Commercio, Federconsumatori: vendite in calo ad ottobre. Sempre più urgente una decisa azione di rilancio dell’occupazione e di redistribuzione dei redditi.

(ASI) Le vendite al dettaglio registrate dall’Istat ad ottobre registrano una calo del -1% rispetto a settembre e del -2,1% su base annua. Il calo, rispetto allo stesso periodo del 2016, interessa sia la grande distribuzione (-2%), che i piccoli negozi (-2,2%), sia per quanto riguarda il settore alimentare (-1,3% nella grande distribuzione e -2,6% nei piccoli negozi) che i beni non alimentari (-3% nella grande distribuzione e -2,2% nei piccoli negozi).

Un dato drammatico, che rivela come l’andamento positivo di alcuni indicatori economici sul versante della produzione non sempre corrisponda immediatamente ad un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie e ad un aumento della loro capacità di acquisto.

Per far sì che la domanda interna si rimetta in moto in maniera decisa e continuativa è necessario agire con determinazione sui fattori in grado di ristabilire fiducia, stabilità e condizioni economiche dignitose.

Il primo passo in questa direzione è certamente un intervento concreto sul fronte occupazionale, per creare nuove opportunità lavorative ed operare una redistribuzione dei redditi, eliminando il sempre più allarmante divario socio-economico presente nel nostro Paese.

Ogni giorno, le nostre sedi continuano a ricevere segnalazioni da parte di cittadini che non riescono ad affrontare le spese quotidiane: consumi, bollette, rate. Questo perché sono ancora molti i genitori ed i nonni costretti ad aiutare economicamente figli e nipoti disoccupati, non solo giovani.

“Come sosteniamo da tempo è necessaria ed urgente un’azione del Governo mirata a definire investimenti per il rilancio dell’occupazione ed un taglio delle tasse sul lavoro.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.

Si tratta di operazioni strategiche e fondamentali ai fini dell’apertura di una nuova fase di crescita, che abbia carattere strutturale e duraturo e sia capace di determinare la fuoriuscita definitiva dalla fase di stallo in cui il sistema economico italiano langue da troppi anni.

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