 97% dei voti scrutinati, Benjamìn Netanyahu si avvia verso la conquista del suo quinto mandato; il partito Likud del premier e quello Blu e Bianco del generale Benny Gantz conquistano entrambi 35 dei 120 seggi della Knesset, ma nel nuovo Parlamento israeliano, il Knesset, la coalizione di destra che fa capo al primo ministro uscente ne avrà 65.

Risultato negativo per la sinistra: i laburisti ottengono appena sei seggi, Meretz si ferma a quattro mentre le due liste arabe scendono da 13 a dieci.

I votanti sono stati 4.016.310, pari a circa il 67% degli aventi diritto, quattro punti percentuali in meno rispetto alle elezioni del 2015. Netanyahu commenta così: "Sono molto emozionato. Questa è la notte di una vittoria immensa. Sia ringraziato il Cielo che siamo giunti a tanto. La nostra è stata una vittoria che non si poteva nemmeno immaginare. Il popolo di Israele mi ha confermato la fiducia per la quinta volta", ha concluso.
I primi exit poll alla chiusura dei seggi non avevano consegnato un risultato chiaro: sia Gantz che Netanyahu, in un primo tempo avevano rivendicato la vittoria. Ma tutti avevano mantenuto grande cautela.

"Il popolo d'Israele ha parlato - dichiara Gantz - Grazie alle migliaia di attivisti e a oltre un milione di elettori, in queste elezioni, c'è un chiaro vincitore e un chiaro perdente. Netanyahu ha promesso 40 seggi e ha perso". Ma il premier uscente non ha tardato a replicare: "Ringrazio i cittadini di Israele per la loro fiducia - esclama Netanyahu - inizierò a formare un governo di destra con i nostri partner naturali già stanotte".

Dal voto alla formazione del governo possono passare settimane, se non mesi. Netanyahu intanto ha già parlato con i leader dei partiti di destra, United Torah Judaism e Shas, ed entrambi hanno promesso di raccomandarlo al presidente Reuven Rivlin per avere l'incarico di formare il governo. Nulla di fatto invece con il leader del partito centrista Kulanu, Moshe Kahlon, che ha fatto sapere di avergli negato l'endorsement mentre Avigdor Lieberman, alla guida di Yisrael Beiteinu, ha preso tempo, sostenendo di voler attendere la fine dello spoglio per pronunciarsi.

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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