M. Javad Zarif : La crisi della politica estera degli Stati Uniti d'America

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Nel Nome di Dio, il compassionevole il Misericordioso.

La crisi della politica estera degli Stati Uniti d'America

M. Javad Zarif*

 

In seguito al partenariato transpacifico e all'Accordo sul clima di Parigi, il piano d'azione globale congiunto (JCPOA) è il terzo accordo multilaterale da cui l'attuale Amministrazione degli Stati Uniti si è ritirata. L'Amministrazione ha anche messo a repentaglio altri accordi multilaterali come il NAFTA, il sistema commerciale globale e parti del sistema delle Nazioni Unite, infliggendo così danni considerevoli al multilateralismo e alle prospettive di risoluzione delle controversie attraverso la diplomazia.
L'annuncio dell'8 maggio 2018 del ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA e la reintroduzione unilaterale e illegale delle sanzioni nucleari - una decisione contrastata dalla maggioranza del popolo americano - è stato il culmine di una serie di violazioni dei termini dell'accordo di questa Amministrazione, nonostante il fatto che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, in quanto unica autorità internazionale competente, abbia ripetutamente verificato il rispetto da parte dell'Iran degli impegni assunti in base all'accordo. La decisione degli Stati Uniti è stata respinta dalla comunità internazionale e persino dai suoi alleati più stretti, tra cui l'Unione Europea, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania.

Il 21 maggio 2018, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, in una dichiarazione infondata e ingiuriosa, ha emesso un numero di richieste e minacce contro l'Iran in spregiudicate violazioni del diritto internazionale, di norme internazionali consolidate e comportamenti civilizzati. La sua dichiarazione riflette una reazione disperata dell'Amministrazione statunitense alla schiacciante opposizione della comunità internazionale ai persistenti sforzi della Casa Bianca di cancellare il JCPOA, con il conseguente isolamento di Washington. Pompeo, nella sua dichiarazione, ha tentato di giustificare il ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA e di deviare l'opinione pubblica internazionale dal comportamento illegale degli Stati Uniti e dalla sua totale violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: una risoluzione elaborata e proposta dagli stessi Stati Uniti e adottata all'unanimità dal Consiglio. Le 12 precondizioni di Pompeo per l'Iran da seguire sono particolarmente assurde, in quanto l'Amministrazione statunitense è sempre più isolata a livello internazionale a causa del suo sforzo di minare la diplomazia e il multilateralismo.

Non sorprende che questa dichiarazione e quella del presidente degli Stati Uniti sull'Iran siano state ignorate o ricevute negativamente dalla comunità internazionale, inclusi gli amici e gli alleati degli Stati Uniti. Solo una piccola manciata di Stati clienti degli USA nella nostra regione l'ha accolto favorevolmente.
Dubitiamo seriamente che il Segretario di Stato degli Stati Uniti abbia una minima conoscenza della storia e della cultura dell'Iran e della lotta del popolo iraniano per l'indipendenza e la libertà; e, se avesse conosciuto il sistema politico dell'Iran (in contrasto con quelli degli alleati americani nella regione), basato su una rivoluzione popolare e sulla volontà popolare, avrebbe consegnato una dichiarazione così stravagante. Egli dovrebbe, tuttavia, sapere che porre fine all'intervento straniero negli affari interni dell'Iran - che culminò nei 25 anni successivi al colpo di Stato orchestrato dagli Stati Uniti nel 1953 - era una delle priorità per il popolo iraniano già da prima della rivoluzione islamica. Dovrebbe anche essere consapevole del fatto che negli ultimi 40 anni il popolo iraniano ha resistito eroicamente e sventato aggressioni e pressioni statunitensi - compresi i tentativi di colpo di Stato, gli interventi militari, il sostegno dell'aggressore in una guerra di 8 anni, l'imposizione di sanzioni unilaterali, extraterritoriali e persino multilaterali, arrivando perfino a colpire un aereo passeggeri iraniano nel Golfo Persico nel 1987. "Non dimenticare mai" è anche il nostro mantra.

La Repubblica Islamica dell'Iran trae forza e stabilità dal popolo iraniano, coraggioso e amante della pace; un popolo che, pur cercando un'interazione costruttiva con il mondo sulla base del rispetto reciproco, è pronto a resistere al bullismo e alle estorsioni e a difendere contemporaneamente l'indipendenza e l'onore del proprio Paese. La storia testimonia che coloro che hanno messo in scena l'aggressione contro questa terra secolare, come Saddam e i sostenitori del suo regime, hanno tutti incontrato un destino ignominioso, mentre l'Iran ha continuato con orgoglio e vivacità il suo cammino verso un migliore e più luminoso futuro.

È deplorevole che nell'ultimo anno e mezzo la politica estera degli Stati Uniti - se così possiamo chiamarla - inclusiva di quella verso l'Iran, si sia basata su errate supposizioni e illusioni, se non su vere e proprie allucinazioni. Il Presidente degli Stati Uniti e il suo Segretario di Stato hanno ripetutamente presentato accuse infondate e provocatorie contro l'Iran, una palese interferenza con gli affari interni dell'Iran, minacce illegali contro uno Stato membro delle Nazioni Unite e violazioni degli obblighi internazionali degli Stati Uniti (Carta delle Nazioni Unite, Trattato del 1955 e Accordo di Algeri del 1981). Pur respingendo queste accuse fittizie, vorrei attirare l'attenzione dei politici statunitensi su alcuni aspetti dell'attuale politica estera della loro nazione che sono dannosi per l'intera comunità internazionale:
1- Le decisioni e il comportamento impulsivi e illogici del Presidente degli Stati Uniti - e gli sforzi dei suoi subordinati di trovare qualche giustificazione per persuadere un riluttante pubblico domestico e straniero - sono già emersi come la principale caratteristica del processo decisionale a Washington negli ultimi 17 mesi. Questo processo, unito a spiegazioni mal concepite e affrettate per giustificare i risultati, di solito porta a dichiarazioni e azioni contraddittorie. Ad esempio, nel suo ruolo di direttore della CIA, Mike Pompeo una volta in un'audizione al Congresso asserì enfaticamente: "L'Iran non ha violato i suoi impegni". Più tardi - in seguito alla decisione del Presidente degli Stati Uniti di ritirarsi dall'accordo - più tardi  il Segretario di Stato Pompeo nella sua dichiarazione del 21 maggio affermava che "l'Iran ha violato i suoi impegni".

2 - Non sarebbe esagerato affermare che alcuni aspetti della politica estera degli Stati Uniti sono stati messi in vendita, ben oltre le normali pratiche di lobbying. È, per esempio, senza precedenti che un presidente degli Stati Uniti scelga proprio il Paese  - che aveva definito "fanatico e sostenitore del terrorismo" in campagna elettorale - come destinazione della sua prima visita all'estero da presidente, o per rendere pubblici alcuni aspetti delle sue posizioni di politica estera unitamente all'acquisto di armi e altri strumenti di produzione statunitense da parte di uno o l'altro Paese. è stato inoltre riportato che in alcuni altri casi, interessi finanziari prevalentemente illegittimi hanno rappresentato la base principale per la formulazione di posizioni politiche americane assurdamente mal concepite.

