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Cultura. "Il medico dei pazzi" di Eduardo Scarpetta proposta in chiave catanese dalla compagnia "Oltre le camene"

(ASI) Chi può definirsi "normale"? La follia è uno stato psico - fisico che si nasconde dietro ogni angolo e, all'improvviso, può colpire chiunque, anche le persone che in apparenza sembrano equilibrate e sensate. Anche le manie, i pregiudizi, i modi di fare non sempre lineari, le piccoli grandi incoerenze di ciascuno di noi possono essere valutate da occhi esterni come segnali inconfutabili di alterazioni mentali, in grado di inficiare l'immagine e la credibilità di ogni essere umano.

E' su tali equivoci che si snoda la trama della divertente commedia in tre atti "Il medico dei pazzi" di Eduardo Scarpetta, proposta in chiave "catanese" dalla compagnia "Oltre le camene" sul palcoscenico del teatro Don Bosco. Una rivisitazione, curata dal regista Marcello Marchese, di una delle opere più famose e rappresentate del repertorio dell'autore partenopeo e che ha fornito lo spunto anche per l'omonima pellicola cinematografica datata 1954 magistralmente interpretata da Antonio De Curtis, in arte Totò.
Ciccino Pappalardo (interpretato dallo stesso regista Marchese), giovane scapestrato e giocatore incallito spesso perdente, non può rivelare allo zio Felice (il poliedrico Nino Spitaleri) la reale destinazione delle risorse economiche che quest'ultimo periodicamente sborsa per mantenerlo, pertanto per celare i suoi debiti di gioco inventa uno strampalato stratagemma, insieme all'amico Michelino (Luigi Spitaleri): trasformare, agli occhi dello zio e delle sue splendide (si fa per dire) donne, ossia la moglie Concetta (Serafina Aiello) e la figlia Margherita (Gloria Milazzo), la tranquilla pensione Stella in un manicomio gestito dallo stesso e popolato da stravaganti personaggi. Sul palco si alternano e si intrecciano così le vicende personali di differenti "tipi umani", dal ferreo maggiore dell'esercito in congedo Marzio Scevola (Salvo La Rosa) allo scrittore alla ricerca dell'ispirazione Luigi (Ludovico Balsamo), dal musicista desideroso di riscatto Enrico (Fabio Tringali) alla sfortunata vedova Poidomani (Paola Marchese). Un campionario di varia umanità in cui si inseriscono anche le "stranezze" del direttore della pensione Don Carlo Sapienza (Umberto Camera), della moglie Amalia (Nelly Cardone) e della figlia Rosina (Flavia Angioni), del barista Peppino (Giuseppe Militello) e della cameriera Bettina (Roberta Castro). Esilaranti siparietti in cui gags ed equivoci a getto continuo hanno regalato al pubblico intervenuto divertimento allo stato puro ma, al contempo, numerosi momenti di riflessione sui vizi e sulle virtù del genere umano. Le scene sono state curate da Davide Balsamo, luci ed audio di Vito Mammana.

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