Visita di Mattarella in Cina: sottoscrizione di ben 13 accordi per 5 miliardi di commesse tra Cina e Italia

(ASI) Pechino - Il messaggio che ha dato Sergio Mattarella alla Cina è chiaro: l'Italia è un Paese sicuro per attrarre investimenti. Nella visita di Stato in Cina dal Presidente cinese Xi Jinping nel palazzo dell'Assemblea del popolo a Pechino, il Presidente della Repubblica rassicura il “Gigante asiatico” sulla solidità dell’Italia cercando, inoltre, di rilanciare una collaborazione più intensa tra i due Paesi.                                                                                                                               
Dal canto suo Xi Jinping ricambia le dichiarazioni di Mattarella mostrando un discreto interesse che si sottintende nelle parole «l'impresa italiana è benvenuta in Cina» e parlando di «vantaggi imparagonabili rispetto ad altri Paesi» che offre l’Italia. E in vista del nuovo progetto della “Nuova via della seta”, Mattarella ha puntualizzato che il circuito di porti e della sistemazione logistica italiana, offrono «alla Cina la possibilità di completare, nel modo più efficiente e conveniente possibile l'ultimo prezioso tratto» della nuova via che la porti «fino al cuore dell'Europa».

Nella speranza che in futuro ci possa essere «ancora più Cina in Italia e più Italia in Cina». Così Mattarella sembra aver voluto intitolare questa intesa strategica tra i due Paesi, celebrata in un lungo faccia a faccia con Xi Jinping alla presenza delle rispettive delegazioni. Il Presidente della Repubblica italiana ha anche qualificato come “incoraggiante” le posizioni espresse dalla Cina in sostegno alla globalizzazione durante il recente vertice di Davos, e ribadendo la contrarietà italiana a disegni protezionistici. Nelle sale adiacenti si sono tenute due tavole rotonde, una di stampo culturale e l’altra di stampo economico, che hanno visto la sottoscrizione di ben 13 accordi per 5 miliardi di commesse che verranno sviluppate nel breve periodo e piani strategici che si vedranno realizzati nei prossimi anni.

Durante la sessione conclusiva della IV edizione del Business Forum Italia-Cina e del primo Forum Culturale italo-cinese, Sergio Mattarella nel suo intervento ha dichiarato che «Per la prima volta si trovano riunite insieme espressioni tra le più autorevoli della cultura e dell'imprenditoria dei nostri Paesi con l'obiettivo, fortemente condiviso, di far compiere alle nostre relazioni bilaterali un nuovo, importante, passo in avanti. Questa occasione di dialogo ci consente di porre in primo piano l'impegno dei nostri Paesi a sviluppare una collaborazione autenticamente a tutto campo».

Mattarella ha rimarcato l’importanza della “Nuova via della seta”. «Pronti a contribuirvi – afferma il Capo dello Stato - anche in una dimensione che superi l'ambito strettamente economico e commerciale. L'Italia ritiene di poter concorrere alla costruzione di nuovi percorsi del commercio e dell'ingegno costruttivo, ma anche della cultura, della conoscenza e di una sempre maggiore comprensione reciproca, in un processo di stimolo e di accrescimento vicendevoli».

I co-Presidenti del Business Forum Italia-Cina Marco Tronchetti Provera e Tian Guoli, nel versante dell’industria, hanno firmato una dichiarazione congiunta che rilancia e riconferma il comune lavoro nel sostegno dei rapporti economici e del potenziamento dei due Stati, mediante una stabile comunicazione tra imprenditori, la partecipazione delle più importanti associazioni di categoria e l’implementazione di progetti e iniziative di comune interesse tra le due Nazioni nel campo della Sanità, Tecnologia e Sostenibilità Ambientale, Agroalimentare e Sicurezza Alimentare, Aerospaziale e Ricerca Scientifica.

Mattarella, di fronte i giovani italiani e cinesi che si ritrovano alla Fudan University, nel nome del “multilateralismo efficace” ha nuovamente ammonito il ritorno di visioni protezionistiche e il ritorno di una politica “chiusa”: «Non possiamo rischiare che la delicata trama delle relazioni internazionali sia scossa da “guerre commerciali” innescate da pure azioni e reazioni» ... Bisogna «governare la globalizzazione nella quale le disuguaglianze rischiano di portare l’ordine globale vicino alla rottura» ... «Una preoccupazione alimentata dal progressivo affermarsi di un clima di minor collaborazione a livello internazionale».

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

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