3 - Il disprezzo del diritto internazionale e i tentativi di indebolire lo Stato di diritto nelle relazioni internazionali sono stati tra le principali caratteristiche della politica estera dell'attuale amministrazione. Nella misura in cui, secondo i resoconti dei media, i negoziatori statunitensi nel vertice del G7 hanno persino insistito per eliminare la frase "il nostro impegno a promuovere l'ordine internazionale basato sulle regole". Questo approccio distruttivo ha iniziato a mostrare disprezzo per il principio fondamentale di pacta sunt servanda, che è probabilmente il più antico principio del diritto internazionale. Il ritiro degli Stati Uniti da alcuni accordi internazionali e l'indebolimento degli altri, insieme agli sforzi per indebolire le organizzazioni internazionali, sono esempi di manovre distruttive finora compiute dal governo degli Stati Uniti, che purtroppo hanno oscurato le prospettive per l'ordine internazionale. Ovviamente, la continuazione di tali politiche può compromettere la stabilità della comunità internazionale, trasformando gli Stati Uniti in uno stato canaglia e un fuorilegge internazionale.

4 - Annunciare decisioni sulle illusioni è un altro aspetto della politica estera di questa amministrazione. Questo è stato particolarmente evidente per quanto riguarda l'Asia Occidentale. La decisione illegale e provocatoria nei confronti di al-Quds al-Sharif, il sostegno cieco per le crudeli atrocità commesse dal regime sionista contro gli abitanti di Gaza, e gli attacchi aerei e missilistici contro la Siria sono alcuni degli aspetti più sfacciati di una politica estera così priva di scrupoli.

La dichiarazione rilasciata da Mike Pompeo il 21 maggio è stata il culmine di un approccio delirante degli Stati Uniti alla nostra regione. Ironia della sorte, il Segretario di Stato degli Stati Uniti ha cercato di stabilire le condizioni preliminari per i negoziati e l'accordo con la Repubblica islamica dell'Iran in un momento in cui la comunità internazionale dubita della possibilità o dell'utilità della negoziazione o dell'accordo con gli Stati Uniti su qualsiasi questione. Come può il governo degli Stati Uniti aspettarsi di essere visto o trattato come un partito affidabile per un altro round di seri negoziati dopo il suo ritiro unilaterale e ingiustificato da un accordo che è stato il risultato di centinaia di ore di difficili negoziati bilaterali e multilaterali, in cui il più alto Il funzionario degli affari esteri degli Stati Uniti ha partecipato, e che è stato presentato al Consiglio di sicurezza dagli Stati Uniti e adottato all'unanimità come un impegno internazionale ai sensi dell'articolo 25 della Carta? Recenti dichiarazioni e azioni del presidente degli Stati Uniti, tra cui il rinnegamento del suo accordo con il G7 mentre era in volo di ritorno dal summit, sono altri esempi del suo comportamento irregolare. Le sue osservazioni subito dopo il suo incontro con il capo della Corea del Nord sul suo possibile cambiamento di opinione in 6 mesi sono indicative di ciò che il mondo sta affrontando: un'amministrazione statunitense irrazionale e pericolosa. Il Segretario di Stato americano si aspetta davvero che l'Iran negozi con un governo il cui presidente afferma: "Potrei presentarmi in sei mesi e dire: 'Ehi, ho sbagliato. Non so se lo ammetterò mai, ma troverò una specie di scusa "? Un tale governo può davvero porre delle precondizioni per l'Iran? In realtà, non sta confondendo la querelante per l'imputato? Pompeo ha dimenticato che è il governo degli Stati Uniti che ha bisogno di dimostrare la credibilità delle sue parole e la legittimità della sua firma, e non il partito che ha rispettato i suoi obblighi internazionali e rimane fedele alla sua parola. In realtà, la verità è che tutte le amministrazioni degli Stati Uniti negli ultimi 70 anni dovrebbero essere ritenute responsabili per il loro disprezzo per il diritto internazionale e per le loro violazioni degli accordi bilaterali e multilaterali con l'Iran. Un breve elenco delle legittime richieste del popolo iraniano dal governo degli Stati Uniti potrebbe includere quanto segue:

1- Il governo degli Stati Uniti deve rispettare l'indipendenza e la sovranità nazionale dell'Iran e assicurare all'Iran che cesserà il suo intervento negli affari interni dell'Iran in conformità con la legge internazionale in generale e con l'Accordo di Algeri del 1981 in particolare;

2- Gli Stati Uniti devono abbandonare la propria politica di ricorrere alla minaccia o all'uso della forza - che costituisce una violazione delle norme preliminari del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite - come opzione nella conduzione degli affari esteri con o contro la Repubblica islamica dell'Iran e altri stati;

3- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe rispettare l'immunità statale del governo della Repubblica islamica dell'Iran, che è un principio fondamentale del diritto internazionale e, pur annullando precedenti sentenze arbitrarie e illegittime, dovrebbe astenersi dall'eseguire gli stessi negli Stati Uniti e extraterritoriale;

4- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe riconoscere apertamente le sue azioni ingiustificate e illegali contro il popolo dell'Iran negli ultimi decenni, tra cui, tra l'altro, adottare misure correttive per risarcire il popolo iraniano per i danni subiti e fornire assicurazioni verificabili che sarà cessare e desistere da tali misure illegali e astenersi dal ripeterle mai: un. il suo ruolo nel colpo di stato del 1953 che portò al rovesciamento del governo legittimo e democraticamente eletto dell'Iran e ai successivi 25 anni di dittatura in Iran; b. blocco illegale, sequestro e confisca di decine di miliardi di dollari di beni del popolo iraniano dopo la rivoluzione islamica, o sotto vari pretesti infondati negli ultimi anni:

  1. a. il suo ruolo nel colpo di stato del 1953 che portò al rovesciamento del governo legittimo e democraticamente eletto dell'Iran e ai successivi 25 anni di dittatura in Iran;
  2. b. blocco illegale, sequestro e confisca di decine di miliardi di dollari di beni del popolo iraniano dopo la rivoluzione islamica, o sotto vari pretesti infondati negli ultimi anni;
  3. c. l'aggressione militare diretta contro l'Iran nell'aprile del 1980, che è stata una palese violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Iran;
  4. d. fornitura di una massiccia assistenza militare e di intelligence al dittatore iracheno durante la guerra di otto anni che ha imposto al popolo iraniano infliggendo centinaia di miliardi di dollari di danni all'Iran e alla sua popolazione;
  5. e. la responsabilità nell'enorme sofferenza che gli iraniani hanno subito negli ultimi tre decenni a causa dell'uso da parte di Saddam di armi chimiche, i cui ingredienti sono stati forniti dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali;
  6. f. l'abbattimento di un aereo passeggeri Iran Air da parte della USS Vincennes nel luglio 1988 - un crimine flagrante che ha portato all'assassinio di 290 passeggeri e equipaggio innocenti, e la successiva assegnazione di una medaglia al capitano della nave piuttosto che punirlo per il suo crimine di guerra;
  7. g. ripetuti attacchi contro le piattaforme petrolifere iraniane nel Golfo Persico nella primavera del 1988;
  8. h. insulti ripetuti e ingiustificati contro il popolo iraniano chiamando l'intera nazione "un fuorilegge e una nazione canaglia" o "una nazione terrorista" e includendo l'Iran nel cosiddetto "asse del male";
  9. i. istituzione illegittima e irragionevole di una lista bigotta dei cittadini di alcuni paesi islamici, compresi gli iraniani, che vieta il loro ingresso negli Stati Uniti. Gli iraniani sono tra gli immigrati di maggior successo, educati e rispettosi della legge negli Stati Uniti e hanno fatto un grande servizio alla società americana. Ora è proibito loro di vedere i loro cari, compresi anche i loro nonni anziani;
  10. j. ospitare e fornire rifugio sicuro ai sabotatori anti-iraniani negli Stati Uniti, che istigano apertamente ciecamente violenze contro i civili iraniani e sostengono bande criminali e milizie e organizzazioni terroristiche, alcune delle quali sono state elencate per anni come gruppi terroristici dagli Stati Uniti e in seguito rimosse dal la lista dopo intense pressioni da parte di coloro che hanno ricevuto denaro da loro. Alcuni di questi lobbisti ora occupano posizioni di alto rango nell'amministrazione Trump;
  11. k. sostegno fornito al Mossad per i molteplici assassini terroristici di scienziati nucleari iraniani;
  12. l. sabotaggio del programma pacifico nucleare iraniano attraverso attacchi informatici;
  13. m. fabbricazione di documenti falsi per ingannare la comunità internazionale sul programma nucleare pacifico iraniano e per creare una crisi inutile.

