Nepotismo o vera first lady? Semplicemente Ivanka

Ivanka FotografiaPolemica generazionale per Trump: anche Donald Jr. coinvolto nel Russiagate

(ASI) Bella, ricca e intelligente, ma anche figlia del presidente degli Stati Uniti. Non uno qualsiasi, ma Donald J. Trump. A 35 anni fa parte con il marito Jared Kushner dello staff presidenziale e ha a Washington un ufficio nella West Wing, l'ala operativa della Casa Bianca. Ha partecipato a incontri di Stato e parlato con il primo ministro giapponese Shinzo Abe prima di vedere il presidente cinese Xi Jinping. Angela Merkel sembra preferirla al padre per confrontarsi sulla politica internazionale, tanto che nelle ultime ore è esplosa l'ennesima polemica. Al G20 di Amburgo il presidente Trump ha ceduto alla figlia la poltrona di rappresentante degli Usa per qualche ora, in occasione dell'incontro multilaterale con le potenze del mondo.

Per gli oppositori del presidente è una nuova prova di arroganza. «Chi ha eletto Ivanka? Chi la ritiene capace di assumersi tanta responsabilità?». È questo il grido di chi critica i metodi della nuova presidenza Usa, arrivando ora alla denuncia di nepotismo. Gli stessi metodi che si scontrano ancora una volta con la candidata sconfitta Hillary Clinton, anche se indirettamente. Trump ha legittimato la sua scelta grazie all'autorizzazione della cancelliera tedesca, presidente di turno del G20. Poi ha attaccato Chelsea Clinton, figlia di Bill e Hillary, scrivendo in un tweet che, se fosse accaduto a lei, molti avrebbero chiesto di vederla presidente il giorno dopo. La replica di Chelsea non si è fatta attendere: «Buongiorno presidente, non si preoccupi, a me non lo avrebbero chiesto».

La rivalità delle first daughters, un tempo amiche che uscivano insieme per le strade di New York, fa eco ai tanti sospetti intorno all'inchiesta del Russiagate, tornata sotto i riflettori dopo il primo incontro fra Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Se dal Cremlino si nega ogni "illazione", l'inchiesta condotta dal super procuratore Robert Müller si concentra ora sulle conversazioni passate del primogenito del presidente, Donald Jr, seguendo le ricostruzioni del New York Times, quotidiano da sempre ostile al candidato repubblicano. Sembra che l'avvocata russa Natalia Veselnitskaya abbia incontrato Donald Jr., Kushner e Paul Manaford, capo del team elettorale di Trump, il 9 giugno 2016. Poi che con loro abbia parlato non solo del "Magnitsky Act", una legge sul traffico internazionale dei minori, ma anche di informazioni scomode alla rivale democratica Hillary Clinton. Tutto smentito dalla consigliera del presidente Kellyanne Conway, ma sospetti che gli inquirenti vogliono verificare.

Questo è il doppio fronte della politica di Donald Trump. Un continuo susseguirsi di attacchi, inchieste e manifestazioni ostili in casa, un'onda travolgente all'estero, con i tavoli dei potenti completamente rivoluzionati. Per esempio i dossier sul climate change sono depositati sul tavolo di Ivanka, responsabile del tema alla Casa Bianca. Ma mentre lei deve ancora metterci mano, il papà ha già provveduto a rigettare ogni punto degli accordi di Parigi.

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia  

  

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