Venti di guerra aperta tra India e Pakistan

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(ASI) “La guerra non conviene a nessuno”. Le autorità indiane e quelle pachistane cercano di rassicurare con questo concetto l’opinione pubblica, locale e mondiale, in merito all’assenza della volontà di trasformare le ostilità in conflitto.

La pace sembra essere però, per il momento, un miraggio. La giornata è iniziata con l’arresto di un pilota di Delhi entrato, con un jet abbattuto immediatamente, nello spazio aereo del Kashmir (la regione è stata interessata da pesanti scontri tra le due parti) controllato da Islamabad. Il premier del Pakistan ha confermato l’azione e invitato la controparte al dialogo. “Chiedo all’India – ha detto quindi, Imran Khan in mattinata, durante un discorso tenuto alla nazione – con le armi che abbiamo, possiamo permetterci di sbagliare?”. Il riferimento è a quelle atomiche, in possesso di entrambi, che potrebbero generare preoccupazione, in tutta la comunità internazionale, nel caso in cui la situazione andasse fuori controllo. Il capo del governo indiano, Narendra Modi, ha riunito il suo consiglio di sicurezza nazionale per fare il punto della crisi più grave, col potente vicino, dal 1971. Secondo quanto si è appreso, nel pomeriggio, avrebbe dato il via libera all’esercito di rispondere “in ogni modo, luogo e tempo” più appropriato alla decisione pachistana di abbattere il proprio aereo militare, chiedendo al contempo il rilascio del connazionale che si trovava a bordo del Mig 21 raso al suolo. La tensione resta molto alta, tanto che sarebbe stata tolta l’elettricità in alcune città del Pakistan e chiuso l’intero spazio aereo nazionale (voci insistenti parlano di un possibile attacco, di Nuova Delhi, a Karachi dove sono state testate le sirene antiaeree). L’India ha istituito una zona di interdizione al volo nella parte settentrionale della capitale. Le Forze Armate, delle due potenze nucleari, sarebbero in stato di massima allerta e pronte ad affrontare qualsiasi emergenza.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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