5- Il governo degli Stati Uniti deve cessare la sua persistente aggressione economica contro il popolo iraniano che è continuata negli ultimi quattro decenni; annullare le crudeli ed estese sanzioni primarie ed extraterritoriali, rescindere centinaia di leggi e ordini esecutivi volti a sconvolgere il normale sviluppo dell'Iran che sono in flagrante violazione del diritto internazionale e sono stati universalmente condannati, e risarcire il popolo iraniano per gli enormi danni all'economia iraniana e la sua gente.

6- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe immediatamente cessare le sue violazioni e violazioni del JCPOA, che hanno causato centinaia di miliardi di dollari in danni diretti e indiretti per interrompere il commercio e gli investimenti stranieri in Iran, risarcire la popolazione iraniana per questi danni e impegnarsi ad attuare incondizionatamente e in modo verificabile tutti i suoi obblighi ai sensi dell'accordo e astenersi (in conformità con il JCPOA) da qualsiasi politica o azione per compromettere la normalizzazione delle relazioni commerciali e economiche con l'Iran.

7- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe rilasciare tutti gli iraniani e non iraniani che sono detenuti in condizioni crudeli negli Stati Uniti con accuse inventate relative alla presunta violazione delle sanzioni, o arrestati in altri paesi in seguito a pressioni illegali da parte del governo statunitense per estradizione, e compensare per il danno inflitto su di loro. Questi includono donne incinte, anziani e persone che soffrono di gravi problemi di salute; alcuni dei quali hanno perso la vita in prigione.

8- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe riconoscere le conseguenze delle sue invasioni e degli interventi nella regione, compresi in Iraq, Afghanistan e nella regione del Golfo Persico, e ritirare le sue forze da e interrompere le interferenze nella regione.

9- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe cessare le politiche e il comportamento che hanno portato alla creazione del vizioso gruppo terroristico DAESH e ad altre organizzazioni estremiste e costringere i suoi alleati regionali a smettere di fornire supporto finanziario e politico e armamenti ai gruppi estremisti in Asia occidentale e al mondo.

10- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe smettere di fornire armi e equipaggiamento militare agli aggressori - che stanno assassinando migliaia di civili yemeniti innocenti e distruggendo il paese - e cessare la sua partecipazione a questi attacchi. Dovrebbe costringere i suoi alleati a porre fine alla loro aggressione contro lo Yemen e compensare l'enorme danno arrecato a quel paese.

11- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe interrompere il suo supporto illimitato e incondizionato per il regime sionista in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale; condannare la sua politica di apartheid e gravi violazioni dei diritti umani e sostenere i diritti del popolo palestinese, incluso il loro diritto all'autodeterminazione e l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente con al-Quds al-Sharif come capitale.

12- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe smettere di vendere ogni anno centinaia di miliardi di attrezzature letali non belliche alle regioni in crisi, in particolare l'Asia occidentale, e invece di trasformare queste regioni in polveri vuote dovrebbe permettere l'enorme quantità di denaro speso per le armi servire come finanziamento per lo sviluppo e la lotta alla povertà. Solo una piccola parte del denaro pagato dai clienti statunitensi di armi potrebbe alleviare la fame e la miseria, fornire acqua potabile e pulita e combattere le malattie in tutto il mondo.

13- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe smettere di opporsi agli sforzi compiuti dalla comunità internazionale negli ultimi 5 decenni per istituire una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente. Dovrebbe costringere il regime sionista - con la sua storia di aggressione e occupazione - a de-nuclearizzare, neutralizzando così la più grave minaccia reale alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale, che proviene dalle armi più distruttive nelle mani del regime più guerrafondaio in il nostro tempo.

14- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe smettere di affidarsi sempre più alle armi nucleari e alle dottrine dell'uso di armi nucleari per contrastare le minacce convenzionali, una politica che è in flagrante violazione dell'impegno assunto ai sensi dell'articolo VI del Trattato di non proliferazione, il parere consultivo dell'Internazionale Corte di giustizia, la dichiarazione della Conferenza di revisione del TNP del 1995 e la risoluzione 984 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti dovrebbero rispettare i propri obblighi morali, legali e di sicurezza nel campo del disarmo nucleare, che è una richiesta quasi unanime di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, e praticamente tutte le persone in tutto il mondo, inclusi persino gli ex Segretari di Stato statunitensi. Come l'unico Stato che è timbrato dalla vergogna di usare mai le stesse armi nucleari, spetta agli Stati Uniti liberare l'umanità dall'incubo di un olocausto nucleare globale e abbandonare l'illusione della sicurezza basata sulla "distruzione reciprocamente assicurata" (PAZZO).

15- Il governo degli Stati Uniti dovrebbe impegnarsi una volta per tutte a rispettare il principio di pacta sunt servanda (gli accordi devono essere mantenuti), che è il principio più fondamentale del diritto internazionale e un fondamento per le relazioni civilizzate tra i popoli, e scartare in pratica il una dottrina pericolosa che vede il diritto internazionale e le organizzazioni internazionali semplicemente come "uno strumento nella cassetta degli attrezzi degli Stati Uniti".

Le politiche statunitensi poc'anzi descritte sono esempi di ciò che ha portato gli iraniani a diffidare del governo americano. Sono anche tra le cause alla base dell'ingiustizia, della violenza, del terrorismo, della guerra e dell'insicurezza nell'Asia occidentale. Queste politiche non porteranno altro che un pesante tributo alle vite umane e alle risorse materiali per diverse regioni del mondo e all'isolamento per gli Stati Uniti nell'opinione pubblica mondiale. Gli unici a beneficiare sono e saranno i produttori di armi letali. Se il governo statunitense ha il coraggio di rinunciare a queste politiche con parole e fatti, il suo isolamento globale finirà e una nuova immagine degli Stati Uniti emergerà nel mondo, incluso in Iran, aprendo la strada a sforzi congiunti per la sicurezza, la stabilità e sviluppo sostenibile inclusivo.

