Il Blind Trust: risolverà il conflitto di interessi in politica? Intervista al prof.Mauro Norton Rosati

(ASI) E’ in discussione alla Camera dei Deputati un disegno di legge sulla regolamentazione del Conflitto d’interessi , destinato a sostituire la legge Frattini. Abbiamo intervistato su tale argomento uno dei massimi esperti di Diritto del Trust il prof.Mauro Norton Rosati di Monteprandone.

Prof. Norton a chi si applica tale legge?

Destinatari delle norme sono presidente del Consiglio, vicepresidenti, ministri, viceministri, sottosegretari, commissari straordinari di governo, presidenti delle Regioni e delle Province autonome e componenti delle rispettive Giunte, parlamentari italiani e consiglieri regionali. È prevista un'estensione dell'incompatibilità anche una volta cessati dall'incarico di governo. In particolare nell'anno successivo non è possibile svolgere attività di impresa, assumere incarichi presso aziende private, aziende ed enti pubblici o sottoposti a controllo pubblico, se non previa autorizzazione dell'Antitrust, qualora accerti l'inesistenza di conflitti di interessi.

Ma che cosa è il BLIND TRUST?
L’istituto del blind trust, letteralmente “affidamento fiduciario cieco”, è stato concepito al fine di evitare determinati conflitti di interesse che potrebbero nascere dall’affidamento di incarichi politici a soggetti titolari di interessi individuali.
Con questo strumento si prevede, infatti, che un individuo titolare di un determinato patrimonio conferisca lo stesso a un trustee al fine di evitare interferenze fra i propri interessi e le proprie cariche istituzionali.
La costituzione del blind trust prevede che il nuovo amministratore del patrimonio lo governi in maniera del tutto autonoma, operando le scelte che ritiene più opportune e comunicando periodicamente solo dei dati generali sui rendimenti e le attività patrimoniali che ha ricevuto in gestione.
In questa maniera il proprietario del patrimonio fatto confluire nella blind trust (il settlor) viene escluso dalla gestione diretta del proprio patrimonio e non ha consapevolezza della sua amministrazione.
In teoria questo sistema permette al titolare del patrimonio, ossia al settlor, di svolgere i propri incarichi pubblici senza entrare in conflitto con i propri interessi personali.
Quindi il trustee è un semplice gestore di affari altrui! E quindi puo’ vendere quanto affidato?

Certamente! Il trustee puo’ porre in essere tutto quanto sia necessario al fine di raggiungere lo scopo , alienare e reinvestire sempre nell’interesse dei beneficiari.

Quindi nel caso di un politico, il trustee potra’ vendere anche la intera azienda?

La alienazione di una azienda puo’ essere possibile ma non imposta per legge!
Quindi, se vogliamo entrare nel particolare, nel caso di Berlusconi, il piu’ eclatante, non puo’ essere imposto al “trustee” di cedere le aziende!!

Ma il disegno di legge cosa prevede a tal proposito?

Prevede un obbligo di vendita e su tale punto ho risposto poc’anzi,
Qualora il blind trust o comunque altre misure non vengano ritenute idonee al superamento del conflitto di interessi, l'Antitrust può obbligare il titolare della carica di governo a vendere i beni e le attività patrimoniali rilevanti. L'alternativa sono le dimissioni. Previsto un obbligo di dichiarazioni entro venti giorni dall'assunzione dell'incarico di governo per valutare l'esistenza di eventuali conflitti di interessi. In particolare è richiesto agli interessati di rendere nota la titolarità di quelle cariche o attività che siano oggetto di possibile incompatibilità; di trasmettere l'ultima dichiarazione dei redditi e tutti i dati relativi ai beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri e alle attività patrimoniali di cui siano titolari o siano stati titolari nei sei mesi precedenti, anche per interposta persona; di comunicare ogni contratto o accordo comunque stipulato con terzi, al fine di assumere, intraprendere o proseguire, dopo la cessazione della carica di governo, un impiego o un'attività di qualunque natura. Tali dichiarazioni sono richieste anche ai coniugi, ai conviventi e ai parenti entro il secondo grado.

Ma sono previste sanzioni in caso di inadempienza?

Certamente! Sia amministrative che penali in caso di totale inerzia da parte dell’interessato destinatario della norma.

Quindi a suo avviso tale disegno di legge puo’ essere uno strumento valido per superare l’eventuale conflitto di interessi?

Ho molti dubbi a tal proposito! Quando in Italia si intende e si prova a copiare istituti tipici di altri ordinamenti o lo si fa molto male, oppure con massima approssimazione e con intenti personalistici ovvero a maglie cosi larghe , minuziose tali da riuscire comunque ad eludere la norma o il principio: cio’ soprattutto perché si cerca di cambiare tutto per non cambiare nulla! Come diceva Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”.

Ettore Bertolini e Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia

 

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