Film da vedere. "Tredici" – Netflix

(ASI)  “Ciao, sono Hannah. Hannah Baker. Esatto. Non smanettate su qualunque cosa stiate usando per ascoltare. Sono io. In diretta e stereo. Nessuna replica, nessun bis e questa volta assolutamente nessuna richiesta.

Mangia qualcosa e mettiti comodo, perché sto per raccontarti la storia della mia vita. Anzi, più esattamente, il motivo per cui è finita. E se tu hai queste cassette, è perche sei uno dei motivi”.

 È da qui che tutto ha inizio.  Hannah Baker, giovane studentessa del terzo anno alla Liberty High School ha appena sconvolto l’intera cittadina americana con il suo suicidio. Tutti sono devastati dalla notizia, soprattutto Clay Jansen, il suo migliore amico che, dopo un paio di settimane a cercare di realizzare quanto accaduto trova sulla soglia di casa sua una scatola contenente 7 audiocassette. Su ognuna di esse è registrata la voce di Hannah, da entrambi i lati; la ragazza ha lasciato 13 nastri spiegando le 13 ragioni che l’hanno spinta a togliersi la vita.
E le 13 ragioni sono 13 persone che dovranno passarsi le cassette una volta finito di ascoltarle sprofondando sempre di più in un abisso di orrore e angoscia. Clay è l’ultimo di questi ed insieme a lui conosciamo Hannah, interpretata dalla bravissima attrice Katherine Langford che ha saputo mostrarci il cambiamento della ragazza, dalla prima piccola delusione fino alla fatale decisione di porre fine alla sua giovane vita.
La serie TV prodotta da Netflix è tratta dal romanzo 13 Reasons Why di Jay Asher ed entrambi hanno raccontato la storia senza mezzi termini affrontando i temi ricorrenti del filone young adult delle scuole americane: bullismo, diffusione di foto e video tra gli studenti, tradimenti, violenza sessuale e, ovviamente, il suicidio.
Attraverso le sue cassette Hannah inizia la sua battaglia personale contro tutti coloro che le hanno voltato le spalle, chi non le ha creduto, chi non l’ha ascoltata, chi l’ha fatta sentire inadeguata e sola, tanto da giungere alla conclusione che non mancherà a nessuno, staranno tutti meglio senza di lei.
Il successo di Tradici è stato strabiliante, è diventato in breve tempo un caso discusso e la visione è consigliata tanto ad un pubblico dl adolescenti quanto di adulti perché il messaggio è molto chiaro e va ascoltato: tutti sono potenziali carnefici e vittime, tutti possono “uccidere” fisicamente e moralmente una persona.

 

Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere