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Crisi. Il continuo rimpallo non agevola la situazione
(ASI) Non ho quasi mai, personalmente, la possibilità di vedere le trasmissioni televisive mattutine per motivi di lavoro. Mi è capitato, casualmente, di poter assistere a mattino 5, in onda su Canale 5 verso le 10.00 del mattino.


L'onestà con cui è stata condotta la trasmissione, con tanto di pubblico in studio, è stata disarmante. Tanto di cappello in tempi in cui il giornalismo, sia cartaceo che televisivo, loda in maniera sperticata il governo “tecnico”.

La trasmissione prendeva in esame il fatto dell'aumento della benzina. In collegamento, si presentavano due esperti del settore: l'uno per federconsumatori, l'altro per la CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, già salito molto spesso alla ribalta per le cronache nazionali per gli studi di settore.

In trenta minuti ci si è focalizzati su due cose: l'aumento smisurato dei costi del carburante e quello dei costi della vita in affitto o in casa di proprietà. Due argomenti scottantissimi, che se non bloccati, provocheranno a lungo andare, a detta del conduttore, un incendio. Inutile dire che siamo d'accordo con lui, vista la “benzina del fuoco” governativa.

Difatti, anche senza l'intervento dei due esperti collegati in diretta, non ci vuol molto a capire che i beni di prima necessità come la benzina, che influenzano i trasporti e tutto il connesso, non possono essere aumentati a dismisura, perché il tutto causerebbe a lungo andare dei tumulti. L'onestà intellettuale del conduttore, Paolo del Debbio, si è misurata quando ha potuto asserire, applaudito dal pubblico, che al governo siedono eminenti economisti, e che la mancata comprensione di ciò che stanno scatenando, sembra impossibile da parte di questi soloni.

Certo, tutto va in una logica predefinita e perversa: creare la più spaventosa recessione della storia, per schiavizzare i popoli europei. Giustamente, Maurizio Blondet, su effedieffe, si è chiesto come mai Draghi insista con una politica deflazionista, in piena deflazione! Anche in questo caso la risposta è molto semplice: l'operato di Draghi risponde alle logiche della troika: Fmi, Bce, Ue.

Il governo tecnico sta palesando sempre più la sua natura inadatta a governare. E non parlo della politica estera, dove non ha alcun piano. Intendo dire che sta mancando di adempiere proprio al compito per cui è salito al potere: l'economia.

L'ultima promessa è la riforma del lavoro per fine mese: staremo a vedere.

 

Valentino Quintana  Agenzia Stampa Italia

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