PIL, Federconsumatori e Adusbef: l’Italia fanalino di coda nelle stime di crescita UE.

 Servono investimenti per rilanciare l’occupazione e restituire prospettive e speranze ai cittadini 

itaeuropa(ASI) Cresce del +0,9% il PIL nel 2016. Ad attestarlo oggi è l’Istat, che sottolinea anche che “nel Documento Programmatico di bilancio di ottobre scorso, il Governo ha stimato un rialzo del PIL dello 0,8%”.

La realtà ha superato, quindi, le previsioni… peccato che le stime di crescita non siano rassicuranti: stando ai dati della Commissione Europea, l’Italia è fanalino di coda nella classifica dei Paesi UE per stime di crescita del Prodotto Interno Lordo per il 2017-2018 e si colloca ben al di sotto della media europea.

Anche se in questi mesi abbiamo ricevuto qualche segnale incoraggiante, quindi, non possiamo ancora cantare vittoria e anzi gli elementi positivi sono troppo fragili e discontinui per essere sintomo di una vera ripresa.

“Le famiglie continuano ad essere in affanno e non potrà essere altrimenti finché non verranno messe in atto concrete ed incisive politiche per la ripresa occupazionale.” - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Di fatto la nostra economia continua ad essere intrappolata in una spirale depressiva che non accenna a spezzarsi. I cittadini, soprattutto i più giovani, hanno bisogno di una politica che restituisca loro prospettive, speranze e futuro: sono infatti ancora troppe le famiglie che sostengono economicamente figli e nipoti senza occupazione.

Investimenti per la ricerca, per lo sviluppo tecnologico, per la messa in sicurezza antisismica, per la realizzazione e la modernizzazione delle infrastrutture e per la valorizzazione dell'offerta turistica sono indispensabili per il rilancio della nostra economia. Basti pensare che, secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, sarebbe sufficiente far tornare la disoccupazione ai livelli pre-crisi (quindi ad un 6% comunque eccessivo a nostro parere) per aumentare il potere di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno.

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