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Libia. Frattini: tregua umanitaria. Ma la Nato dice no

 (ASI) Una "sospensione umanitaria immediata delle ostilità" per consetire la creazione di corridoi umanitari in grado di aiutare la popolazione.

Questa la proposta trapelata dal Ministero degli Esteri italiano ieri pomeriggio direttamente per bocca del titolare della Farnesina Franco Frattini. Lo stesso Ministro ha poi precisato: "La priorità rimane il cessate il fuoco che è in primo piano nella strategia politica dei negoziati". Quella del cessate il fuoco è una strategia "che consentirebbe di evitare quello che il Cnt (il governo dei "ribelli", ndr) teme: il consolidamento della spartizione in due della Libia. Ma permetterebbe - ha proseguito Frattini - anche e soprattutto l'accesso a località isolate nelle quali la situazione umanitaria è drammatica, come la periferia di Misurata e la stessa Tripoli". Considerazione finale da parte del Ministro italiano: "Se questa sarà indicata come una soluzione praticabile, si tratterà di un primo passo per consentire di venire incontro a esigenze umanitarie gravissime".

Tuttavia, i vertici della Nato non hanno fatto attendere la reazione contraria alle proposte di tregua che giungono da Roma. "La Nato continuerà la sua missione - ha dichiarato il suo segretario Rasmussen - perché se ci fermiamo un numero imprecisato di civili perderebbero la vita". La stessa linea dell'Alleanza Atlantica è condivisa da Francia e Gran Bretagna. Bernard Valero, Ministro degli Esteri francese, ha così risposto a Frattini: "La coalizione e i Paesi riuniti nel gruppo di contatto ad Abu Dhabi, due settimane fa, sono stati unanimi nella strategia da seguire: bisogna accrescere le pressioni su Gheddafi". Da Londra il premier inglese Cameron ha affermato che la coalizione continuerà a "intensificare le operazioni". Altro che tregua.

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