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Libia: Gheddafi accerchiato torna a parlare

(ASI) E' sempre più isolato il leader libico che, dopo lo sdegno e l'adesione alle proteste da parte del figlio minore Seif-ul-Arab Muammar Gheddafi, torna a parlare: il Colonnello dal suo bunker di Bab al Azizia a Tripoli lancia un ultimo messaggio al paese affermando: "Al Qaida è qui, hanno messo droga nelle acque e nel cibo degli abitanti, che armati, stanno devastando la città.

Quello che sta accadendo a Zawia è una commedia e presto gli americani interverranno militarmente con la scusa di combattere la repressione". Con queste parole Gheddafi commenta i sanguinosi accadimenti che stanno sconvolgendo il suo paese e, questa volta, lo fa radiofonicamente con toni più pacati, anche se, alla fine della sua dichiarazione, ha annunciato che cercherà ancora di reprimere le rivolte in tutti i modi. Il Rais infine si è appellato alla coalizione dei Fratelli Musulmani, definiti come la parte giusta dell'Islam, cercando in loro un appoggio politico di sostegno.
Dopo la presa da parte dei ribelli della città Misurata, situata a meno di 200 km dalla capitale, i combattimenti non si fermano nel tentativo di occupare anche Tripoli, l'ultimo baluardo del regime di Gheddafi. Tareq Saad Hussein, uno dei sette colonnelli che ha abbandonato le file dell'esercito per guidare le rivolta a Bengasi, ha affermato al Wall Street Journal che ci sarebbe un piano per conquistare Tripoli, annunciando che le manifestazioni continueranno fino alla caduta del regime. Nonostante la precaria situazione in cui versa il Colonnello, nuove milizie provenienti principalmente dal Sudan e dal Ciad sono state assoldate dal Rais con il compito di soffocare le proteste e proteggere la capitale in tutti i modi.

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