‘Se mi lasci non vale’: è guerra sui dazi imposti all’Europa da Donald Trump

TRUMP ASI copy copy copy(ASI) - Qualche giorno fa si era diffusa la notizia che il direttore della comunicazione della Casa Bianca, Hope Hicks, si sarebbe dimessa; prima di ottenere questo ruolo nello staff di Trump, si occupava delle ‘comunicazioni strategiche’ della Casa Bianca.

È stato il quarto direttore della comunicazione della Casa Bianca targata Donald a rassegnare le dimissioni e l’hanno preceduta Sean Spicer (che è stato anche portavoce), Michael Dubke e Anthony Scaramucci (che ha resistito appena 10 giorni).
Dopo di lei, le ultime notizie dagli USA riportano che anche Gary D. Cohn, il principale consigliere economico del presidente Trump, ha rassegnato le dimissioni.
L'annuncio del Presidente di mettere i dazi su acciaio e alluminio per proteggere i lavoratori e le imprese, ha trovato Cohn contrario e ciò ha portato al suo volontario allontanamento. Queste le parole di Donald su Twitter: “Per proteggere il nostro Paese dobbiamo proteggere l'acciaio americano. I nostri amici e nemici hanno approfittato degli Stati Uniti per molti anni e le nostre industrie di acciaio e alluminio sono morte. Siamo spiacenti, è ora di cambiare”.
Undici ore fa ha inoltre aggiunto, sempre sullo stesso social network: “Prenderemo presto una decisione in merito alla nomina del nuovo capo consigliere economico. Ci sono molte persone che vogliono il lavoro, sceglieremo saggiamente!”.

Riportiamo anche le dichiarazioni della Coldiretti riguardo alla questione dei dazi.
La vendetta dell’Ue in risposta alle imposte sulle importazioni sancite da Trump, si traduce con l’aumento dei dazi su 950 milioni di euro di importazioni agroalimentari dagli Stati Uniti, dai fagioli rossi al burro d’arachidi, dal bourbon whiskey al riso, dal tabacco ai sigari, dai mirtilli al succo d’arancia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alle indiscrezioni emerse dal tavolo di lavoro della Commissione Europea. Insieme ad acciaio, abbigliamento e scarpe, l’Unione Europea si prepara a colpire alcuni prodotti rappresentativi della cultura alimentare del Made in Usa. La guerra commerciale con gli Stati Uniti mette però a rischio – continua la Coldiretti – circa 4 miliardi di export agroalimentare italiano con le esportazioni di cibo e bevande che sono aumentate del 6% nel 2017. Gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali compratori dei prodotti italiani con il vino che risulta essere il prodotto più gettonato davanti a olio, formaggi e pasta.

Sulla questione dazi Ue, Donald Trump risponde così: “Se l'E.U. vuole aumentare ulteriormente le loro già imponenti tariffe e barriere sulle aziende statunitensi che fanno affari lì, applicheremo semplicemente una tassa sulle loro auto che si riversano liberamente negli Stati Uniti. Rendono impossibile alle nostre auto (e non solo) venderci. Grande squilibrio commerciale!”.

La diatriba Trump-Ue è solo all’inizio e chissà come finirà. Quello che è certo è che a rimetterci non sarà solo Gary D. Cohn ma anche le nostre esportazioni.

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