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Kosovo. Presentato a Roma il progetto “Accendiamo la Speranza”

(ASI) La lunga serie di eventi organizzati dai volontari di LOVE per presentare il progetto di solidarietà verso le minoranze serbe del Kosovo ha fatto tappa, lo scorso fine settimana, a Roma. “Accendiamo la Speranza” (questo il nome del progetto) è stato presentato presso due locali della capitale (“Circolo futurista Casalbertone” e “L’Universale”) durante le giornate di sabato e domenica da Fabio Franceschini e Giovanni Battista Ceniti, responsabili dell’organizzazione.

Casapound Italia e Associazione Culturale Zenit - due tra le varie e trasversali associazioni che aderiscono al progetto - si sono attivate con successo per pianificare e rendere partecipate le serate. Nelle gremite sale che hanno ospitato gli eventi i volontari hanno trasmesso ai partecipanti le loro emozioni raccontando le esperienze vissute durante le quattro missioni di solidarietà svolte dal 2010 sino ad oggi in Kosovo. All’evento di sabato presso il Circolo futurista Casalbertone ha presenziato anche Marilina Veca, giornalista da anni impegnata nella regione che ha evidenziato l’innalzamento esponenziale del numero di tumori nelle enclavi serbe del Kosovo a seguito dei bombardamenti all’uranio impoverito. Ad oggi, hanno spiegato i relatori, è stato sviluppato un rapporto di stretta collaborazione con delle realtà in loco ed è stato portato aiuto concreto. Gli effetti di questi quattro viaggi hanno una rilevanza importante per popolazioni costrette a vivere in una condizione vessatoria, per cui risulta talvolta un chimerico privilegio anche ciò che ai nostri occhi sembrerebbe scontato. “Accendiamo la Speranza” ha permesso, nel corso di quest’anno, all’ospedale di Silovo e alla scuola elementare di Osojane di fornirsi di due generatori elettrici, indispensabili per creare autosufficienza energetica. Sempre nelle scuole sono stati forniti diversi computer, un proiettore e dei lettori DVD, prodotti utili a realizzare aule informatiche e multimediali. Molti medicinali e materiale sanitario vario hanno inoltre rifornito l’ospedale di Silovo e il distretto sanitario della zona. Si misurano in più di una tonnellata i materiali scolastici e sportivi, i capi d’abbigliamento e i giocattoli che sono stati consegnati alle popolazioni serbe.

Le storie di ingiustizia raccontate dai relatori possono sembrare assurde, giacché accadono a circa “un’ora di volo aereo da Roma”, come sottolineato da Fabio Franceschini. Eppure, gli esiti di una serie di conflitti avvenuti negli anni nei Balcani, seppur oggi quasi dimenticati, hanno provocato strascichi di cui le popolazioni serbe del Kosovo sono oggi tra le maggiori vittime. “Sono presenti in Kosovo forti tensioni sociali di stampo etnico che sfociano spesso, come accaduto anche ultimamente, in episodi di violenza. La situazione economica - ha proseguito Franceschini - ha incoraggiato alcuni albanesi ad approfittare delle circostanze, a scapito della minoranza serba”. Ad inasprire il contesto, l’alto tasso di malati di cancro a causa dell’uranio impoverito usato dagli americani durante la guerra di dodici anni fa, oltre al florido mercato nero di organi umani e le centinaia di persone scomparse senza traccia. Purtroppo, simili soprusi avvengono con il placet delle istituzioni del neonato Stato del Kosovo, presieduto da esponenti di etnia albanese provenienti dalle file della struttura militare Uck (Esercito di Liberazione del Kosovo). “Gli albanesi - ha spiegato Franceschini - rifiutano di accettare il ritorno della minoranza serba nelle proprie case e persistono atti di vandalismo anche ai danni di siti culturali e religiosi”. A tal proposito, è stata presentata l’iniziativa “Natale solidale 2011”: acquistando pacchi dono e articoli prodotti nel Monastero cristiano-ortodosso di Dečani, si può contribuire a sostenere le attività di questa importante istituzione del Kosovo e Metochia e allo stesso tempo le attività del progetto “Accendiamo la Speranza”.

Alla fine delle due conferenze, durante conviviali cene organizzate per finanziare il progetto, i volontari sono stati avvicinati da molti giovani rimasti colpiti dalle loro parole e interessati a partecipare alla prossima missione che partirà dall’Italia ad aprile. Per informazioni su come aderire al progetto, a vario titolo, è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare al 3357022607.


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