Ammetto che purtroppo non è realistico nutrire una speranza per un simile cambiamento nel comportamento degli Stati Uniti. Pertanto, a livello globale, la Repubblica islamica dell'Iran da anni promuove l'inclusione, il multilateralismo, il dialogo, il rispetto dello stato di diritto e il disarmo nucleare attraverso iniziative come il Dialogo tra civiltà e WAVE (World Against Violence and Extremism) e ha partecipato attivamente negli sforzi internazionali per raggiungere il disarmo nucleare e un sistema internazionale basato su regole. Abbiamo anche presentato proposte pratiche e intrapreso seri sforzi diplomatici per porre fine ai conflitti regionali in Siria e Yemen attraverso la diplomazia fin dalle prime fasi di questi sfortunati conflitti, purtroppo, alle orecchie sorde degli Stati Uniti che continuano a sostenere aggressori e terroristi in ogni conflitto nella nostra regione. E in seguito al ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA, l'Iran si è seriamente impegnato con i restanti partecipanti al JCPOA (EU/E3+2) in uno sforzo in buona fede per salvare questo straordinario successo diplomatico globale. Continuiamo a farlo al momento della stesura di questo documento.
A livello nazionale, l'Iran ha assicurato la sua sicurezza e stabilità negli ultimi 4 decenni sulla base delle sue intrinseche capacità interne e del suo affidamento sul grande popolo iraniano, non sulla benevolenza o sul patrocinio di qualsiasi potenza straniera. Nonostante la pressione estera e pur consumando relativamente la quantità minima nella regione degli armamenti, è diventata più forte, più stabile e più avanzata di giorno in giorno.

E a livello regionale, in contrasto con gli Stati Uniti e la sua politica estera, l'Iran - in conformità con la sua costituzione - non cerca né di dominare né si sottometterà mai al dominio. Crede che l'era dell'egemonia regionale e globale sia stata a lungo passata, e qualsiasi sforzo da parte di qualsiasi potere per raggiungerlo è futile. Invece di cedere alla dominazione straniera o cercare di dominare gli altri, i paesi della nostra regione dovrebbero cercare di creare una regione più forte, più prospera e più stabile. Noi in Iran consideriamo la nostra sicurezza e stabilità come inseparabili da quelle dei nostri vicini. Abbiamo una storia e una cultura comuni, nonché opportunità e sfide indivisibili, e possiamo godere solo della sicurezza e della stabilità a casa, se e solo se i nostri vicini godranno di stabilità e sicurezza interne ed internazionali. Ci aspettiamo che altri paesi regionali adottino un approccio simile e, invece di insistere sul fallito esperimento di "cercare di acquistare o esternalizzare la sicurezza", concentrarsi sul dialogo, sulla comprensione reciproca, sulla costruzione della fiducia e sulla cooperazione con i vicini.

La Repubblica islamica dell'Iran considera l'istituzione di un "Forum di dialogo regionale" nel Golfo Persico come il mezzo migliore per risolvere le crisi regionali e creare una regione più forte. Possiamo iniziare ad adottare misure di rafforzamento della fiducia per avvicinare gli Stati regionali sulla base di principi come l'uguaglianza sovrana degli Stati, non ricorso alla minaccia o all'uso della forza, risoluzione pacifica delle controversie, rispetto dell'integrità territoriale di altri Stati, inviolabilità dei confini internazionali, non intervento negli affari interni di altri e rispetto del diritto dei popoli all'autodeterminazione. Promuovendo una comprensione comune delle minacce e delle opportunità a livello regionale e globale, possiamo procedere verso il raggiungimento di un patto di non aggressione e la creazione di meccanismi comuni per la cooperazione regionale. Crediamo fermamente che noi, a livello regionale, come gli eredi delle più ricche civiltà che il mondo abbia mai conosciuto, dovremmo alzarci in piedi e risolvere i nostri problemi tra noi stessi e assicurare un futuro migliore per tutti i nostri figli senza interferenze esterne e clientelismo, entrambi che comportano un pesante costo per la nostra dignità collettiva e per il nostro sviluppo futuro.

*M. Javad Zarif Ministro degtli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell''Iran.

 

Traduzione effettuata dalla Redazione di  Agenzia Stampa Italia

 Fonte foto: www.parstoday.com

 

Segue il testo originale

 

In the Name of God, the Compassionate the Merciful

US Foreign Policy in Crisis

M. Javad Zarif

Following the Trans-Pacific Partnership and the Paris Climate Accord, the Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) is the third multilateral agreement that the current United States administration has withdrawn from. The administration has also put in jeopardy other multilateral arrangements such as NAFTA, the global trade system, and parts of the United Nations system, thus inflicting considerable damage to multilateralism, and the prospects for resolving disputes through diplomacy.

The announcement on 8 May 2018 of United States’ withdrawal from the JCPOA and the unilateral and unlawful re-imposition of nuclear sanctions[1] -- a decision opposed by majority of the American people[2] -- was the culmination of a series of violations of the terms of the accord by this administration, in spite of the fact that the International Atomic Energy Agency, as the sole competent international authority had repeatedly verified Iran’s compliance with its commitments under the accord.[3] The U.S. decision was rejected by the international community and even its closest allies, including the European Union[4], Britain[5], France[6] and Germany.

On 21 May 2018, US Secretary of State Mike Pompeo, in a baseless and insulting statement, issued a number of demands of and threats against Iran[7] in brazen contravention of international law, well-established international norms, and civilized behavior. His statement reflected a desperate reaction by the US administration to the overwhelming opposition of the international community to the persistent efforts by the White House to kill the JCPOA, and the ensuing Washington’s isolation. Mr. Pompeo, in his statement, attempted to justify the US’ withdrawal from the JCPOA and divert international public opinion from the unlawful behavior of the United States and its outright violation of UN Security Council resolution 2231[8]; a resolution drafted and proposed by the US itself and adopted unanimously by the Council. Mr. Pompeo’s 12 preconditions for Iran to follow are especially preposterous as the US administration itself is increasingly isolated internationally due to its effort to undermine diplomacy and multilateralism. It comes as no surprise that the statement and the one made by the US president on Iran were either ignored or received negatively by the international community, including by friends  and allies of the United States. Only a small handful of US client states in our region welcomed it.[9]

I seriously doubt that had the US Secretary of State even had a slight knowledge of Iran’s history and culture and the Iranian people’s struggle for independence and freedom, and had he known that Iran’s political system—in contrast to those of the American allies in the region—is based on a popular revolution and the people’s will, would he have delivered such an outlandish statement. He should, however, know that ending foreign intervention in Iran’s domestic affairs, which culminated in the 25-year period following the US-orchestrated coup in 1953, had always been one of the Iranian people’s main demands since well before the Islamic Revolution. He should also be aware that in the past 40 years the Iranian people have heroically resisted and foiled aggressions and pressures by the US, including its coup attempts, military interventions, support of the aggressor in an 8-year war, imposition of unilateral, extraterritorial and even multilateral sanctions, and even going as far as shooting down an Iranian passenger plane in the Persian Gulf in 1987. “Never forget” is our mantra, too.

The Islamic Republic of Iran derives its strength and stability from the brave and peace-loving Iranian people; a people who, while seeking constructive interaction with the world on the basis of mutual respect, are ready to resist bullying and extortions and defend in unison their country’s independence and honor. History bears testimony to the fact that those who staged aggression against this age-old land, such as Saddam and his regime’s supporters, all met an ignominious fate, while Iran has proudly and vibrantly continued its path towards a better and brighter future.

