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Perugia, la rassegna cinematografica A proposito di donne

Intervista ad Andrea Fioravanti direttore artistico del progetto

 

(ASI) E' per l'8 marzo il primo appuntamento con la rassegna cinematografica A proposito di donne. Il tema scelto per questa sesta edizione è 'il coraggio delle donne'. Ne parliamo con Andrea Fioravanti,  docente di Estetica alla facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia e direttore artistico del progetto.

 

Professor Fioravanti in cosa consiste il progetto che giunge, quest'anno, alla sua sesta edizione e quali enti hanno collaborato alla sua realizzazione?

“Marzo, come si sa, è il mese delle donne e, anche quest’anno, il cinema Zenith propone una serie di appuntamenti che tutti i giovedì a partire dall'8 marzo fino al 5 aprile vedranno protagonista quello che veniva chiamato il “sesso debole” una definizione che, personalmente, ho sempre odiato e che oggi fortunatamente non è più in uso. Forse poteva dirsi il “sesso indebolito” dalla società, dal pensiero dominante maschilista, di cui purtroppo ancora oggi restano tracce. Basta dire che la più grande azienda di comunicazioni nazionale come la RAI impone il licenziamento alle precarie che restano incinte. Uno scandalo che, fortunatamente, è saltato fuori e che è stato ritirato, ma dietro questo macro episodio si nascondono mille altri esempi di mortificazione.  Per questo da tempo ci proponiamo di riflettere sulla situazione delle donne, chiarendo con orgoglio che si tratta di un unicum nel panorama nazionale. A proposito di donne è una rassegna organizzata con il 'Centro per le pari opportunità' della regione insieme alla Casa delle Culture e al Cinema Zenith, che da sei stagioni  riflette sulla condizione femminile, nel cinema e nella società. Una iniziativa che, edizione dopo edizione, è cresciuta, ottenendo sempre maggiore attenzione da spettatori e addetti ai lavori, fino a diventare un punto di riferimento, attraverso la sua caratteristica principale che è l’attenzione al femminile attraverso l’arte cinematografica.”

Con quale programma coinvolgerete quest'anno coloro che verranno ad assistere agli incontri e alla proiezione dei film?

“La rassegna inizia con una riflessione attraverso l’opera di Guido Chiesa sulla donna coraggiosa per eccellenza, che ha fatto la storia dell’umanità come la giovane e tenera madre di Gesù nel film Io sono con te; di Guido Chiesa sarà presentato anche il il suo volume, Manuale di regia. Ma il tema riguarda le donne e molte di queste donne hanno, a modo loro, cambiato gli ambiti nei quali hanno operato, a partire dalla 'madrina' della manifestazione, scelta come simbolo di emancipazione in un mondo governato dagli uomini come quello della Commedia all’italiana, la splendida Monica Vitti: elegante, intensa, quasi distante nei film di Antonioni, ha rivoluzionato la concezione della recitazione arrivando ad essere l'unica 'mattatrice' della commedia all'italiana, in grado di tener testa ai suoi colleghi, prima di iniziare a combattere contro una malattia durissima, lotta nella quale sta dimostrando ancora una volta tutto il suo coraggio e tutta la sua dignità. Insomma donne coraggiose come la regista Marina Spada, da sempre attenta alle tematiche femminili che ci racconta attraverso il documentario Poesia che mi guardi la poetessa Antonia Pozzi morta suicida all’emanazione delle leggi razziali fasciste o un’altra donna coraggiosa, come la Gerini del film Il mio domani, una donna-manager che dopo un lutto si ritrova a considerare la propria vita e a scegliere di costruirsi un futuro in armonia con se stessa. Per continuare con Franca Valeri  la grande attrice di cinema, teatro, cabaret e televisione, volto inconfondibile della critica di costume degli anni 60, che nel documentario Franca la prima di Sabina Guzzanti viene a confrontarsi con quella che lei stessa ha definito la sua erede naturale, un incontro eccezionale tra due artiste, uniche, che riescono a far capire, attraverso l’intelligenza affilata e imprevedibile della ragion comica, le grandi contraddizioni del nostro Paese. Il tema della rassegna, inoltre, ci permette di investigare a fondo anche le battaglie di donne che stanno lottando per la rivendicazione di qualcosa in cui credono, come Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, misteriosamente deceduto in carcere; una donna che nel documentario148 Stefano. Mostri dell'inerzia si mostra coraggiosamente alla ricerca della verità sulla morte del fratello. Sarà ospite della rassegna anche la produttrice dei due film Simona Banchi, una donna che con coraggio porta avanti il proprio mestiere in un mondo divorato da uomini. Infine una donna come Elisabetta Sgarbi che coraggiosamente affronta di opera in opera il ruolo e il significato della parola cultura nel nostro Paese attraverso un’'espressione come 'essere all'avanguardia' che sembra appartenere all'archeologia della cultura italiana.”

