Abruzzo: intervista a Rita Pezzella, autrice del libro “Ve lo Racconto io, l'Abruzzo”

ritapezzellalibro(ASI) Chieti – Abbiamo intervistato Rita Pezzella, la scrittrice e guida turistica, rappresentante dello staff di Turiosando l'Abruzzo che ha realizzato un libro sulla regione, intotolato “Ve lo Racconto io, l'Abruzzo... fatti e personaggi che hanno fatto la nostra storia fino all'Unità d'Italia” (Edizione Tabula Fati).

 

A tal proposito, ecco le domande che abbiamo posto all'autrice della Casa Editrice Solfanelli per conoscere meglio il suo libro e alcuni suoi pareri su dei fenomeni e delle caratteristiche della storia di questa bella regione d'Italia:

- Chi è Rita Pezzella?

“Una guida turistica in Abruzzo che da sempre ha coltivato l’amore per l’arte. Non ha avuto il permesso da parte dei genitori di frequentare una scuola d’arte e proseguire con l’accademia delle Belle Arti dell’Aquila, ma al termine del quinquennio scolastico è stata invitata dal padre a frequentare un corso regionale sul turismo in Abruzzo.   Qui si è approcciata con la storia dell’arte, il folclore e le tradizioni popolari e le si è aperto un nuovo mondo, fatto di storia, di storie e di arte”.

- Di che tratta il suo ultimo libro “Ve lo racconto io, l'Abruzzo” e a cosa si è ispirata nello scrivere?

“Il libro fa un excursus sulla storia d’Abruzzo dai primi insediamenti umani fino all’Unità d’Italia anzi, con esattezza fino al prosciugamento del Lago del Fucino (avvenuto qualche anno dopo), seguendo un filone cronologico e eventi e personaggi che a mio giudizio potevano essere i più rappresentativi per la regione.

L’ispirazione o meglio l’idea mi è stata data dal Dott. Russo che più volte ha ascoltato i miei racconti ed aneddoti. Per la scelta degli argomenti mi sono poi rifatta ai miei 28 anni di esperienza a contatto diretto con i gruppi, vagliando gli argomenti che più hanno ricevuto attenzione”.

- Perché secondo lei molti storici parlano di Abruzzi e non di Abruzzo?

“A mio giudizio il termine plurale va attribuito alla divisione che fece Federico II di Svevia in due Giustizierati, uno capeggiato dall’antica Teate e l’altro dall’Aquila e da Teramo; divisione che è poi stata ripresa da Carlo I d’Angiò che divise l’Abruzzo in Citeriore ed Ulteriore con riferimento al fiume Pescara ed alla sua capitale, Napoli.

Qualcuno ha voluto vedere nella pluralità del nome i due territori tipici della nostra regione Mare e montagna strettamente collegati l’uno all’altro, ma al tempo stesso completamente diversi. Le varie situazioni economiche che sussistono in questa diversità territoriale, ma che al tempo stesso si completano”.

- La grande storia ha più volte toccato una terra di confine come l'Abruzzo, a tal proposito, ci racconti qualche aneddoto narrato nel suo libro...

“E’ troppo riduttivo parlare di questi episodi con poche parole. Gli aneddoti sono tanti e ricchi di testimonianze. Posso elencarne qualcuno partendo dalla storia più lontana a noi per poi avvicinarci piano piano. Parlo per esempio della politica espansionistica di Roma che per cercare nuovi territori da coltivare per sfamare la popolazione dell’Urbe, è penetrata in territori abruzzesi, al confine con il Lazio, ed ha sterminato nell’arco di 50 giorni, la popolazione degli Equi e le sue città.

Sempre in periodo romano ricordiamo la famosa guerra sociale del 90 a.C., dove le popolazioni italiche del centro Italia si erano riunite nella Lega Italica ed avevano nominato Corfinium come capitale, avevano battuto moneta e per la prima volta compare su questa il nome Italia. La lotta fu dura in quanto l’esercito delle popolazioni italiche era formato da soldati che erano stati arruolati fra le milizie romane per cui la guerra fu paritaria. Alla fine le popolazioni italiche persero, ma i romani concessero loro la cittadinanza per il valore dimostrato.

Secoli dopo ritroviamo la figura di Federico II di Svevia che vide nell' Abruzzo più un alleato che un suddito, soppiantato poi dalla figura di suo nipote Corradino che combatté nella battaglia di Tagliacozzo ricordata anche da Dante.

Nella grande storia ritroviamo anche la figura di Celestino V, il Papa del “gran rifiuto”; ma anche la transumanza fa parte dell’Abruzzo, che, con lo spostamento di grandi greggi ha alimentato l’economia di interi paesi ed ha contribuito a costituire il sistema delle fiere, dei mercati, delle dogane e doganelle direttamente gestita dal governo spagnolo.

Nella nostra storia ritroviamo anche nomi di pregio come Margherita d’Austria, figlia illegittima di Carlo V che nella nostra regione creò uno Stato a parte, un po’ come attualmente la Repubblica di San Marino in Italia.

Saltando ancora avanti ritroviamo il prosciugamento del lago del Fucino in un periodo in cui Ferdinando II di Borbone si era dedicato alla bonifica di alcuni territori del suo regno.

Ed in ultimo solo per ordine cronologico e solo per terminare con la fine del mio libro troviamo le nostre montagne e soprattutto la Maiella, ma anche alcuni dei nostri paesi, che hanno legato il loro nome al Brigantaggio, quel fenomeno che si è sviluppato proprio nel periodo dell’Unità d’Italia per contrastare le angherie dell’esercito savoiardo e che poi ha visto come emblema la Fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo a resistere dopo che era già stata firmata l’Unità d’Italia”.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia

 

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