Il Russiagate infiamma gli Usa, ma Trump vola in Arabia Saudita

saudiarabiausa(ASI) Washington - I riflettori dei media illuminano il "Russiagate", la politica interna vacilla, Donald Trump sceglie questo momento per andare a Riad e dare il via alla prima missione internazionale del presidente Usa.

Non a caso forse, in un viaggio che mira a consolidare i rapporti con l'Arabia Saudita attraverso un contratto per la vendita di armi da 110 miliardi con il paese arabo.
Il Medio Oriente è però solo la prima tappa di un viaggio che vedrà Trump, la moglie Melania, il genero Jared Kushner e la figlia Ivanka anche in Israele, Bruxelles, Taormina per il G7 e nello Stato Vaticano per incontrare Papa Francesco in un colloquio privato. Kushner, di origine e religione ebraica, penserà ai rapporti con Tel Aviv. Ivanka sarà ospite di una discussione pubblica sui progressi delle donne nei Paesi musulmani. La presidenza Usa vuole rinnovare le relazioni con gli altri potenti della terra, l'Unione Europea e la Nato, in una prospettiva che rinfresca l'alleanza con Israele, Egitto e Arabia Saudita in funzione anti Isis e anti Iran.

Un dialogo difficile invece con i partner europei, quando le ombre russe dietro l'elezione di Trump continuano ad alimentare le accuse dei giudici federali americani e dell'opposizione interna al presidente.
Il licenziamento del numero uno dell'Fbi James Comey il giorno prima di un incontro con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov non è passato inosservato. Trump ha interrotto il lavoro di intelligence alle indagini che riguardano i rapporti degli uomini vicini al presidente con le controparti del Cremlino. Comey stava esaminando i rapporti dell'ex primo consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn con la Russia, dimessosi quando gli inquirenti hanno scoperto che aveva già mentito in passato sui suoi rapporti con Mosca. Negli Stati Uniti un presidente non ha il potere di ostacolare un'indagine federale e il tempismo delle mosse di Trump è tutt'altro che sospetto. «Spero che tu possa lasciar perdere questa faccenda», queste sarebbero le parole pronunciate da Trump a Comey in una telefonata qualche giorno prima del licenziamento del 9 maggio.
È facile pensare che il presidente voglia così insabbiare un'indagine che potrebbe coinvolgere i livelli più alti dell'amministrazione statunitense. Non più trasparenti sono il ministro della giustizia Jeff Sessions e il segretario di Stato Rex Tillerson, entrambi molto vicini al Cremlino nei rapporti politici e diplomatici. Ci sarebbe inoltre un passaggio di informazioni riservate da parte di Trump allo stesso Lavrov, notizia rivelata dal Washington Post e confermata dallo stesso presidente, che lo ha definito azione lecita. Anche il Financial Times ha accusato l'abuso dei poteri della presidenza. «È in gioco l'integrità della Costituzione» ha scritto il quotidiano finanziario, ma questo anche per molti giudici americani vale l'apertura di un processo di impeachment.

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia
      

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