L'opinione del Direttore Napoletano: L'incarico a Conte, riequilibrio per non svendere l'Italia I vantaggi della normalità in Europa e gli ostacoli da superare

Capite la differenza tra chi vuole restituire all’Italia il ruolo di Fondatore che merita in Europa, la dignità e il rispetto del mondo, e di chi salta quasi tutti i vertici internazionali a cui è regolarmente invitato come ministro dell’Interno, riesce a farsi giudicare inaffidabile perfino dai suoi alleati naturali Trump e Putin, e chiude in uno sgabuzzino dove si rifiuta di entrare anche Farage la messe di voti raccolta dagli italiani alle elezioni europee? Capite la soddisfazione di vedere certificato dai mercati ciò che noi conoscevamo bene, il prezzo altissimo che gli italiani pagavano per il vaniloquio alla Borghi o dei campioni del trasformismo alla Paragone o dei professoroni vanesi avanti negli anni con le loro teorie da piano B, ma che non potevi nemmeno dirlo perché il rumore del plotone di cantaballe populista-sovranista con microfono televisivo pubblico e privato sempre aperto ti sommergeva di epiteti? Davanti a sé Giuseppe Conte ha, tuttavia, problemi giganteschi. Perché mettere insieme continuità (Di Maio) e discontinuità (Zingaretti/Renzi) non è impresa facile, ma l’uomo ha mostrato di avere il senso delle istituzioni e qualità politiche. Sa di dovere fare una cosa nuova e ne cercherà l’amalgama, di sicuro ci proverà a far capire a Di Maio che l’interesse generale coincide con il suo interesse politico perché bisogna misurarsi con le partite (vere) della crescita sana, a partire dal Sud, e dell’ambiente, smettendola con il vocabolario della demagogia e i giochini assistenzialisti mascherati da strumenti per la nuova occupazione. Si è scelto un ruolo alla Prodi e farà di tutto per essere all’altezza...".

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