La rivolta che va a contrastare le parole (o le intenzioni) del neo Ministro dei Beni culturali Galan trova piede proprio da esponenti del Pdl e oltre al sindaco Alemanno, si è alzata la voce di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera: «Il Festival di Roma per molti aspetti si autofinanzia e c’è solo una piccola quota dal ministero. Noi dobbiamo andare avanti». Puntualizza poi, dopo aver ridimensionato le dichiarazioni di Galan, «Nessuno può dimenticare, nemmeno il Ministro della Cultura, la dimensione cinematografica di Roma».
Galan non poteva che iniziare nel modo peggiore la sua avventura al vertice del Ministero, ereditato dal contestatissimo Bondi, ma ritorna indietro e precisa (forse dopo una nottata a pensarci) "Non ho mai chiesto di abolirlo, ho solo detto che il ministero sosterrà la mostra di Venezia, e sarà così". Nonostante la bufera interna scoppiata nel Pdl, sembra che alla fine un po’ di buon senso sia tornato e nonostante la linea tracciata mesi indietro con un’odiosa frase: “La cultura non si mangia”, alla fine il Festival del cinema di Roma può continuare a sognare. Come si può immaginare un cinema senza Roma? E come si può auspicare una rinascita del cinema se non ripartiamo dal luogo dove la magia della pellicola ha avuto inizio e da cui tutti i più grandi hanno appreso?