Cinema Hateful Eight, il wester atipico di Tarantino
(ASI) A distanza di tre anni, ritorna nelle sale cinematografiche Quentin Tarantino. Con The Hateful Eight il regista Americano come nel precedente Django Unchained, ripropone una storia ambientata in una America dell'ottocento post guerra civile. il cacciatore di taglie Jonh Ruth(Kurt Russel) e la sua prigioniera Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh) sono diretti nella città di Red Rock dove il "boia" porterà la donna a giustiziarla e ricevere la ricompensa.Lungo il tragitto nelle montagne innevate, incrocia Marquis Warren (Samel L. Jackson), ex soldato e cacciatore di taglie e Chris Mannix (Walton Goggins), nuovo sceriffo di Red Rock ed entrambi chiedono un passaggio. Per colpa di una tempesta di neve, i quattro si rifugiano in un emporio gestito da Minnie, luogo conosciuto per chi effettua lunghi viaggi, dove può trovare pasti caldi e riparo dal freddo. All'interno del rifugio oltre a loro ci sono altri quattro personaggi sconosciuti, ciascuno con un segreto nascosto che provocherà una catena di conseguenze. The Hateful Eight parte come un classico western Americano, e richiede almeno un'ora per capire bene i nomi e le posizioni di tutti i personaggi, dopo di che ha davvero inizio il film. Come è di consueto a Tarantino, la sceneggiatura è ben curata fin dai minimi dettagli, con la conseguenza di un andatura a gradi lenta e non sempre lineare. I Dialoghi sono "Tarantiniani", pieni di humor e di sarcasmo. Una volta che i protagonisti si ritrovano rinchiusi nel rifugio, il film cambia radicalmente. La pellicola si trasforma in un giallo alla Agatha Christie, precisamente come uno dei suoi libri più famosi, "Dieci piccoli indiani", dove delle persone, in un unico tetto sono in conflitto tra loro perchè si nasconde un assassino. I personaggi cercano di conoscersi a vicenda, provocando litigi e incomprensioni. Ritornano fuori vecchie ferite della guerra civile, la distinzione tra essere bianchi e neri, di essere nordisti e sudisti. Con lentezza le parole diventano fatti e le otto persone con il passar del tempo si minacciano a vicenda. Come nei migliori film thriller anche Tarantino ci rende partecipe nelle complesse faccende dei personaggi, entrando emotivamente in quel claustrofobicorifugio. Proprio nel momento più saliente, il regista fa un piccolo dispetto a noi spettatori fermando il proseguo del film.Ciò è dovuto per far capire meglio i fatti avvenuti prima che i protagonisti arrivassero all'emporio, giusto per coprire i buchi della sceneggiatura venutasi a creare fino a quel momento. Una volta questo si ritorna al 'presente' con un finale pieno di sorprese e soprattutto con tanto sangue. Tarantino non si smentisce mai aggiungendo sempre quella violenza eccessiva che lo ha sempre caratterizzato nei suoi precedenti film. L'ultima mezz'ora il rifugio diventa un vero macello, ricordando vagamente film horror del passato, con quel tocco di made in italy ripreso dai maestri del thrilling come Mario Bava o Lucio Fulci, registi che Tarantino ha sempre ammirato. Cupa la colonna sonora di Morricone, rispecchia alla perfezione il clima del film, sempre sicura e curata la regia, con il ritorno all'utilizzo di una pellicola ultra panavision 70mm, un formato non utilizzato da anni. Le interpretazioni di Samuel L. Jackson e di Goggins sono tra le più importanti e meritevoli, ma è la donna criminale interpretata dalla Jennifer Leigh a rimanere tra le più complesse e indelebili della pellicola. Con questo nuovo film Quentin Tarantino ritorna alla ribalta, con un film che mischia il western con il giallo-Thriller al limite dell'esagerazione, dimostrando ancora una volta le sue doti di cineasta e sceneggiatore. Difficile dire se The Hateful Eight è il suo migliore film, ma grazie ad una sceneggiatura robusta e alle grandi interpretazioni, il film merita tutti gli acclami della critica e del pubblico.

Carlo Sampogna - Agenzia Stampa Italia

 

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