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Enrico Brignano fa tappa a Perugia  - “ Perugia, con una G sola”

(ASI) Perugia – Sono le 21:10, sui maxischermi stanno proiettando immagini della sua carriera di attore, di comico, di presentatore. Teatro, cinema e televisione. È Enrico Brignano, e ieri sera ha infiammato il Pala Evangelisti di Perugia.

 

Il Palasport del capoluogo umbro era – come dicono quelli del settore – sold out, tutto esaurito per Brignano, che portava in scena il suo ultimo spettacolo dal titolo “Tutto suo padre.

Ore 21:15 il comico romano sale sul palco accompagnato da un’orchestra e dalle coriste, regalando il suo primo pezzo in musica; l’intermezzo musicale è una delle peculiarità degli spettacoli di Brignano che, forse per riprendere fiato, si cimenta in pezzi “recitazione-cantanta” che fanno tornare alla memoria le commedie di Garinei e Giovannini.

I saluti di rito e già siamo a parlare dell’Italia di oggi, sfiorando anche temi molto delicati come le condizioni dei regimi carcerai, ironizzando però su chi - difeso da illustri azzeccagarbugli – può permettersi di dire che “non è compatibile con l’ambiente del carcere”.”Vorremmo vedere chi lo è”- replica il comico.

Brignano dimostra come si può anche scherzare sulle tragedie come il naufragio della nave Costa Concordia, si può schernire una persona – un’autorità a bordo in questo caso - per i suoi vili atteggiamenti, ma resta il fatto che alla fine “Chi sbaglia deve pagare”- chiosa l’attore, il pubblico in sala con un applauso chiude la prima parte dello show.

Uno spettacolo dedicato alla memoria del padre non può che essere incentrato sulla riscoperta della propria identità domandandosi “Chi sono io?”-, e quando si ricoprono i panni di una persona di successo capita di doversi trovare a che fare con ammiratori che ti riconoscono per strada, ti vogliono salute, ma non si ricordano come ti chiami. E qui Brignano racconta storie improbabili di autografi fatti su pezzi di carta di fortuna: scontrini, ricette mediche, fazzolettini, o di fotografie letteralmente rubate mentre te ne stai tranquillo a bere un caffè. Il comico sta scaldando il pubblico per arrivare dopo circa un’ora di monologo al cuore dello spettacolo: il ricordo del padre.

“Era un uomo di poche parole mio padre – dice Brignano – per lui era valido il principio di una parola, una stretta di mano”, e già lui – rammenta il comico -, dovette fare i conti con il prolungamento dell’età pensionabile. E mentre sullo sfondo delle scenografia scorrono foto in bianco e nero dell’infanzia dell’attore e della sua famiglia, ecco che arriva il momento di raccontare al pubblico come si conobbero il Signor Brignano e quella che poi sarebbe diventata la mamma di Enrico.

Raccontare la propria infanzia significa anche tornare in una culla e guardare con gli occhi di adulto i commenti che zii, parenti di secondo e terzo grado e amici, rivolgono al neonato domandosi “Ma di chi sono queste manine?!”.

Parla anche d’amore Enrico Brignano, di come sono cambiati i rapporti e come quella del padre, e per certi versi anche la sua, erano generazioni in cui bisognava aspettare. Aspettare per poter dire la propria opinione, per uscire con gli amici, per tentare i primi approcci con una ragazza, oggi invece si vuole tutto e subito. Spiega come i vecchi principi e le usanze sono passati di moda, “Una volta – dice – una donna arrivava al matrimonio virtuosa e con la dote”, ovvero un baule pieno di: lenzuola, pigiami, asciugamani, tovaglie per tutte le stagioni.

Se i rapporti sono cambiati, è cambiato anche il rapporto che gli homo sapiens del 2012 hanno con il sesso; l’istinto che conoscevano già bene i nostri antenati e che noi stiamo snaturando in nome di una ricerca del piacere che trascende il rapporto con un’altra persona.

E già passata la mezzanotte e qualcuno in sala inizia a chiedersi come faccia a resistere su un palco enorme - da solo - per tre ore. Il pubblico però è completamente catalizzato dalla presenza scenica di Brignano, non viene mollato un attimo, l’attore è sempre attento a quello che gli si muove intorno, e se provi a distrarti per mangiare una patatina, stai pur tranquillo che lui se ne accorgerà a prenderà il pacchetto per mangiarsele lui.

I testi, scritti insieme a dei valenti autori, hanno un ritmo calzante e oltre alla battuta in sè colpisce la mimica di Brignano, nelle cui movenze si riconosce la scuola di un altro grande delle commedia teatrale italiana: Gigi Proietti.

Sono le 00:30 di venerdì 27 gennaio, è già domani al PalaEvangelisti e mentre calano le luci ecco che sul palco entra un leggio; lì c’è un foglio con su scritta una ninna nanna, una canzone lieve, dolce, per chi sappiamo dovrà addormentarsi per sempre. Sullo sfondo appare una foto del padre, il Signor Nino Brignano. Sul viso del comico il sorriso ammaliante lascia spazio al sorriso di Enrico bambino che guarda con ammirazione il padre e non si vergogna di ammettere che è “Tutto suo padre”.

Foto : Chiara Scardazza










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