It is regrettable that in the past one-and-a-half years, US foreign policy—if we can call it that[10]—including its policy towards Iran has been predicated on flawed assumptions and illusions—if not actual delusions. The US President and his Secretary of State have persistently made baseless and provocative allegations against Iran that constitute blatant intervention in Iran’s domestic affairs, unlawful threats against a UN Member State, and violations of the United States’ international obligations under the UN Charter, the 1955 Treaty[11], and the 1981 Algiers Accord[12]. While rejecting these fictitious allegations, I would like to draw the attention of U.S. policymakers to some aspects of their nation’s current foreign policy that are detrimental to the entire international community:

1 -  Impulsive and illogical decisions and behavior of the US President—and efforts by his subordinates to find some justification to persuade a reluctant domestic and foreign audience—have already surfaced as the main feature of the decision-making process in Washington over the past 17 months. This process, coupled with ill-conceived and hasty explanations to justify outcomes, usually lead to contradictory statements and actions. As an example, in his role as CIA Director, Mike Pompeo once in a Congressional hearing emphatically stated: “Iran has not violated its commitments[13].” Later, and following the US President’s decision to withdraw from the accord, now Secretary of State Pompeo in his statement on May 21 emphatically stated that “Iran has violated its commitments[14].”

2 - It wouldn’t be an exaggeration to say that some aspects of US foreign policy have been put up for auction—far beyond the routine lobbying practices. It is, for instance, unprecedented that a US president should choose the very country he had called “fanatic and a supporter of terrorism[15]” during his election campaign as the destination for his first foreign visit as president[16], or to publicly make aspects of his foreign policy positions contingent on the purchase by one or another country of arms and other items from the United States.[17] It has also been reported that in some other cases, mostly illegitimate financial interests have been the main basis for the formulation of mind-bogglingly ill-conceived US policy positions.[18]

3 - Contempt for international law and attempts to undermine the rule of law in international relations have been among the main features of the current administration’s foreign policy. To the extent, according to media reports, that the US negotiators in the G7 Summit were even insisting on deleting the phrase “our commitment to promote the rules-based international order.”[19] This destructive approach began by showing contempt for the fundamental principle of pacta sunt servanda, which is arguably the oldest principle of international law. The US withdrawal from some international agreements and undermining others, coupled with efforts to weaken international organizations, are examples of destructive moves so far by the US government, which have unfortunately darkened the outlook for the international order. Obviously, the continuation of such policies can endanger the stability of the international community, turning the U.S. into a rogue state and an international outlaw.[20]

4 - Predicating decisions on illusions is another aspect of this administration’s foreign policy. This has been especially evident with respect to West Asia. The illegal and provocative decision regarding al-Quds al-Sharif, blind support for the cruel atrocities committed by the Zionist regime against Gazans, and aerial and missile attacks against Syria are some of the more brazen aspects of such an unprincipled foreign policy.

The statement made by Mr. Pompeo on May 21 was the culmination of a delusional US approach to our region. Ironically, the U.S. Secretary of State tried to set preconditions for negotiations and agreement with the Islamic Republic of Iran at a time when the international community is doubtful about the possibility or utility of negotiation or agreement with the US on any issue. How can the US government expect to be viewed or treated as a reliable party to another round of serious negotiations following its unilateral and unwarranted withdrawal from an agreement which was the result of hundreds of hours of arduous bilateral and multilateral negotiations, in which the highest ranking US foreign affairs official participated, and which was submitted to the Security Council by the US and adopted unanimously as an international commitment under Article 25 of the Charter?

Recent statements and actions by the U.S. president, including reneging on his agreement with the G7[21] while in the air flying back from the summit, are other examples of his erratic behavior. His remarks immediately following his meeting with the leader of the DPRK regarding his possible change of mind in 6 months are indicative of what the world is facing—an irrational and dangerous US administration. Does the US Secretary of State really expect Iran to negotiate with a government whose president says: “I may stand before you in six months and say, ‘Hey, I was wrong. I don’t know if I’ll ever admit that, but I’ll find some kind of an excuse”[22]? Can such a government really set preconditions for Iran? Isn’t it actually confusing the plaintiff for the defendant? Mr. Pompeo has forgotten that it is the US government that needs to prove the credibility of its words and legitimacy of its signature, and not the party that has complied with its international obligations and sticks to its word. In fact, the truth is that all US administrations in the past 70 years should be held accountable for their disregard for international law, and their violations of bilateral and multilateral agreements with Iran. A short list of the rightful demands of the Iranian people from the US government could include the following:

1 -  The US government must respect Iran’s independence and national sovereignty and assure Iran that it will end its intervention in Iran’s domestic affairs in accordance with international law in general, and the 1981 Algiers Accord[23] in particular.

2 - The United States must abandon its policy of resorting to the threat or use of force – which constitute a breach of the preemptory norms of international law and principles of the Charter of the United Nations – as an option in the conduct of its foreign affairs with or against the Islamic Republic of Iran and other States.

3 - The US government should respect the State immunity of the government of the Islamic Republic of Iran,[24] which is a fundamental principle of international law, and, while rescinding previous arbitrary and unlawful financial judgments, it should refrain from executing them in the US and extra-territorially.

4 - The US government should openly acknowledge its unwarranted and unlawful actions against the people of Iran over the past decades, including inter alia the following, take remedial measures to compensate the people of Iran for the damages incurred, and provide verifiable assurances that it will cease and desist from such illegal measures and refrain from ever repeating them:

