Berlusconi , la  voterebbero 35 italiani su 100 se cambiasse radicalmente Forza Italia.

 

 

 

 

 

di Biagio Maimone

 

Un lettore scrive

Presidente, desidero nuovamente  sottolineare che  gli italiani , a mio avviso, restituirebbero nuovamente la fiducia al suo partito, come si è verificato nel passato,  se avesse il coraggio di sostituirne  alcuni esponenti,  rimpiazzandoli con nuovi,   portatori di idee  e progetti, provenienti dalla società civile .

La percentuale di persone che la voterebbe,  se cambiasse la squadra del suo partito , arriverebbe al 35 per cento circa ,  ma rimane al 5 per cento, come Lei ha detto nella trasmissione “Pomeriggio Cinque”, se “Forza Italia” continua ad essere rappresentata  dai soliti  esponenti .  

Gli italiani, Caro Presidente , non sono impazziti : essi sono stanchi  di trovarsi di fronte  sempre agli stessi “politici” senza idee , che si affannano soltanto per conservare la propria  postazione, il proprio scranno del potere.  

Forza Italia, purtroppo, pullula  di tali persone , ormai  simili a “vecchi parrucconi”.  

Lei è uomo vincente , il cui pragmatismo lo ha condotto ad  affermarsi  in tutto il mondo ,  in tanti  ambiti di rilievo , tra i quali,  quello economico, quello politico e quello  sportivo .

Mi rattrista , pertanto,  dover constatare che lei , pur comprendendo che è  giunta l’ora di cambiare  i giocatori (uso un termine calcistico) della sua squadra , non lo fa .  Eppure lei , che ha  vinto 5 coppe dei campioni ,  sa che una squadra è vincente se ha un gruppo di calciatori forti .  

Certo , lei sa bene che occorre cambiare la squadra con efficaci lettori ed interpreti delle esigenze sorte dalla realtà storico-sociale in  cui viviamo .

Ricostruisca,  quindi,  il partito con  persone che hanno il desiderio di impegnarsi , che nutrono , altresì,  il desiderio di vincere. Difatti, la vecchia classe dirigente di Forza Italia non ha più fame , è sazia e ,  quindi,  è spenta ,  non ha più motivazioni se non quella  di garantirsi lo stipendio.  Cambi i rappresentanti di Forza Italia e vedrà che tanti italiani, i quali  non  sono "andati via di testa" , torneranno a votarla .  

La colpa , Caro Presidente, non è degli italiani , ma dei suoi collaboratori , i quali  si sono attestati come defezionisti ed, in poche  parole, traditori, abbandonando il suo partito, che in questo momento aveva bisogno di sostegno. 

Un consiglio? 

Manca in Italia una corrente politica che faccia del pragmatismo un vettore di cambiamento a favore non solo dell’imprenditoria , ma anche di tutti i cittadini,  del  cui prezioso apporto si avvale necessariamente il mondo dell’imprenditoria e, pertanto , lo stesso mercato. Manca un partito che sia mediatore delle istanze provenienti dal mercato e dai cittadini , che  faccia dell’economia una forza che interagisce con le risorse umane  che in essa versano il proprio contributo non solo materiale , ma anche creativo. L’economia cresce solo se crescono le risorse che alla sua crescita contribuiscono.

Il suo partito , già improntato al pragmatismo, ora può porre mano ad un progetto che umanizzi il pragmatismo,  ponendolo al servizio non solo del mercato , ma anche delle persone , della loro vita sociale, della loro crescita. Tale nuovo progetto politico potrebbe essere definito “pragmatismo del volto umano” , regolamentato da leggi che tengano conto della necessità di conciliare le istanze del mercato con le istanze dei cittadini . Nessun partito  politico in Italia si è prefisso tale progetto che non può che essere vincente in quanto può veramente sconfiggere la povertà con l’aiuto di tutte le forze che compongono il tessuto socio- economico ,  che sono le leggi a favore della crescita del  mercato, le leggi a favore della crescita dei posti di  lavoro , le leggi a favore della crescita della vita sociale , le leggi a favore dell’umanizzazione  della società nel suo complesso . Caro Presidente, ribadisco che ,  per  dar vita a tale nuovo progetto,  occorrono nuovi politici , nuovi interpreti della vita politica. 

Pertanto,  si circondi di  nuovi collaboratori, che adeguino il pragmatismo alle nuove esigenze sorte dal tessuto socio- economico.

 

 

 

 

 

 

 

 

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