Il "Cortile di Francesco"

20170330 212345 resized(ASI) Assisi. E' cominciato ieri "Il Cortile di Francesco", iniziativa molto importante, organizzata in sinergia tra tutte le famiglie francescane, la Conferenza Episcopale Umbra e "Oicos Riflessioni", come ricordato da Padre Enzo Fortunato, Portavoce del Convento di San Francesco.


L'iniziativa vedrà il suo nucleo principale prodursi a metà settembre, ma quest'anno essa si sostanziera' in un percorso a tappe, la cui prima si sta svolgendo proprio in questo fine settimana (www.cortiledifrancesco.it).
Come ha detto il Custode del Sacro Convento, Padre Mauro Gambetti, si tratta in realtà di un percorso a tappe, di un cammino.
Ogni percorso di crescita è un cammino, san Francesco parlava di una conversione permanente, rinnovantesi e sostanziantesi ogni singolo giorno in un ciclo di rinascita continuo, nel cono di luce di Cristo.
Ieri sera Philippe D'Averio con la sua brillante dialettica, la sua sagacia e la sua straordinaria preparazione, ha incantato la Basilica Inferiore gremita di persone.
Ha cominciato dapprima con un excursus storico del quattordicesimo secolo, nel quale il francescanesimo ha convissuto pienamente con la cosiddetta prima rivoluzione borghese (non intesa come piccola, media o grande borghesia), ma intesa nel senso di sviluppo del "Borgo", delle prime "Città".
Assisi, ad un certo punto del Secolo, veniva ad attestarsi come una delle prime trenta città di Italia per sviluppo commerciale (non era stato nemmeno facile, per la verità, la coesistenza tra lo sviluppo del Comune e la prepotente esplosione planetaria del francescanesimo); non bisogna dimenticare che la Basilica divenne un vero e proprio Centro di Diplomazia Internazionale.
Potremmo definire questo periodo, il periodo dell'Abbondanza prima della grandissima carestia conseguente all'arrivo della peste nera.
D'Averio ha poi proseguito con il descrivere brevemente l'altra rivoluzione del secolo, quella linguistica che portava il latino al volgare (o come detto da D'Averio: " dal Latino alla lingua condivisa), e quindi i Dante, i Petrarca, ecc. ma anche la nascita delle Università, lo scrivere, il parlare, in pratica il comunicare...
Emblematico l'esempio portato dallo stesso D'Averio nel contraddistinguere, sotto questo aspetto, la Basilica Inferiore, senza vetrate, praticamente senza fonti di luce, dove quindi, di fronte alla fiochissima luce di alcune candele, gli officiali religiosi dovevano essere recitati dai religiosi a memoria, ed invece la Basilica Superiore, con il suo slancio, le sue vetrate affrescate in stile nord europeo, nella quale si poteva tranquillamente leggere i libri liturgici che cominciavano ad essere scritti in maniera molto più copiosa.
Si è addentrato infine nella dimensione specifica artistica, camminando insieme a Padre Enzo Fortunato tra il pubblico, il quale gli poneva domande sugli affreschi della Basilica inferiore, alquanto diversi da quelli che ornano la Basilica Superiore e mostrando, anche sotto questo aspetto, orizzonti artistici assolutamente nuovi.
L'importanza, ad esempio, in alcuni di questi affreschi della rappresentazione della natura (non solo nella raffigurazione della predica agli uccelli); elemento quello naturale, percepito, nella filosofia francescana, in una dimensione innovativa di armonia assoluta tra il creato e le creature, non solo umane, ma anche animali e vegetali.
E ancora altre particolarità che rendono la Basilica, nel suo complesso, uno dei tesori artistici, spirituali e culturali tra i piu importanti al mondo.
Ribadiamo l'importanza di questa iniziativa, della quale raccomandiamo caldamente di seguire e della quale daremo, per quanto possibile, la giusta copertura giornalistica.

Roberto Sannipola  - Agenzia Stampa Italia

 

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