    1. its role in the 1953 coup[25] that led to the overthrow of Iran’s lawful and democratically-elected government and the subsequent 25 years of dictatorship in Iran;[26]
    2. unlawful blocking, seizure and confiscation of tens of billions of dollars of assets of the Iranian people after the Islamic revolution[27], or under various baseless pretexts[28] in recent years;[29]
    3. direct military aggression against Iran in April 1980[30], which was a blatant violation of the sovereignty and territorial integrity of Iran;
    4. provision of massive military and intelligence assistance to the Iraqi dictator[31] during the 8-year war he imposed on the Iranian people[32] inflicting hundreds of billions of dollars of damages on Iran and its people;
    5. responsibility in the enormous suffering that Iranians have incurred over the past 3 decades as a result of the use by Saddam of chemical weapons, whose ingredients were provided[33] by the US[34] and some other western countries;[35]
    6. the shooting down of an Iran Air passenger plane by the USS Vincennes in July 1988—a flagrant crime that led to the murder of 290 innocent passengers and crew[36], and the subsequent awarding of a medal to the captain of the ship[37] rather than punishing him for his war crime;
    7. repeated attacks against Iran’s oil platforms in the Persian Gulf[38] in the spring of 1988;
    8. repeated and unwarranted insults against the Iranian people by calling the entire nation “an outlaw and rogue nation”[39] or “a terrorist nation”[40] and by including Iran in the so-called “axis of evil;”[41]
    9. unlawful and unreasonable establishment of a bigoted list of the nationals of some Islamic countries, including Iranians, prohibiting their entry into the US.[42] The Iranians are among the most successful, educated and law-abiding immigrants in the US and have done great service to American society. They are now prohibited from seeing their loved ones, including even their aging grandparents;
    10. harboring and providing safe haven to anti-Iranian saboteurs in the USA, who openly incite blind violence against Iranian civilians,[43] and supporting criminal gangs and militias and terrorist organizations,[44] some of which were listed for years as terrorist groups by the US and later removed from the list following intense lobbying by those who have received money from them.[45] Some of those lobbyists[46]  now occupy high-ranking positions in the Trump administration;
    11. support provided to Mossad[47] for the multiple terrorist assassinations of Iranian nuclear scientists;[48]
    12. sabotage of Iran’s nuclear peaceful program through cyber-attacks;[49]
    13. fabrication of fake documents[50] to deceive the international community over Iran’s peaceful nuclear program and to create an unnecessary crisis[51]           
  • The United States government must cease its persistent economic aggression against the Iranian people which has continued over the past four decades; nullify the cruel and extensive primary and extraterritorial sanctions, rescind hundreds of legislations and executive orders[52] aimed at disrupting Iran’s normal development which are in flagrant contravention of international law[53] and have been universally condemned,[54] and compensate the Iranian people for the enormous damages to the Iranian economy and its people.
  • The US government should immediately cease its violations and breaches of the JCPOA[55], which have caused hundreds of billions of dollars in direct and indirect damages for disrupting trade with and foreign investment in Iran, compensate Iranian people for these damages and commit to implement unconditionally and verifiably all of its obligations under the accord, and refrain (in accordance with the JCPOA) from any policy or action to adversely affect the normalization of trade and economic relations with Iran.
  • The US government should release all Iranians and non-Iranians who are detained under cruel conditions in the US under fabricated charges[56] related to the alleged violation of sanctions[57], or apprehended in other countries following unlawful pressure by the US government for extradition, and compensate for the damage inflicted on them. These include pregnant women,[58] the elderly and people suffering from serious health problems; some of whom have even lost their lives in prison.[59]
  • The US government should acknowledge the consequences of its invasions and interventions in the region, including in Iraq,[60] Afghanistan and the Persian Gulf region[61], and withdraw its forces from and stop interfering in the region.
  • The US government should cease policies and behavior that have led to the creation of the vicious DAESH terrorist group and other extremist organizations, and compel its regional allies to verifiably stop providing financial and political support and armaments to extremist groups in West Asia and the world[62].
  • The US government should stop providing arms and military equipment to the aggressors—who are murdering thousands of innocent Yemeni civilians and destroying the country[63]— and cease its participation in these attacks.[64] It should compel its allies to end their aggression against Yemen and compensate for the enormous damage done to that country.
  • The US government should stop its unlimited and unconditional support for the Zionist regime[65] in line with its obligations under international law; condemn its policy of apartheid and gross violations of human rights, and support the rights of the Palestinian people, including their right to self-determination and the establishment of an independent Palestinian State with al-Quds al-Sharif as its capital.
  • The US government should stop selling hundreds of billions of lethal—not beautiful—military equipment every year to regions in crisis[66], especially West Asia, [67] and instead of turning these regions into powder kegs[68] it should allow the enormous amount of money spent on arms to serve as funding for development and combating poverty. Only a fraction of the money paid by US arms customers could alleviate hunger and abject poverty, provide for potable, clean water, and combat diseases throughout the globe.[69]
  • The US government should stop opposing the efforts by the international community for the past 5 decades to establish a zonefree from weapons of mass destruction in the Middle East.[70] It should compel the Zionist regime—with its history of aggression and occupation—to de-nuclearize, thus neutralizing the gravest real threat to regional and international peace and security, which emanates from the most destructive arms in the hands of the most warmongering regime in our time.
  • The US government should stop increasingly relying on nuclear weapons and the doctrines of using nuclear weapons to counter conventional threats[71]—a policy that is in flagrant contravention of its commitment under Article VI of the Non-Proliferation Treaty, the advisory opinion of the International Court of Justice,[72] the 1995 NPT Review Conference Declaration, and UN Security Council resolution 984. The U.S. should comply with its moral, legal and security obligations in the field of nuclear disarmament, which is a near unanimous demand of all United Nations Member States, and virtually all people across the globe, including even former US Secretaries of State.[73] As the only State that is stamped with the shame of ever using nuclear weapons itself, it is incumbent on the US to relieve humanity from the nightmare of a global nuclear holocaust, and give up on the illusion of security based on “mutually assured destruction” (MAD).
  • The US government should once and for all commit itself to respect the principle of pacta sunt servanda (agreements must be kept), which is the most fundamental principle of international law and a foundation for civilized relations among peoples, and discard in practice the dangerous doctrine which views international law and international organizations as merely “a tool in the US toolbox”[74].

The aforementioned US policies are examples of what has resulted in Iranians distrusting the American government. They are also among underlying causes of injustice, violence, terrorism, war and insecurity in West Asia. These policies will bring about nothing but a heavy toll in human lives and material assets[75] for different regions of the world, and isolation for the US in world public opinion[76]. The only ones benefitting are and will be lethal arms manufacturers. If the US government summons the courage to renounce these policies in words and deeds, its global isolation will end and a new image of the US will emerge in the world, including in Iran, paving the path to joint efforts for security, stability, and inclusive sustainable development.

I admit that regrettably, it is not realistic to harbor a hope for such a change in US behavior. Thus, at the global level the Islamic Republic of Iran has for years promoted inclusion, multilateralism, dialogue, respect for the rule of law and nuclear disarmament through initiatives such as Dialogue among Civilizations[77] and WAVE (World Against Violence and Extremism)[78], and participated actively in international efforts to achieve nuclear disarmament[79] and a rule-based international system[80]. We have also presented practical proposals and engaged in serious diplomatic efforts to end regional conflicts in Syria[81] and Yemen[82] through diplomacy from the earliest stages of these unfortunate conflicts, sadly, to the deaf ears of the United States that continues to support aggressors and terrorists in every conflict in our region. And following the United States' withdrawal from the JCPOA, Iran has earnestly engaged with the remaining JCPOA Participants (EU/E3+2) in a good faith effort to salvage this unique global diplomatic achievement[83]. We continue to do so as of this writing.

Nationally, Iran has ensured its security and stability in the past 4 decades on the basis of its inherent domestic capabilities and its reliance on the great Iranian people, not on any foreign power’s benevolence or patronage. Despite foreign pressure and while expending comparatively the least amount in the region on armaments[84], it has become stronger, more stable and more advanced by the day.

And regionally, in contrast to the US and its foreign policy, Iran—in accordance with its constitution[85]—neither seeks to dominate nor will it ever submit to domination. It believes that the era of regional and global hegemony has long passed, and any effort by any power to achieve it is futile.[86] Instead of yielding to foreign domination or trying to dominate others, countries in our region should seek to create a stronger, more prosperous and more stable region.[87] We in Iran view our security and stability as inseparable from those of our neighbors.[88] We have a common history and culture as well as indivisible opportunities and challenges, and can only enjoy security and stability at home, if and only if our neighbors enjoy internal and international stability and security. We expect other regional countries to adopt a similar approach, and instead of insisting on the failed experiment of “trying to purchase or outsource security,”[89] concentrate on dialogue, mutual understanding, confidence building, and cooperation with neighbors.

The Islamic Republic of Iran views the establishment of a “Regional Dialogue Forum” in the Persian Gulf as the best means to resolve regional crises and create a stronger region.[90] We can begin adopting confidence-building measures to bring regional countries closer to each other on the basis of such principles as the sovereign equality of states, non-resort to the threat or use of force, peaceful settlement of disputes, respect for territorial integrity of other States, inviolability of international boundaries, non-intervention in domestic affairs of others, and respect for the right of peoples to self-determination. By fostering common understanding about threats and opportunities at the regional and global levels, we can move towards achieving a non-aggression pact and creating common mechanisms for regional cooperation. We firmly believe that we, regionally—as the inheritors of the richest civilizations the world has ever known—should stand tall and can solve our own problems amongst ourselves and secure a better future for all of our children without outside interference and patronage, both of which come at a heavy cost to our collective dignity as well as our future development.

