Messico, muro statunitense atto ostile

(ASI) Il muro degli Stati uniti al confine con il Messico non è solo una cattiva idea ma rappresenta anche “un atto ostile”. Lo ha detto il ministro degli Esteri messicano Luis Videgaray. Parlando della recinzione al confine tra i due stati che Donald Trump vorrebbe prolungare e rinforzare il rappresentante di Città del Messico ha poi spiegato che difficilmente Washington raggiungerà gli obiettivi che si è prefissata con il muro, ovvero diminuzione dell’immigrazione e della delinquenza, ribadendo che nonostante le continue richieste di Trump il Messico non intende pagare per il muro.


Lunedì scorso Trump era tornato a chiedere al Messico di contribuire alla realizzazione del muro precisando di essere disposto ad aspettare anche fin dopo l’estate.
Parlando con i parlamentari del suo paese Videgaray ha spiegato che se gli Usa andassero avanti con la costruzione della recinzione potrebbero esserci ripercussioni sia sulla cooperazione economica che su quella per la sicurezza tra i due paesi, anche perché attualmente “i colloqui in materia di immigrazione e commercio non stanno andando secondo le nostre aspettative”.
La barriera tra Usa e Messico detta anche muro messicano o muro di Tijuana, è una barriera di sicurezza costruita lungo il confine tra i due paesi. La sua costruzione ha avuto inizio nel 1990 durante la presidenza George Bush quando la polizia di frontiera elaborò allora la strategia “Prevenzione attraverso la Deterrenza”, in base a cui, tra le altre cose, iniziò a costruire recinzioni e ostacoli sul confine, in particolare nell’area di San Diego. Il primo tratto, di 14 miglia (22,5 km), fu completato nel 1993.
Nel 1994 durante la presidenza di Bill Clinton la barriera fu sviluppata ulteriormente. L’iniziativa più evidente fu quella di aggiungere una presenza fissa di forze di polizia al confine.
La barriera è fatta di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, e si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego. Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente effettuato con veicoli ed elicotteri armati.

Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia

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