Via Tillerson. Nell’America dei dazi Trump gli preferisce Pompeo

Trump Tillerson copy(ASI) Stati Uniti- Ha bruciato qualsiasi agenzia di stampa comunicandolo, come suo solito, direttamente su Twitter. Donald Trump dà tre notizie da prima pagina in 280 caratteri: Rex Tillerson è stato licenziato, Mike Pompeo, già direttore della Cia, prenderà il suo posto come Segretario di Stato, Gina Haspel subentrerà al vertice dell’agenzia di intelligence e sarà la prima donna nella storia a esserlo.                                                                

Concludendo con un «congratulazioni» generale, il presidente Usa sposta l’ago della bilancia verso la linea dura, anche in politica estera, dove le colombe lasciano il posto ai falchi. Tillerson era uno degli uomini più conosciuti a Washington, ex amministratore delegato di Exxon e vicino al Cremlino per i suoi rapporti diretti con Vladimir Putin e gli oligarchi russi. Non amatissimo, neanche dallo stesso Trump, sebbene la sua azienda finanziasse una campagna negazionista dei mutamenti climatici. Dopo 14 mesi pare che il suo multilateralismo fosse di troppo alla Casa Bianca e il licenziamento già nell’aria da settimane. Non è un momento scelto a caso. Dopo l’annuncio dei dazi commerciali e la promessa di un rischioso vertice con il leader nordcoreano Kim Jong-un, l’ala moderata non può più trovare spazio nell’amministrazione Trump.

Per l’esecutivo meglio un ben più duro Mike Pompeo, 54enne direttore della Cia cresciuto come ultraconservatore dei Tea Party, anche lui, come il presidente, fiero oppositore dell’accordo nucleare con l’Iran. Lascia inoltre a Gina Haspel la guida della Cia, una donna di 61 anni che tutto può essere definita meno che tenera o moderata. Una veterana discussa nell’intelligence, in passato criticata per le sue operazioni antiterrorismo senza mezze misure.
Nell’ambiente è nota per aver diretto un carcere segreto della Cia in Thailandia dove diversi prigionieri furono sottoposti a torture e annegamenti simulati. Lei stessa avrebbe poi ordinato la distruzione di registrazioni di alcuni interrogatori che non seguivano il protocollo e finiti sotto inchiesta. E’ da anni bersaglio di molte associazioni che difendono i diritti umani.
Trump ha affermato di conoscerla bene, Haspel ha ringraziato per la nuova carica, pronta a servire il Paese. Un’America che sta seguendo passo dopo passo le promesse elettorali fatte dal presidente un anno e mezzo fa, verso un isolazionismo che in utilità è ancora tutto da mettere alla prova, perfino dal punto di vista di Washington.

Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia

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