 

*M. Javad Zarif Ambasciatore della Repubblica Islamica dell''Iran in Italia. 

 

[1] https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/ceasing-u-s-participation-jcpoa-taking-additional-action-counter-irans-malign-influence-deny-iran-paths-nuclear-weapon/

[2] https://edition.cnn.com/2018/05/08/politics/poll-iran-agreement/index.html

[3] IAEA in its report of 24 May, IAEA has concluded that “continues to verify the non-diversion of declared material at the nuclear facilities and locations outside facilities where nuclear material is customarily used(LOFs) declared by Iran under its Safeguards Agreement” and “since Implementation Day, the Agency has been verifying and monitoring the implementation by Iran of its nuclear-related commitments under the JCPOA.” 

https://www.iaea.org/newscenter/focus/iran/iaea-and-iran-iaea-reports

[4] https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/44238/remarks-hrvp-mogherini-statement-us-president-trump-regarding-iran-nuclear-deal-jcpoa_en

[5] https://www.gov.uk/government/news/joint-statement-from-prime-minister-may-chancellor-merkel-and-president-macron-following-president-trumps-statement-on-iran

[6] https://www.diplomatie.gouv.fr/en/french-foreign-policy/disarmament-and-non-proliferation/events/article/jcpoa-joint-statement-by-france-the-united-kingdom-and-germany-08-05-18

[7] https://www.state.gov/secretary/remarks/2018/05/282301.htm

[8]  The Security Council in the resolution 2231 (2015) has urged the full implementation of the JCPOA and has called upon all UN Member States, including the United States to “refrain from actions that undermine implementation of commitments under the JCPOA”.

[9] http://www.newsweek.com/trumps-iran-deal-announcement-could-leave-us-isolated-and-allies-trouble-916023

[10] https://www.washingtonpost.com/news/josh-rogin/wp/2018/05/21/pompeos-iran-strategy-speech-lacked-a-real-strategy/?utm_term=.9789576593c4

[11] According to Treaty of Amity of 1955, the United States is obliged not to impose sanctions against Iran and Iranians peoples. For instance, Article IV of this Treaty is obliging the United States “at all times accord fair and equitable treatment to the Iranian nationals and companies” and “refrain from applying unreasonable or discriminatory measures that would impair Iranians legally acquired rights and interests”. Furthermore, Article X is prescribing that “Between the territories of the United States and Iran “shall be freedom of commerce and navigation.”

[12] In the Algeria Declaration of 1981, “The United States pledged that it is and from now on will be the policy of the United States not to intervene, directly or indirectly, politically or militarily, in Iran's internal affairs.”

[13] https://www.foreign.senate.gov/hearings/nomination-041218

[14] https://www.state.gov/secretary/remarks/2018/05/282301.htm

[15] https://www.politico.com/story/2016/10/full-transcript-third-2016-presidential-debate-230063

[16] https://lobelog.com/how-the-saudis-took-donald-trump-for-a-ride/

[17] https://www.whitehouse.gov/briefings-statements/remarks-president-trump-crown-prince-mohammed-bin-salman-kingdom-saudi-arabia-bilateral-meeting/ ,  https://www.rt.com/news/421890-peanuts-mbs-trump-video/  and https://www.haaretz.com/us-news/trump-humiliated-saudi-crown-prince-while-boasting-about-arms-sales-1.5938561

[18] https://theintercept.com/2018/03/02/jared-kushner-real-estate-qatar-blockade/   and https://www.vanityfair.com/news/2018/03/did-jared-kushner-punish-qatar-because-it-wouldnt-lend-his-family-money

[19]  https://www.reuters.com/article/us-g7-summit-communique-text/the-charlevoix-g7-summit-communique-idUSKCN1J5107

[20] https://www.smh.com.au/world/middle-east/donald-trump-s-america-has-just-become-a-rogue-nation-20180509-p4zebu.html

[21] https://www.bbc.com/news/world-us-canada-44427660 and https://www.telegraph.co.uk/news/2018/06/10/donald-trump-throws-g-7-disarray-tweets-leaves/

[22] http://thehill.com/homenews/administration/391774-trump-if-i-was-wrong-about-kim-ill-find-some-kind-of-an-excuse  and https://www.rollingstone.com/politics/news/trump-interview-north-korea-w521433

[23] http://www.iusct.net/General%20Documents/1-General%20Declaration%E2%80%8E.pdf

[24] http://www.icj-cij.org/en/case/143/judgments

[25] https://www.theguardian.com/world/2013/aug/19/cia-admits-role-1953-iranian-coup

https://nsarchive2.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB435/#_ftn1

[26] https://www.nytimes.com/2000/04/16/world/secrets-history-cia-iran-special-report-plot-convulsed-iran-53-79.html

[27] According to Points II and III of Algeria Declaration of 1981, the United States is committed to return all Iranians Assets.

[28] https://www.supremecourt.gov/opinions/15pdf/14-770_9o6b.pdf

[29] https://scholarship.law.berkeley.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=2243&context=californialawreview

[30] https://www.britannica.com/event/Operation-Eagle-Claw

[31] https://www.nytimes.com/1992/01/26/world/us-secretly-gave-aid-to-iraq-early-in-its-war-against-iran.htmlhttps://www.washingtonpost.com/archive/politics/2002/12/30/us-had-key-role-in-iraq-buildup/133cec74-3816-4652-9bd8-7d118699d6f8/?noredirect=on&utm_term=.6be00053e094  and https://en.wikipedia.org/wiki/United_States_support_for_Iraq_during_the_Iran%E2%80%93Iraq_War.  Also according to PBS Frontline, Saddam was recruited by the CIA while in Cairo in the 1950s. According to United Press International, he was used by the United States to plan a coup against General Abdulkarim Qassim. His collaboration with the United States after assuming power in 1979 has been widely documented. See Richard Sale “Exclusive: Saddam key in early CIA plot,” United Press International, 4 October 2003, http://www.upi.com/archive/view.php?archive=1&StoryID=20030410-070214-6557r

[32] https://1997-2001.state.gov/statements/2000/000317.html

[33] https://glasgow.rl.talis.com/items/684B064F-2507-AE89-0568-56D8F164C550.html

[34] http://www.bbc.com/persian/iran-features-40431691

[35] http://foreignpolicy.com/2013/08/26/exclusive-cia-files-prove-america-helped-saddam-as-he-gassed-iran/

[36] https://www.britannica.com/event/Iran-Air-flight-655

[37] https://www.washingtonpost.com/archive/politics/1990/04/23/2-vincennes-officers-get-medals/cf383f02-05ce-435b-9086-5d61de569ed8/?utm_term=.e6c9789813e6

[38] The International Court of Justice, the principal judicial organ of the United Nations, in its Judgment of 2003 found that “the actions of the United States of America against Iranian oil platforms on 19 October 1987 and 18 April 1988 cannot be justified as measures necessary to protect the essential security interests of the United States of America under Article XX, paragraph 1 (d), of the 1955 Treaty of Amity, Economic Relations and Consular Rights between the United States of America and Iran, as interpreted in the light of international law on the use of force.”