Penso che l'intervento di Ilaria Cucchi meriti una riflessione a sé.  Il suo coraggio di donna riunisce senso di dignità e senso di giustizia. Non pensa che in lei ci sia un fattore in più a renderla 'privilegiata' nel suo essere donna?

“Lei è una donna che ha dimostrato tutto il suo coraggio in una vicenda di cui davvero non voleva essere partecipe: la morte del fratello Stefano. Io credo che negli ultimi anni siano accadute cose davvero importanti sotto questo punto di vista. Mi spiego: nel corso del G8 di Genova fu ucciso Carlo Giuliani e in quel caso i suoi genitori, in particolar modo sua madre, lottarono per far si che venisse ristabilita la verità; da quel momento ogni sopruso o ogni ingiustizia compiuta dallo Stato  non fanno più paura. Le persone hanno imparato a lottare, a ribellarsi, a cercare la verità. E il fatto di essere donna offre un' energia in più proprio per i motivi che abbiamo detto in precedenza. Diventano come delle forze della natura che non possono essere fermate se non attraverso il raggiungimento della verità. Chissà, forse in questo la maternità aiuta, ... ma io non lo so, sono un uomo, purtroppo.”

Cos’è il festival libero Bizzarri e come nasce la collaborazione con A proposito di Donne?

Da diciotto anni ormai il festival Libero Bizzarri di San Benedetto del Tronto propone l'importante valore socio-culturale del documentario. Come disse il grande regista Florestano Vancini a proposito della prima edizione del Festival “qualcuno si ricorda cos’è stato e cos’è il documentario, del valore che ha avuto e che avrà”. Nel corso degli anni il festival ha scoperto diversi autrici e autori che hanno partecipato come Alina Marazzi, Alessandro Piva, Daniele Gaglianone, Roberta Torre, Antonietta de Lillo, Agostino Ferrente, e poi Corso Salani, Silvio Soldini, Gianfranco Pannone, Pietro Marcello, Gianluca Gaudino che oggi sono tra i più grandi documentaristi italiani, senza contare che, di anno in anno, si sono alternati ospiti di riguardo come Manoel De Oliveira, Ermanno Olmi, e quest’anno Wim Wenders da protagonista assoluto, con il suo documentario «Il Volo», girato tra i paesini della Locride, che rappresenta esperienze straordinarie di speranza e solidarietà. Da qualche anno collaboro con l’organizzazione del festival e per me è un grande onore partecipare al Libero Bizzarri, visto che io sono originario di San Benedetto e che da ragazzo li guardavo con ammirazione. Poi la mia professione di docente e critico cinematografico si è svolta a Perugia soprattutto presso il cinema Zenith e per me è stato facile creare una sinergia e una proficua collaborazione, perché davvero c’è da imparare da un festival che risulta essere ogni anno sempre più coinvolgente, tanto da decretare, quest’anno, un bando per l’accoglimento e l’iscrizione di documentari e audiovisivi, under 18, dando vita a nuove sezioni come “medi(con)terraneo”, cui ho collaborato in prima persona, un nuovo segmento di ricerca che vede un interesse tutto particolare per il Mediterraneo. Protagonista assoluto come sempre il documentario.

