Recensione “Food & Crime” di Luca Steffenoni

copertina libro food crime Steffenoni(ASI) Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha chiuso già da un pezzo la sua ultima edizione presentando e facendo da vetrina a tutte le case editrici conosciute sul mercato ed fungendo, inoltre, da palcoscenico per la presentazione di assolute novità letterarie.

Tra le tante novità presentate al Salone spicca l’ultimo libro di Luca Steffenoni, criminologo e scrittore milanese, pubblicato dalla casa editrice Ruma, nella collana “True Crime” e dall’interessante titolo: “Food&Crime” (prezzo di copertina 14 euro).

Da come si evince dal titolo, il testo di Steffenoni racconta lo storico intreccio tra la cronaca nera e gli aromi che provengono dalla cucina, non fosse altro perché nell’ambiente domestico, ma anche al ristorante o nei bar, molti assassini hanno trovato lo scenario ideale per i loro misfatti.

Food & Crime vuole raccontare questo mondo, proponendo al lettore un viaggio nel tempo e nella storia attraverso vicende reali e miscelando racconti su personaggi leggendari del mondo criminale con episodi “minori” sconosciuti al grande pubblico.

Sono tanti gli spunti e i periodi storici presenti nel libro: dalle taverne dell'antica Roma a quelle medioevali, ai locali frequentati da Francis Turatello, da Renato Vallanzasca, dalla banda della Magliana e dalla mala del Brenta. Da Joe Masseria a Frank Costello, da Al Capone a Carmine Galante, il tutto avendo come sfondo le insegne dei più prestigiosi ristoranti.

Il libro non racconterà solo dei posti più amati dai cattivi, ma racconterà anche dei bistrot parigini che tanto hanno ispirato la letteratura noir, con una sbirciatina nelle Brasseries nelle quali Maigret gustava piatti di moules annaffiati da un bicchiere di Calvados o si viaggerà fino alla Sicilia del commissario Montalbano, che è solito deliziarsi con un piatto di pasta ‘ncasciata preparato dalla fida Adelina. Perché è vero che gli assassini si abbuffano, ma anche gli uomini in divisa fanno la loro discreta figura nel teatro della vita.

Attraverso questi racconti si potrà unire la passione per i locali che hanno fatto la storia con gustose curiosità per gli amanti del crimine e non. Si parlerà di mafia, di serial killer o, per esempio, degli “occultatori”, coloro che per la società appaiono irreprensibili ma che nella realtà, una volta lasciate alle spalle le mura domestiche, diventano vere e proprie belve sanguinarie e che hanno fatto la storia del crimine.

Episodi accaduti in Italia, Francia, come quello dell’Auberge Rouge, tutt’ora meta di turisti da tutto il mondo, Germania, Stati Uniti, dove si racconta della “Mano Nera”, che hanno come unico comune denominatore il cibo, non condito con la salsa all’aglio prediletta dai padrini di Cosa Nostra, ma con il peperoncino dell’humor che, anche nelle vicende rosso sangue, non deve mai mancare.

Insomma, non una mera serie di racconti che descrivono l’intreccio tra crimine e buon cibo, tra locali iconici che hanno contribuito a fare la storia del malaffare internazionale, ma una vera e propria guida, sapientemente scritta e romanzata quanto basta, che suscita al lettore la curiosità di scoprire di più, addentrandosi nelle trame e nei personaggi ricordati da Steffenoni grazie anche attraverso la descrizione di luoghi, dei gusti o di alcune tra le ricette più amate da criminali e non.

 Giuliana Sotera per Agenzia Stampa Italia

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