[39] http://articles.latimes.com/1987-09-28/news/mn-6980_1_weinberger

[40] https://www.washingtonpost.com/video/politics/trump-calls-iran-a-terrorist-nation-like-few-others/2017/10/13/810b8214-b025-11e7-9b93-b97043e57a22_video.html?utm_term=.33c4c2ad3feb

[41] https://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2002/01/20020129-11.html

[42] https://travel.state.gov/content/travel/en/us-visas/tourism-visit/visa-waiver-program.html  

[43] http://www.socialist.ca/node/3550

[44] https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/monographs/2009/RAND_MG871.pdf

[45] http://foreignpolicy.com/2018/04/30/bolton-iran-mek-terrorism-trump/

[46] https://www.politico.com/magazine/story/2016/11/giuliani-mek-terrorist-group-money-bolton-iran-214479 , https://www.youtube.com/watch?v=4OWYnNh9w4s ; Also in, http://nototerrorism-cults.com/en/?p=1436

[47] https://www.politico.eu/article/netanyahu-israel-assassinate-iranian-scientists-hatched-a-secret-plan/

[48] https://www.jpost.com/Middle-East/Iran/Israel-behind-assassinations-of-Iran-nuclear-scientists-Yaalon-hints-411473

https://www.politico.com/magazine/story/2018/03/05/israel-assassination-iranian-scientists-217223

[49] https://www.washingtonpost.com/world/national-security/us-israel-developed-computer-virus-to-slow-iranian-nuclear-efforts-officials-say/2012/06/19/gJQA6xBPoV_story.html?noredirect=on&utm_term=.54301c957813; Also in: https://www.nytimes.com/2012/06/01/world/middleeast/obama-ordered-wave-of-cyberattacks-against-iran.html

[50] https://www.nytimes.com/2015/01/27/us/politics/cia-officer-in-leak-case-jeffrey-sterling-is-convicted-of-espionage.html

[51] http://justworldbooks.com/books-by-title/manufactured-crisis/

[52] https://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/Programs/pages/iran.aspx

[53] https://treaties.un.org/Pages/showDetails.aspx?objid=0800000280142196

[54] https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31996R2271:EN:HTML

[55] See UN. Documents A/72/869 and S/2018/453

[56] https://www.theblaze.com/news/2014/01/13/former-u-s-defense-contractor-arrested-for-attempting-to-ship-sensitive-information-to-iran; Also in: https://www.justice.gov/usao-sdny/pr/dual-iranian-american-citizen-sentenced-25-years-prison-conspiring-and-attempting

[57] https://www.nytimes.com/2018/03/09/world/middleeast/ahmad-sheikhzadeh-iranian-prosecution.html

[58] http://ifpnews.com/exclusive/iran-perusing-situation-iranian-woman-detained-australia-official/

[59] http://globalnation.inquirer.net/109665/wanted-iranian-dies-in-nbi-custody

[60] https://www.nytimes.com/2007/02/08/opinion/08zarif.html

[61] https://www.globalpolicy.org/humanitarian-issues-in-iraq/consequences-of-the-war-and-occupation-of-iraq.html; Also in: https://www.huffingtonpost.com/ivan-eland/worst-effect-of-us-afghan_b_5474805.html?guccounter=1; And

[62] https://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/isis-us-saudi-arabia-arms-fighters-jihadis-military-capability-enhanced-weapons-syria-terrorism-a8112076.html  and https://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-iraq-arms/arms-supplied-by-u-s-saudi-ended-up-with-islamic-state-researchers-say-idUSKBN1E82EQ

[63] https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2017/11/09/saudi-arabias-arms-deals-are-buying-the-wests-silence-over-yemen-allege-activists/?utm_term=.7bf6b323a98b

[64] https://www.brookings.edu/opinions/lets-admit-it-the-u-s-is-at-war-in-yemen-too/

[65] http://www.middleeasteye.net/news/42-times-us-has-used-its-veto-power-against-un-resolutions-israel-942194703

[66] https://www.sipri.org/news/press-release/2018/asia-and-middle-east-lead-rising-trend-arms-imports-us-exports-grow-significantly-says-sipri

[67] https://www.defensenews.com/breaking-news/2017/06/08/revealed-trump-s-110-billion-weapons-list-for-the-saudis/

[68] https://www.nytimes.com/2017/05/26/opinion/us-saudi-arabia-arms-deal-iran.html

[69] http://watson.brown.edu/costsofwar/news/2014/facebook-meme-iraq-war-dollars-could-have-ended-world-hunger-30-years

[70]  https://www.theguardian.com/world/2015/may/23/netanyahu-thanks-us-blocking-middle-east-nuclear-arms-ban

[71] https://media.defense.gov/2018/Feb/02/2001872886/-1/-1/1/2018-NUCLEAR-POSTURE-REVIEW-FINAL-REPORT.PDF

[72] The International Court of Justice in its Advisory Opinion of 1996 expressly stated that “The legal import of that [disarmament] obligation goes beyond that of a mere obligation of conduct; the obligation involved here is an obligation to achieve a precise result - nuclear disarmament in all its aspects - by adopting a particular course of conduct, namely, the pursuit of negotiations on the matter in good faith.” http://www.icj-cij.org/files/case-related/95/095-19960708-ADV-01-00-EN.pdf 

[73] https://www.wsj.com/articles/SB116787515251566636

[74]US Department of State: http://usinfo.state.gov/mena/Archive/2006/Mar/06-846555.html 

[75] http://www.utrikesmagasinet.se/kronikor/2017/november/hans-blix-from-an-isolated-iran-to-an-isolated-us/and https://www.theguardian.com/world/2018/jan/05/russia-us-iran-un-emergency-session

[76] https://news.gallup.com/poll/225761/world-approval-leadership-drops-new-low.aspx

[77] A/Res/56/6

[78] A/Res/70/109

[79] See for instance "Impermissibility of the Use or Threat of Use of Nuclear Weapons,"  Iranian Journal of International Affairs, Volume VIII, No. 1, 1996 and https://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jul/31/iran-nuclear-deal-israel-vienna-treaty-middle-east-wmd .

[80] See for instance International Law as a Language for International Relations, (The Hague: Kluwer Law International, 1996.)

[81] https://www.theguardian.com/commentisfree/2015/dec/18/syria-islam-syrians-peace

[82] https://www.reuters.com/article/us-yemen-security-iran/iran-submits-four-point-yemen-peace-plan-to-united-nations-idUSKBN0N823820150417

[83] https://tvnewsroom.consilium.europa.eu/video/eu-hr-mogherini-meets-mfas-of-the-e3-and-iran-1abbf 

[84] https://www.sipri.org/sites/default/files/Milex-share-of-GDP.pdf and https://www.sipri.org/databases/milex

[85] Article 152: The foreign policy of the Islamic Republic of Iran is based on the rejection of any kind of domination, both its exercise and submission to it;… http://www.wipo.int/edocs/lexdocs/laws/en/ir/ir001en.pdf

[86] https://aawsat.com/home/article/10372

[87] https://www.ft.com/content/c0b6bc36-fead-11e7-9650-9c0ad2d7c5b5

[88] http://assafir.com/Article/1/434785

[89] https://www.theatlantic.com/international/archive/2017/10/iran-persian-gulf-jcpoa/542421/  

[90] https://www.ft.com/content/c0b6bc36-fead-11e7-9650-9c0ad2d7c5b5

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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