Nel “deserto” calabrese una gemma di rara bellezza: Caffo

Caffo001 copy(ASI) Scorrere l’elenco delle 500 eccellenze di piccole e medie aziende, stilato dal Centro Studi ItalyPost di Filiberto Zovico e pubblicato in uno “speciale” dal Corriere della Sera, per trovare, tra le aziende “Champions 2018”, qualche rappresentate della Calabria è impresa più che disperata, impossibile, perché non c’è nessuna azienda.

Anzi no, ce n’è una, una sola, la Distilleria dei Fratelli Caffo di Limbadi, un piccolo e delizioso paese di poco più di tremila abitanti in provincia di Vibo Valentia.

Lo studio ha preso in esame, e analizzato con estremo rigore, l’andamento di tutte le 14.632 piccole e medie aziende italiane, società di capitali con un fatturato tra i 20 e i 120 milioni, che non solo non abbiano sofferto la crisi, ma che siano cresciute costantemente negli ultimi anni ad un tasso medio annuo del 13,03% con un indice di redditività che sfiora il 20%. E’ venuto fuori un nucleo di aziende che sviluppa un fatturato aggregato di quasi 22 miliardi di euro, una redditività di oltre 4,3 e occupa, in totale, 77 mila dipendenti.

Come sia potuta nascere, e soprattutto crescere, nel “deserto” calabrese, e brillare come una gemma di rara bellezza, un’azienda come la Distilleria Caffo è spiegabile solo con l’impegno, la serietà, il lavoro e la professionalità, di quattro generazioni, di chi ha fondato l’’azienda e di chi, crescendo, ha saputo innovare, migliorare, ampliare e diversificare i prodotti, e commercializzarli in Italia e nel mondo. La storia, la vita, lo sviluppo, i successi, tutto è raccontato in un libro, pubblicato in occasione del centenario, nel 2015, e sintetizzato in un titolo: “Un secolo di passione, dalla radici del vecchio Amaro del Capo allo spirito italiano nel mondo”. “Oggi Caffo è sinonimo del buon bere italiano nel mondo, con centodieci liquori e distillati preparati con gli ingredienti tipici della terra, della cultura e della tradizione italiana. Per raggiungere gli elevati standard qualitativi e consolidare l’immagine sui mercati di tutto il mondo, Caffo ha seguito una propria filiera produttiva, dalla terra alla distilleria, con materie prime di eccellenti qualità, molte delle quali coltivate nell’azienda agricola di famiglia, sedici ettari da cui vengono molte delle erbe officiali e dei frutti che caratterizzano i liquori tipici calabresi”. Oltre a quello che è stato il prodotto simbolo, il cavallo di Troia, per entrare e conquistare il mercato, il “Vecchio Amaro del Capo”, il digestivo d’erbe che si gusta ghiacciato, oggi primo in Italia e tra i più conosciuti all’estero, c’è una vasta gamma di liquori, dal “Liquorice”, prodotto con la liquirizia calabrese, all’Indianello, dal frutto intero del fico d’India, al “Nocino” del Monte Poro, al Limoncino dell’Isola, liquore ai limoni di Calabria, ad una vasta selezione di grappe e ora anche di birre artigianali.

A inserire l’azienda di Giuseppe Caffo (presidente) e del figlio Sebastiano Giovanni (amministratore) tra le 500 delle “Champions 2018” è stato un team interdisciplinare: gli analisti finanziari dell’agenzia di rating “modefinance” e gli esperti in corporate finance della società di advisory indipendente Special Affairs, che ha esaminato i bilanci degli ultimi sei anni della holding Caffo 1915 s.r.l., una società innovativa e dinamica che cresce con le acquisizioni della “Borsci” in Puglia e della “Friulia” in Friuli. Il fatturato di 16,157 milioni del 2010 è passato a 50,006 milioni nel 2016, con una crescita media aggregata del 20,72% e con un media annua dei profitti industriali lordi (Ebitda) del 23,50%, un risultato netto di 7.353 e una redditività del capitale proprio (Roe) del 25,94%. La sintesi è l’indicatore della massima affidabilità, il lusinghiero ed invidiabile rating AAA.

 

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

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