Permettiamo alla cultura di tornare a 'volare alto' in un'epoca in cui tutto contribuisce a 'tarparle le ali'. E' anche questo il messaggio che si vuole far passare con la realizzazione di questo progetto?

“Malgrado una situazione che ha visto la cultura andare sempre più a fondo tra tagli drastici, fondi insufficienti e la sola voglia di pochi a sostenere eventi e iniziative di grande importanza, come già sottolineato,  A proposito di donne è riuscita a ritagliarsi uno spazio unico nel panorama cinematografico nazionale, che ha attirato l’attenzione di ospiti di prestigio (da Sabina Guzzanti, a Margherita Buy, da Marco Bellocchio a Michela Occhipinti, da Giovanna Taviani a Donatella Maiorca, passando per Susanna Nicchiarelli, Alina Marazzi, Tania Pedroni e tanti altri) che si sono succeduti negli anni rispondendo agli stimoli delle tematiche proposte. Certo  è sempre più difficile proporre un percorso culturale sensato, considerando la mannaia economica che si abbatte su ogni proposta o manifestazione artistica. Questo però non ci impedisce di andare avanti come centro culturale cittadino, un ruolo che il Cinema Zenith rivendica con forza.”

Il tema della rassegna scelto quest'anno è 'il coraggio delle donne'. C'è una figura di donna in particolare che ha ispirato questa scelta?

“Quest’anno il tema della rassegna è Il coraggio delle donne, un filtro mediante il quale selezionare opere, ospiti e discussioni, che è stato scelto a supporto della forza di alcune protagoniste femminili che si sono messe in gioco e che hanno messo in gioco la loro vita, intesa in senso professionale e in senso letterale per ottenere, conquiste sociali, diritti inalienabili e, non ultimi, riconoscimenti artistici. Quest’anno, attraverso il tema della rassegna si tenterà di raccontare il coraggio delle donne, nel cinema e nella società. Il nostro tentativo è quello di presentare questi incontri che procedono attraverso il denominatore comune del coraggio mostrato nel campo dell’arte da quelle donne che si sono dedicate alla ricerca e alla sperimentazione artistica e culturale. È difficile individuare una singola donna che abbia ispirato la scelta, fortunatamente le donne sono così forti che di esempi ce ne sono tantissimi, se proprio dovessi fare dei nomi, allora ne farei tre, distanti tra loro per ruoli, età e visibilità: il coraggio di una giovane donna Carmela Iuculano che si è ribellata alla mafia e da moglie del boss di un clan mafioso da pentita di mafia, ritenuta un’infame da Cosa Nostra, oggi arrotonda facendo le pulizie e occupandosi degli anziani; poi la grande Franca Valeri, che nonostante il suo male non si è ritirata dalle scene dimostrando una grande forza e una grande dignità; da ultimo la scrittrice Fernanda Pivano, una donna anticonformista che con il suo coraggio ha rivoluzionato il mondo letterario italiano. Ma facendo tre nomi senza dubbio faccio torto alle altre mille e mille donne che sono coraggiose e che con il loro esempio hanno reso grande il nostro Paese, ed è per questo che infilo alla fine anche il nome della mai troppo ricordata Tina Anselmi.”

Se Le chiedessi di associare un colore a ciascuna figura di 'donna coraggio' che sarà protagonista della rassegna....

“Beh, è difficile individuare un colore per ogni ospite, senza dubbio però se penso a Monica Vitti mi viene in mente il rosso, il rosso fuoco della sciarpa che lei ama indossare e che certamente testimonia la forte passionalità del suo carattere. Ma se proprio dovessi dare un colore, più che ad ognuno, ma alla manifestazione tutta, senza dubbio questo sarebbe un colore luminoso, non so,  il bianco stesso: un  colore semplice, luminoso e trasparente.”

 

Maria Vera Valastro-Agenzia Stampa Italia

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