Cile, gli studenti tornano in piazza per protestare contro la riforma dell’istruzione

(ASI) Gli studenti cileni torneranno oggi in piazza per contestare la riforma del settore scolastico del paese indio-latino. Già sei anni fa gli studenti avevano organizzato numerose manifestazioni per rivendicare il diritto all’istruzione gratuita e la cancellazione dei debiti contratti per laurearsi senza però ottenere dal governo le risposte adeguate.


Annunciando la manifestazione Daniel Andrade, portavoce della Confederazione degli studenti del Cile (Confech) aveva detto che ci sono un milione di studenti che devono risarcire il debito contratto per poter studiare. Francisca Flores, portavoce del Coordinamento nazionale degli studenti nazionali (Coni), ha invece rivendicato maggiore sostegno ai licei e abolizione delle politiche scolastiche sessiste .
“Lo Stato – ha detto Flores – deve assumersi le proprie responsabilità sulle scuole pubbliche garantendo a tutti il diritto allo studio senza discriminazioni basate sul sesso.
I dati Ocse continuano a ripetere che il sistema scolastico cileno è il migliore del Sud America, ma questo è un retaggio dei tempi cupi di Pinochet in base al quale i figli dei ricchi possono accedere alle migliori scuole, ovviamente private, mentre gli altri devono accontentarsi di quelle pubbliche, male organizzata e con pochi fondi a disposizione, praticamente come accade in tutto il mondo liberal-capitalista. Nel dettaglio solo la scuola primaria è gratuita e per poter andare all’università più di due studenti su tre sono costretti a chiedere crediti statali o bancari, inoltre una riforma voluta da Pinochet nel 1990 ha sensibilmente ridotto il ruolo dello stato nell’istruzione affidandolo al settore privato e soprattutto aprendo le porte alle “scuole e università azienda”.
Nel tentativo di modificare la situazione nel novembre 2010 l’esecutivo ha presentato un piano per aumentare i sussidi a disposizione delle famiglie, specialmente quelle più povere; ha inoltre provato ad inserire nel sistema pubblico gli insegnanti migliori impegnandosi a realizzare anche 60 scuole d’eccellenza per gli studenti più brillanti provenienti dalle famiglie povere.
Nonostante le buone intenzioni però insegnanti e studenti hanno chiesto di aggiungere a questo pacchetto di norme la completa abolizione delle scuole private a scopo di lucro; il governo però su questo punto ha tergiversato promettendo che avrebbe usato 4 milioni di dollari provenienti dal vendita del rame per migliorare il sistema scolastico.

Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia

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