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Recensione spettacolo:  Le allegre comari di windsor al teatro stabile di Catania

(ASI) Rinnovare uno tra i più rappresentativi capolavori comici shakespeariani, “Le allegre comari di Windsor” ed adattarlo alla nostra epoca era impresa non da poco.

A riuscirci alla perfezione il tandem formato da Fabio Grossi e Simonetta Traversetti, per la regia dello stesso Grossi che, per il teatro Stabile di Catania hanno proposto la traduzione e l’adattamento della commedia inserita nella stagione “Donne. L’altra metà del cielo”.

Protagonista della vicenda Sir John Falstaff (interpretato magistralmente da Leo Gullotta), un uomo dai mille vizi e dalla pletorica simpatia dovuta alle sue esuberanti smargiassate da guascone che, rimasto a corto di denaro, architetta un piano, decidendo di corteggiare contemporaneamente Madonna Ford (Valentina Gristina) e Madonna Page (Rita Abela), due ricche donne sposate, sperando di arrivare al loro denaro. Ma Falstaff non ha fatto i conti con la furbizia e l’abilità femminile: le due donne, venute a conoscenza del subdolo piano, decidono di vendicarsi anche con l’aiuto dei mariti (Fabio Pasquini e Gerardo Fiorenzano), organizzando una serie di scherzi diabolici che faranno capitolare il povero Falstaff.

Una commedia dalle mille sfaccettature, in cui i sentimenti e le debolezze dell’animo umano si alternano senza soluzione di continuità, in un contesto nel quale a vincere è la donna, che nella sua magnificazione è disegnata a tratti come vincente, ma anche come manipolatrice.

Altro immancabile aspetto che si intreccia e si lega con la storia principale, l’amore della figlia dei Page, Anna (Cristina Capodicasa), per il giovane Fenton (Gianpiero Mannoni). Un amore contrastato dai genitori che vorrebbero la figlia sposata con uomini più facoltosi e alla sua portata (interpretati da Fabrizio Amicucci e Alessandro Baldinotti). Ma alla fine di tutto, come nelle più classica delle commedie, a trionfare sarà l’amore vero dei due giovani.

Un classico della commedia teatrale inglese, che vede l’alternarsi sul palco una immensa varietà di personaggi dalle mille sfaccettature: dai compagni di bevute di Falstaff, Nym e Pistol (Sergio Petrella e Gennaro Iaccarino) che aiuteranno le donne a scombinare i piani del loro amico, al servo “scimunito” Simplicius (Federico Mancini) fino alla governante Mistress Quickly (Mirella Mazzeranghi), donna dalla grande astuzia e pragmaticità che ha fatto di lei un personaggio molto amato dalla regina che commissionò la commedia a Shakespeare il quale dovette “riesumare” dal precedente “Enrico V” anche il suo personaggio oltre che a quello di Falstaff.

In un contesto in cui niente è come sembra, situazioni e bersagli si moltiplicano, nel quale amori e amanti, guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e golosi mercanti, mercenari allettanti e infingardi, ci racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcune parti rafforzata dalla partitura musicale, sottolineando di volta in volta momenti comici, grotteschi, romantici.

Con le scene e i costumi di Luigi Perego, le musiche di Germano Mazzocchetti, le coreografie di Monica Codena, luci Valerio Tiberi. Sul palco anche Paolo Lorimer, Sante Paolacci, Vincenzo Versari.

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