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Festival Internazionale del Film di Roma :Joel Schumacher: un campari d’autore.

(ASI) Non è una cosa nuova che un regista di successo passi dal cinema alla pubblicità., lo stesso Fellini l’ha fatto, mentre altri come Scott e Fincher hanno fatto il percorso inverso.

Schumacher, noto per film come Il fantasma dell’opera e Batman forever, si cimenta grazie al Campari in un nuovo spot di 30 secondi, che originariamente era di tre minuti, che per motivi di finanziamenti è stato dovuto accorciare. E’ un modo di lavorare diverso, più intenso e conciso a diferenza dei lungometraggi da 90 o 120 minuti, ma nello stesso tempo affascinante. La Campari gli ha fornito una villa a Praga, con un dictat preciso: amiamo le cose belle, quindi prediligi le belle donne. Schumacher trovandosi d’accordo si è accorto che le attrici non disdegnano la pubblicità e ha citato esempi importanti come Halle Berry, Sarah Jessica Parker, mentre gli uomini temono di essere artisticamente sminuiti, cosa che lui non capisce. Poiché i protagonisti si preparano per una festa, il senso dell’opera è che l’attesa del piacere è migliore dello stesso piacere, così facendo si è voluto citare Lessing e ha aggiunto il regista che chiunque conosce il sesso sa cosa vuol dire questa frase. Schumacher ha voluto dimostrare che un autore anche in una pubblicità può mettere del suo, meno che in un film, ma comunque dare un taglio, che è poi il senso della regia. Non importa che il veicolo sia il cinema, la TV, la pubblicità o internet, perché ormai sono tutti collegati questi strumenti sono il futuro e il presente e non ci si può fare niente, quindi bisogna accettare le cose come sono. L’importante che l’opera sia apprezzata, indipendentemente se è oggetto di pirateria, egli si compiace per esempio che il suo film Twelve, che ha avuto difficoltà nel trovare distributori sia il primo film della classifica di quelli oggetto di pirateria. Simpatico, energico e divertente Schumacher ha fatto capire ai presenti che un vero artista non ha limiti e può mettere sé stesso in ogni suo lavoro commerciale o non che sia, lo sa bene lui che nel cinema ha percorso tutte le strade costumista, scenografo, sceneggiatore e infime regista e venendo a contatto con registi tirannici e ad altri come Woody Allen, che facevano sembrare il set come una grande recita scolastica.

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