Il Consiglio Superiore di Sanità boccia la vendita della "cannabis leggera"

cannabis(ASI) - Il Consiglio Superiore di Sanità ha emesso, previa richiesta del precedente Ministero della Salute il 19 febbraio scorso, un parere negativo in merito a prodotti contenenti “infiorescenze di canapa”, invitando il governo a bloccarne la libera vendita.

Il Css mette in guardia riguardo all’uso di tali prodotti, avvertendo che “non può esserne esclusa la pericolosità”. I cosiddetti “canapa shop” che si trovano ormai in tutta Italia, avevano visto crescere a dismisura il loro fatturato grazie alla gente che acquista questi prodotti sia per uso terapeutico ma soprattutto ludico e tranquillizzante. Si parla di “cannabis light” perché ha una percentuale di cannabidiolo tra il 10 e il 25% mentre il Thc, cioè la sostanza psicoattiva che da dipendenza, è inferiore allo 0,5%.
La "marijuana light" è stata ufficialmente regolamentata dal ministero dell'Agricoltura che il 23 maggio ha emanato le norme attuative della legge; i prodotti devono avere una genetica certificata per rintracciarne la provenienza e garantirne così la legalità. Ma il Consiglio Superiore ha provocato un’inversione di tendenza affermando: “Non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come 'sicura' e 'priva di effetti collaterali' si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)". In Italia, nel giro di cinque anni, sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018 nelle campagne, afferma la Coldiretti. Le sue foglie vengono utilizzate anche per produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta, biscotti e cosmetici.

Nei prossimi mesi si capirà se sarà vietata o ufficialmente regolamentata con una legge definitiva; la decisione spetterà al governo.

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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