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Grande successo per "Anestesia Totale" di Marco Travaglio a Zafferana Etnea (CT)
(ASI) Lo scenario dell’anfiteatro di Zafferana Etnea (CT) per raccontare la storia di un virus letale. Quello della disinformazione. Una disinformazione che ha lo scopo di mistificare la realtà, celando agli occhi la realtà, al fine di salvaguardare i poteri forti del nostro paese e le sue lobby. E questa disinformazione ha avuto – per noi italiani- lo stesso effetto di una "Anestesia Totale". Partendo da questo dato inquietante, il giornalista Marco Travaglio, affiancato dell’attrice Isabella Ferrari, si cimenta in una ricostruzione futuristica dell’Italia post- Berlusconi: "Berlusconi non c’è più: finalmente è finita. Nonostante questo, l’Italia risente ancora delle scorie radioattive, che hanno contaminato cittadini e plasmato l’informazione. Una misteriosa epidemia ha cloroformizzato e lobotomizzato un intero paese riducendolo all’anestesia totale".

Dopo i "sold out" di Bologna, Genova, Torino e Milano, il giornalista torinese è sbarcato in Sicilia proprio per cercare di fornire un antidoto agli spettatori al fine di mitigare gli effetti delle "informazioni deviate" che ogni giorno i poteri costituiti somministrano in ampie dosi.

Uno spettacolo della durata di tre ore, nelle quali il giornalista si è esibito con lo stesso stile dei monologhi che l’hanno reso celebre nella trasmissione di Santoro su Rai 2, sviscerando i problemi del nostro paese, e cercando, allo stesso tempo, di scuotere gli italiani dal torpore in cui sono caduti per tutti questi anni. Il tutto in uno scenario composto solo da un’edicola, una panchina, un violinista e due microfoni. La presenza dell’attrice Isabella Ferrari, impegnata a leggere vecchi articoli del grande Indro Montanelli, ha contribuito ad emozionare il pubblico intervenuto che, a fine spettacolo, ha regalato ai due protagonisti, una standing ovation.
Lo spettacolo nasce da un’idea di Daniela Spisa, le musiche dal vivo sono di Valentino Corvino. Assistente scenografo Gemma Romanelli, assistente alla regia Giacomo Tarsi, luci Stefano Dellepiane.

 

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