Il giovane favoloso.

(ASI) Infinito. Questo è Leopardi. Ma è un’impresa rappresentare in un solo film il grande Poeta. L’opera di Martone ha sicuramente il merito di aver riportato in sala tantissime persone con l’intento di scoprire Leopardi.

Dalle prime traduzioni alla Ginestra, c’è però un infinito di pensieri, emozioni e il film mantiene sempre uno stesso stile pessimista. Recanati, Firenze, Roma, Napoli, Leopardi è sempre un infelice, gobbo, malato, non compreso dai critici letterari e che ha i soli momenti di gioia nel mangiare il gelato e nello studiare. Il passaggio cruciale nella vita del poeta, a Napoli, è stata rappresentata come un’altra delusione, descritta dalle immagini come una sorta di Sodoma, con richiami fellinani, fino ad arrivare al finale, dove c’è uno slancio nella declamazione della Ginestra. Le figure vicine al Poeta e cioé gli amici Giordani e Ranieri sono molto sminuite. Convincente invece il padre Monaldo. Da elogiare comunque la prova di Elio Germano, che regge da solo il film e che con le sue espressioni, le sue battute ci rende vivo il suo personaggio così complesso. Per quanto sorge il dubbio che, come emerge nell’opera, è ciò che rende vero, è veramente questo Giacomo Leopardi? Il film di Martone, che in alcuni tratti riesce a entrare nella psicologia del personaggio e della persona, è una rappresentazione reale di uno dei Poeti più incredibili e complessi che ci siano mai stati? Sicuramente non era facole, ma bisognava circoscrivere e concentrarsi in un aspetto della vita e del pensiero leopardiano, perché le oltre due ore di sceneggiato, che racchiudono tutta la vita e la poetica del Poeta sono assolutamente insufficienti e nello stesso tempo sono anche pesantucce. Il bellissimo titolo, Il giovane favoloso, non è stato ben evidenziato, perché, a parte un incredibile talento, emerge ben poco di superlativo del grande Giacomo. Sarebbe forse stato più congeniale a una miniserie televisiva di livello, in stile rai-cinema, che per un film. E’ comunque un lavoro che va visto, perché porta a riflettere su un pilastro della cultura italiana e il merito di Martone è quello di avercelo riproposto, a prescindere da tutto. Ovviamente impossibile racchiudere Giacomo Leopardi in una pellicola, che lo possiamo invece ritrovare nelle sue favolose opere.

Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia

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